Gianfranco Massetti ci propone la sua recensione di "Come promesso", l'ultimo libro dell'autrice palazzolese Meri Gorni. E' triste constatare che mentre la nostra città vanta una notevole produzione letteraria grazie alla presenza nel nostro territorio di molti importanti e prolifici autori sembra impossibile aprire e tenere aperta un libreria. E' un buco nero insopportabile che non ci possiamo permettere. Non esistono in questa "povera" città una ventina di cittadini disposti a reagire ed investire collettivamente 100mila euro in un'impresa che senza avere il lucro come principale fine si incarichi di rispondere a un bisogno fondamentale della nostra comunità? Risponderà qualcuno al mio appello?
Chi non conosce Meri Gorni e il suo
lavoro ha l’opportunità di incontrarla martedì 23 settembre,
presso la Libreria ex Temporanea di via Savona a Milano, dove alle
ore 19 presenterà il suo ultimo libro “Come promesso” della
Corraini Edizioni.
Meri Gorni vive e lavora a
Palazzolo Milanese.
Ha
studiato filosofia all’Università Statale di Milano. Al centro del
suo lavoro pone, da sempre, la scrittura, la lettura…e il libro. Le
sue opere (video, libri, fotografia, disegno, installazioni,
performance) sono legate al mondo della parola. Ha esposto in
gallerie e musei in Italia e all’estero tra cui: Museion, Bolzano;
Kunst Meran Arte, Merano; Mart, Rovereto; Art in general NY; Museo
Archeologico, Aosta; Kunstraum, Munchen; Museo S. Agostino, Genova;
Triennale, Milano; Tent Centrum Kunst, Rotterdam; Museo PAV,
Berchidda; Museo d’arte Contemporanea Villa Croce, Genova.
Ricordiamo gli esordi con l’idea di stampare personalmente,
con un proprio torchio, libriccini raffinati contenenti tre o quattro
poesie scritte appositamente per questo suo progetto. Libri che
accostano parole ad una immagine scelta da ogni singolo artista per
la sua casa editrice “En Plein Officina”.
“Volevo condividere
il piacere della lettura: volevo stampare poesie per regalarle agli
amici”. Tra i suoi
lavori più significativi “Nel sogno parlavo con Dostoevskij”
(Martano Editore 2010)dove riassume bene la sua passione per il libro
e la lettura.
“Il libro mi ha sempre incantato anche come forma come
contenitore. Lo si può aprire, chiudere, leggere, guardare. Ha
sempre mosso la mia fantasia. Mi ha sempre condotto a grandi
trasvolate psichiche. Leggere un libro è guardare dall’altra
parte del cannocchiale: vedere la propria curiosità riflessa,
qualcosa di nuovo o di vecchio di noi stessi che ci era sfuggito.
Leggere un libro è come scorrere le parole-figure della nostra
infanzia che risuonano in noi insieme al paesaggio di allora. Ogni
libro che leggiamo aggiunge qualcosa alla conoscenza di noi stessi.
Non si è mai uguali a prima dopo aver letto un libro.
Scrivere è legare tra loro immagini della memoria; è
riscattare le vicende che nella realtà sono frammenti, sempre
mancanti di qualcosa”.
Dai suo interventi, libri, performance ed
installazione possiamo ricavare un percorso artistico coerente e
determinato con al centro sempre “la parola sia scritta che letta”.
Le tracce di questo lavoro, nel corso di questi anni, le ritroviamo
in “Cinquantanove ricette d’autore” (Fondazione Mutima, 2000);
in “Leggo le figure”. Fotografie in bianco e nero” (2010); in
“Residenze estive (Il Ramo d’oro di Trieste 2002) o in “Trilogia
dell’attesa”(Manni editore,2011).
“Una nota a parte
certamente merita “Come Promesso”, volume pubblicato in occasione
della mostra Andata e ricordo. Souvenir de voyage, tenutasi al Mart
di Rovereto dal 21 giugno al 8 settembre 2013, durante la quale erano
esposti ritratti in bianco e nero di donne antiche di donne
contemporanee, accompagnati da missive dedicatorie riportate come
pegno della loro immagine, come segno tangibile di un sentimento de
long, giunto da lontano e da lontano vissuto, al pari della passione
della loro lingua, sempre originale e sempre di grafia diversa”
(M.Corsi).
In questo libro,
dove si alternano il ritmo delicato della parola e la forza del
ritratto fotografico in bianco e nero, c’è il filo di una
narrazione sull’esistenza tra la memoria e i sentimenti che Meri
Gorni riesce a sfiorare con tenerezza.
Emblematica la lettera
dall’Hotel Admiral di Basel scelta a guisa di postfazione, in
quarta di copertina, a commento dell’immagine che compare nella
copertina del libro e che la ritrae con in braccio una gallina: “Cara
Alma, come promesso ecco il mio ritratto. Io sono quella in secondo
piano! Ho scelto questa fotografia perché so che credi ancora
possibile la perfezione, e lei, -la gallina-è capace di mettere al
mondo una forma perfetta! Ti abbraccio M.”
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