domenica 21 settembre 2014

“Come promesso” di Meri Gorni

Gianfranco Massetti ci propone la sua recensione di  "Come promesso", l'ultimo libro dell'autrice palazzolese Meri Gorni. E' triste constatare che mentre la  nostra città vanta una notevole produzione letteraria grazie alla presenza nel nostro territorio di molti importanti e prolifici autori sembra impossibile aprire e tenere aperta un libreria. E' un buco nero insopportabile che non ci possiamo permettere. Non esistono  in questa "povera" città una ventina di cittadini disposti a reagire ed investire collettivamente 100mila  euro in un'impresa che senza avere  il lucro  come principale fine si incarichi  di rispondere a un bisogno fondamentale della nostra comunità? Risponderà qualcuno al mio  appello?

Chi non conosce Meri Gorni e il suo lavoro ha l’opportunità di incontrarla martedì 23 settembre, presso la Libreria ex Temporanea di via Savona a Milano, dove alle ore 19 presenterà il suo ultimo libro “Come promesso” della Corraini Edizioni. 
Meri Gorni vive e lavora a Palazzolo Milanese. Ha studiato filosofia all’Università Statale di Milano. Al centro del suo lavoro pone, da sempre, la scrittura, la lettura…e il libro. Le sue opere (video, libri, fotografia, disegno, installazioni, performance) sono legate al mondo della parola. Ha esposto in gallerie e musei in Italia e all’estero tra cui: Museion, Bolzano; Kunst Meran Arte, Merano; Mart, Rovereto; Art in general NY; Museo Archeologico, Aosta; Kunstraum, Munchen; Museo S. Agostino, Genova; Triennale, Milano; Tent Centrum Kunst, Rotterdam; Museo PAV, Berchidda; Museo d’arte Contemporanea Villa Croce, Genova. Ricordiamo gli esordi con l’idea di stampare personalmente, con un proprio torchio, libriccini raffinati contenenti tre o quattro poesie scritte appositamente per questo suo progetto. Libri che accostano parole ad una immagine scelta da ogni singolo artista per la sua casa editrice “En Plein Officina”. 
“Volevo condividere il piacere della lettura: volevo stampare poesie per regalarle agli amici”. Tra i suoi lavori più significativi “Nel sogno parlavo con Dostoevskij” (Martano Editore 2010)dove riassume bene la sua passione per il libro e la lettura. “Il libro mi ha sempre incantato anche come forma come contenitore. Lo si può aprire, chiudere, leggere, guardare. Ha sempre mosso la mia fantasia. Mi ha sempre condotto a grandi trasvolate psichiche. Leggere un libro è guardare dall’altra parte del cannocchiale: vedere la propria curiosità riflessa, qualcosa di nuovo o di vecchio di noi stessi che ci era sfuggito. Leggere un libro è come scorrere le parole-figure della nostra infanzia che risuonano in noi insieme al paesaggio di allora. Ogni libro che leggiamo aggiunge qualcosa alla conoscenza di noi stessi. Non si è mai uguali a prima dopo aver letto un libro. Scrivere è legare tra loro immagini della memoria; è riscattare le vicende che nella realtà sono frammenti, sempre mancanti di qualcosa”. 
 Dai suo interventi, libri, performance ed installazione possiamo ricavare un percorso artistico coerente e determinato con al centro sempre “la parola sia scritta che letta”. Le tracce di questo lavoro, nel corso di questi anni, le ritroviamo in “Cinquantanove ricette d’autore” (Fondazione Mutima, 2000); in “Leggo le figure”. Fotografie in bianco e nero” (2010); in “Residenze estive (Il Ramo d’oro di Trieste 2002) o in “Trilogia dell’attesa”(Manni editore,2011). “Una nota a parte certamente merita “Come Promesso”, volume pubblicato in occasione della mostra Andata e ricordo. Souvenir de voyage, tenutasi al Mart di Rovereto dal 21 giugno al 8 settembre 2013, durante la quale erano esposti ritratti in bianco e nero di donne antiche di donne contemporanee, accompagnati da missive dedicatorie riportate come pegno della loro immagine, come segno tangibile di un sentimento de long, giunto da lontano e da lontano vissuto, al pari della passione della loro lingua, sempre originale e sempre di grafia diversa” (M.Corsi). 
In questo libro, dove si alternano il ritmo delicato della parola e la forza del ritratto fotografico in bianco e nero, c’è il filo di una narrazione sull’esistenza tra la memoria e i sentimenti che Meri Gorni riesce a sfiorare con tenerezza. Emblematica la lettera dall’Hotel Admiral di Basel scelta a guisa di postfazione, in quarta di copertina, a commento dell’immagine che compare nella copertina del libro e che la ritrae con in braccio una gallina: “Cara Alma, come promesso ecco il mio ritratto. Io sono quella in secondo piano! Ho scelto questa fotografia perché so che credi ancora possibile la perfezione, e lei, -la gallina-è capace di mettere al mondo una forma perfetta! Ti abbraccio M.”


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