mercoledì 9 luglio 2014

Calcio: l'Europa "seria" numero uno del mondo?

Stamattina all'alba, di getto mi è venuto di scrivere questo commento sul risultato dell'incontro di calcio di ieri sera. Mi rendo conto che è un commento molto prematuro e potrà venire smentito dai fatti perché la palla anzi "eupalla" è rotonda (come ricordava Gianni Brera), l'Olanda deve ancora vincere sull'Argentina e nessuno può prevedere oggi come andrà a finire quella partita. Diciamo che il commento pan germanico (ho un quarto  di sangue tedesco madrelingua) mi è sgorgato spontaneo dal cuore e non sono riuscito a trattenerlo. La mia voglia di serietà, la mia ammirazione per la Germania e la mia delusione per la nostra Italia perennemente sciroccata e irrimediabilmente in ritardo, è esplosa senza freni. Ho deciso dunque di rischiare una brutta figura, ma di dire erga omnes quello che penso. Pertanto il  commento lo pubblico e vada come vada.

7 a 1, neanche nelle partite di calcetto che giocavo 50 anni fa all'oratorio le partite finivano così. Se poi  a prenderne 7 dalla Germania è il Brasile c'è davvero di che rimanere basiti.
Deutschland Uber Alles. Vi piaccia o meno è così. E se questa sera l'Olanda batterà l'Argentina non ci saranno  più dubbi. Il calcio della vecchia Europa è ancora il  migliore del mondo.
Le squadre delle ex grandi europee buttate fuori dalle giovani sudamericane o africane erano ormai squadre al tramonto e avranno tempo e modo di ricostruirsi, se sono delle grandi, ma la batosta subita dal Brasile, emblema e portabandiera del calcio latinos sarà dura da digerire e metabolizzare.
L'Europa che vince è la "kernel" Europa,  cioè l'Europa del nucleo d'acciaio, quella seria, quella che produce ricchezza, innovazione, economia e tira tutto il  gruppo, un gruppo  di cui noi  facciamo parte grazie alla  UE che solo  gli imbecilli possono pensare di abbandonare. Cerchiamo piuttosto di darci da fare per rimanere all'altezza di un'eccellenza che spazia dalla tecnologia al calcio. Rimbocchiamoci le  maniche e smettiamola  di fare i pierini con la Merkel e a cianciare di bellezza, mentre Pompei crolla. La bellezza è grande e conta molto anche economicamente, ma se non è  accompagnata dalla serietà rimane quello che è: un inutile orpello  del passato.. Impariamo a stare al mondo che è ora.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non m'intendo di calcio,ma mi pare che di coppe del mondo ne abbiamo vinte anche noi,trovo molto sconfortante che giornalisti e commentatori di vaglia,si permettono di accostare il giudizio di Schettino a Prandelli.E' vero che siamo sempre pronti a magnificare le nostre bellezze naturali ed artistiche,ma è altrettanto vero che la nostra bilancia turistica è in passivo e la nostra bella Italia nella classifica delle nazioni più visitate non è al primo ma al quinto posto.
Evidentemente ciò è dovuto perché ci siamo adagiati sugli allori,tanto per dare una giustificazione benevola.
Pierino Favrin

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo, aggiungo anche che essendo sposata con una persona proveniente dal nord Europa, rimango esterefatta quando a mio marito, rivolgono per l'ennesima volta la stessa domanda "come ti trovi in Italia? " ( alla quale lui educatamente risponde "molto bene", fa niente se all'inizio della sua permanenza si e' beccato un'orticaria da stress a causa del traffico sulle nostre strade), perche' poi inevitabilmente aggiungono" meglio qui' vero? Bella l'Italia eh!" Peccato che poi tutto questo orgoglio si infrange sui cumuli di monnezza che sorgono selvaggiamente ovunque, sulla mancanza di cortesia e di senso civico. Forse dovremmo toglierci le fette di prosciutto dagli occhi e guardarci meglio intorno e magari provare pure ad arrossire un po'.... A. S.