mercoledì 4 dicembre 2013

Primarie PD, senza uguaglianza non c'è sinistra

Domenica andrò a votare alle primarie del PD. Ci andrò spinto dal desiderio di giocare fino in fondo la partita che ho deciso di disputare nel luglio 2009, quando mi sono iscritto al partito padernese per scendere in campo e prendere posizione dopo la vittoria elettorale della destra nella nostra città.
Bisognava costruire una linea di resistenza per impedire che la vittoria imprevista di Alparone si tramutasse in una disfatta per il centro sinistra. Il PD non era il mio partito (da iscritto ai DS non vi avevo aderito), ma a Paderno Dugnano era quello che ancora garantiva con le sue dimensioni e presenza istituzionale la possibilità di fare una politica "di sinistra" mentre a livello nazionale era l'unico grande partito popolare della sinistra presente in Parlamento.
Ho meditato a lungo sulla scelta se andare a votare o meno a queste primarie. I motivi per non farlo erano tanti, ad esempio le elezioni aperte a tutti per la scelta del segretario non mi sono mai piaciute e le trovo un'assurdità, inoltre il PD padernese al quale ho dedicato molto impegno dal 2009 a oggi mi ha deluso come il PD nazionale e ho deciso di non rinnovare la tessera nel 2014.
Dal momento però che sono ancora iscritto al partito e il suo futuro comunque mi riguarda, andrò a votare alle primarie di domenica, per i seguenti motivi:
1) Perché il pensiero e le idee della sinistra dentro al PD e nel Paese non devono scomparire. E' più che mai necessario confermare e sostenere l’obiettivo storico della sinistra che è e resta l'uguaglianza. La libertà è un valore di sinistra, ma senza uguaglianza non ci può essere vera libertà e un PD che non la mette al primo posto del suo programma non è più un partito di sinistra.
2) Perché vorrei che il PD tornasse ad essere luogo di formazione, partecipazione ed elaborazione politica. Un partito di sinistra aperto a tutti quelli che credono nel grande progetto di cambiamento del modello profondamente ingiusto e insostenibile  di società che si è purtroppo affermato in questi ultimi 20 anni.
Domenica prossima andrò dunque a votare e voterò per Gianni Cuperlo, il candidato segretario che più mi rappresenta dal punto di vista culturale e politico, la cui idea di partito è quella che più si avvicina alla mia. Se vinceranno (come tutti sembrano prevedere) altre idee di PD e altre linee politiche, confermerò la decisione di non farne più parte con la serena coscienza di avere giocato fino all'ultimo la partita.

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