mercoledì 11 dicembre 2013

PD: vincitori e vinti

I renziani padernesi esultano. E straparlano un po', come sempre capita a chi per quattro anni, dopo avere subito a denti stretti la vittoria di Bersani nel 2009, si è ritirato sotto la tenda, senza dare alcun contributo politico segnalabile, con parole e soprattuto opere.
I promotori del comitato costituito a sostegno del neo segretario PD hanno diffuso un comunicato dai toni trionfalistici in cui descrivono la vittoria di Renzi a Paderno Dugnano, come il frutto del loro lungo lavoro politico, mentre come è noto a tutti l'attività del Comitato e dei suoi esponenti si riduce nei fatti a due o tre riunioni, alla gestione minimalista di una pagina Facebook, e si è dispiegata per un totale di circa 30 giorni.
Con grande sfoggio di retorica essi affermano: "Lungo il nostro cammino abbiamo incontrato mille fatiche ma, sin dall’inizio, la forte richiesta di cambiamento e il vedere più che motivati i cittadini simpatizzanti e/o iscritti ci hanno fatto ben sperare, spronandoci ad andare avanti con passione!". E iscrivono alla corrente degli innovatori (cioè l'ex Area Dem che fa capo ad Ezio Casati), anche i sostenitori di Civati "che con Matteo Renzi ha condiviso parte del proprio percorso politico e la grande istanza del rinnovamento".
Alla parte del PD padernese che in questi quattro anni, dal 2009 a oggi, ha sostenuto e portato avanti il peso maggiore del partito, in Consiglio comunale e sul territorio, si rivolgono così: "Al 14% di padernesi che hanno votato e sostenuto Gianni Cuperlo: sin da subito vorremmo dialogare e discutere con loro su idee e temi differenti, soprattutto quelli sulla Città in vista delle elezioni comunali 2014. Crediamo che solo dal confronto continuo e costante tra coloro che pensano in maniera diversa il PD e l’Italia possono davvero crescere, maturare e diventare più forti".
Questa parte del comunicato dei "vincitori" merita una riflessione seria. Ho fatto parte come iscritto e militante del PD padernese e ho seguito da dentro e da vicino la sua vita interma dal 2009 a oggi. Ebbene, mai in questi anni i neorenziani padernesi hanno fatto emergere nei dibattiti e nelle assemblee di partito la loro "maniera diversa di pensare il PD e l'Italia". Io in tutto questo tempo, non ho mai sentito fare da loro un discorso politico sul partito, sull'Italia e sulla città che avesse il marchio dell'alternativa o del rinnovamento. Perché oggi improvvisamente parlano di una diversità di visione che per quattri anni non hanno mai dichiarata e posta in discussione nelle assemblee e nelle riunioni del PD?
A fronte di questo comportamento mi sembra davvero poco credibile il loro invito a discutere e confrontarsi in modo "costante" rivolto a una componente del partito che non rappresenta il 14% come affermano, ma il 42% stando ai risultati del congresso cittadino del 17 novembre. Se questo è il primo passo fatto dai "vincitori" democratici per mantenere l'unità del partito in vista delle elezioni del 2014, mi sembra che si tratti di uno sgradevole passo falso.

Nessun commento: