lunedì 9 dicembre 2013

Destra e sinistra, l'irriducibile diversità

Sono un autodidatta e i libri per me sono quasi sempre stati degli incontri casuali. Ho incontrato libri dappertutto, biblioteche di amici e parenti, bancarelle varie, librerie, edicole di stazioni e località turistiche, li ho raccattati per strada, sugli scaffali del book crossing,  sui sedili di un treno, anche nei cestini dei rifiuti mi è capitato di trovare becchime culturale per allargare la mia coscienza. Li ho raccolti e poi letti spinto dallo stato d'animo del momento.
L'ultimo che ho trovato per caso pochi giorni fa stava su un ripiano del Centro Diurno Ein Karem di Paderno Dugnano (dove lo riporterò a breve) insieme ad altri di genere diverso. Il suo titolo è: "Destra e Sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica" ed è stato scritto dal filosofo Norberto Bobbio nel 1994.
Soggetto del libretto, l'autore lo definisce tale per la sua brevità (120 pagine circa) e le sue dimensioni tascabili, è la distinzione contestata tra destra e sinistra, due termini della politica che moltissimi in questi anni si sono affannati a definire defunti, obsoleti o comunque superati, a cominciare dal nuovo segretario nazionale del PD. Renzi, infatti, durante la campagna elettorale delle primarie, ha affermato: "Per me la sinistra è libertà, uguaglianza (non ugualitarismo), pari opportunità, talento". Per lui libertà viene prima di uguaglianza ed è per questo che non l'ho votato.                                 
Bobbio nel libro nega il superamento della diade ideologica che al contrario è ancora pienamente valida per distinguere due visioni della realtà, due programmi, due approcci, due risposte che la politica è chiamata a dare ai problemi della società. Che destra e sinistra esistano ancora è dimostrato proprio dal fatto che chi ne nega l'esistenza in realtà non fa altro che parlarne perché sono diventate due categorie universali della politica e costituiscono le nozioni base senza le quali non  funzionerebbero le società contemporanee nel mondo globalizzato.
Destra e sinistra si dividono rispetto al valore che attribuiscono all'ideale di uguaglianza che insieme a quello della libertà e quello della pace, è uno dei fini ultimi che gli uomini si propongono di raggiungere e per i quali si battono . "L’essenza più intima della distinzione consiste nel diverso atteggiamento che le due parti, destra e sinistra, sistematicamente mostrano nei confronti dell’idea di eguaglianza. Naturalmente eguaglianza e diseguaglianza sono concetti relativi: né la sinistra pensa che gli uomini siano in tutto eguali, né la destra pensa che essi siano in tutto diseguali. Ma coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza, nella loro condotta morale e nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini eguali, o ai modi di ridurre le diseguaglianze; mentre coloro che si proclamano di destra sono convinti che le diseguaglianze siano ineliminabili e che non se ne debba neanche auspicare necessariamente la soppressione" egli scriveva.
La sinistra è egualitaria e la destra inegualitaria, specificando che la sinistra persegue l'uguaglianza per ridurre le diseguaglianze sociali e rendere meno penose quelle naturali, non certo per affermare  l'eguaglianza di tutti in tutto. La sinistra è convinta che la maggior parte delle disuguaglianze sono sociali e possono venire in  quanto tali eliminate. La destra al contrario pensa che siano naturali e dunque ineliminabili. Prova ne sia che la sinistra ha chiuso i manicomi, orrendi lager sociali, mentre la destra li voleva mantenere.
Passi avanti notevoli sono stati fatti e in Italia possiamo vantarci di avere realizzato la società dei due terzi (un tasso del 70% della proprietà immobiliare e condizioni di relativo benessere), ma se si guarda alla realtà che ci circonda si vede che il cammino intrapreso dalla sinistra sulla strada dell'uguaglianza è appena iniziato. La disuguaglianza in Italia è ancora insopportabile perché il 10% delle famiglie detiene il 50-60% della ricchezza nazionale. La irriducibile diversità tra destra e sinistra rispetto all'affermazione dell'uguaglianza dei bisogni è e resta nettissima.

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