martedì 19 novembre 2013

Idee Comuni: la sinistra per Paderno

L'iniziativa "Idee Comuni" nelle riunioni che si sono tenute in questi mesi ha abbozzato un disegno programmatico in larga misura condiviso dai partecipanti che a Paderno Dugnano fanno riferimento a tutte le forze politiche di sinistra, dal PD a Italia dei Valori, oltre che da diversi Comitati e associazioni.
La bozza costituisce una base sufficiente ad avviare il confronto su come far nascere un nuovo soggetto politico nell'area della sinistra padernese in vista delle elezioni comunali del 2014. Di questo soggetto, come vado scrivendo da diversi mesi, c'è urgente bisogno e quel che sta succedendo a livello nazionale lo dimostra.
Due eventi in particolare fanno già sentire il loro impatto a livello padernese. Un PD, guidato da Renzi, che smette di guardare a sinistra perché cerca voti a destra, la crisi di SEL che per incapacità del suo leader non riesce a diventare punto di riferimento, rischiano di lasciare ai margini del campo elettorale le ragioni concrete e l'esistenza stessa della sinistra. Il PD da solo non li garantisce.
Il nuovo soggetto al quale sto pensando potrebbe partecipare alle elezioni come una lista civica sostenuta da personalità ed espressioni di esperienze politiche e singoli cittadini impegnati in politica e nella società, che fanno riferimento a un programma comune che in estrema sintesi è il seguente:

Lavoro e sviluppo da rilanciare con modelli nuovi di intervento pubblico e privato a sostegno delle imprese e dell'occupazione, creando ad esempio sulle aree dismesse industriali da sottrarre alla speculazione edilizia, un piccolo incubatore di imprese e istituendo un fondo ad hoc per aiutare le giovani imprese innovative a fare i primi passi, a crescere e nello stesso tempo avviare una politica tesa a favorire la nascita di distretti industriali.
I centri commerciali naturali  dei centri storici dei quartieri cittadini sono le uniche alternative di modello esistenti agli ipermercati, agli outlet e ai villaggi dello shopping che colonizzano il territorio a corona della città. Modelli che prevedono un commercio a chilometri zero o quasi, centri commerciali costituiti da una serie di negozi raggiungibili a piedi, che offrono prodotti esclusivi o comunque di qualità, animati da spettacoli e musica dal vivo, dove le relazioni tradizionali tra cittadini si ricostituiscono naturalmente.
La macchina comunale, deve essere razionalizzata, resa più trasparente e meno costosa, con la valorizzazione delle sue competenze, sviluppo delle professionalità e potenzialità per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini oltre che qualità del lavoro dei dipendenti.
La partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica è stata cancellata dalla destra e i Consigli di quartiere come istituzioni elettive nel 2014 spariranno. E' necessario proporre un nuovo modello di partecipazione basato sull'esperienza positiva delle consulte, ma anche su nuovi strumenti di comunicazione e relazione che rendano possibili e produttivi queste buone pratiche: ascolto delle proposte dal basso, condivisione con i cittadini delle scelte prima della deliberazione, amministrazione partecipata. Le sedi di quartiere devono venire gestite  e tenute aperte dai nuovi organismi  volontari (comitati di quartiere) per riunioni ed eventi politici, sociali e culturali di circoli, associazioni, comitati e partiti, Le sedi dovranno venire attrezzate dal Comune con l'acceso Wireless alla rete per consentire comunicazione e informazione.
La sicurezza nei luoghi di lavoro e nella città. Un valore da difendere ed affermare con nuovi strumenti di prevenzione, per tutelare la sicurezza e la qualità della vita sul territorio. Nessuna politica è possibile se non parte dalla conoscenza. Pertanto si deve iniziare realizzando un Rapporto sulla Sicurezza che raccolga e analizzi i dati sulla criminalità locale per individuare le emergenze alle quali dare risposta. La Polizia Locale deve lavorare in collaborazione e non contro i cittadini all'interno di un progetto integrato di sicurezza.
Anche per la sicurezza sul lavoro e nell'ambiente bisogna  partire dai dati. La città non ha consapevolezza di essere già oggi una discarica di sostanze tossiche e nocive che è necessario mappare ad esempio con il censimento dell'amianto coinvolgendo le famiglie in questo rilevamento capillare. Occorre aprire in città uno "sportello sicurezza" dotato di una task force di pronto intervento che raccolga le segnalazioni dei cittadini. Ci sono infine le bonifiche da fare, che vanno poste a carico di chi ha creato l'inquinamento, e programmare.
La casa, un diritto fondamentale al quale l'amministrazione cittadina deve rispondere con una politica dell'edilizia pubblica tesa a soddisfare la domanda di abitazione dei padernesi vecchi e nuovi. La politica della casa non può ridursi a un modo di fare cassa sui loro bisogni.
Il bilancio frutto di scelte politiche trasparenti e credibili. Un bilancio che deve individuare, confrontandosi con la comunità, quelle che sono le priorità sulle quali investire e le iniziative (servizi, opere pubbliche, ecc) che si possono davvero mettere in cantiere e realizzare, a breve e medio termine.
I giovani che hanno bisogno del supporto di una politica che li accompagni nel percorso di crescita e sviluppo dei loro talenti, di una città che offra loro luoghi dove fare aggregazione sociale, produrre e consumare cultura, sperimentare nuove idee per dare vita a nuovi progetti economici e produttivi da costruire e realizzare in autonomia. I progetti innovativi sono tanti, ma basterebbe realizzarne uno:  il tool box. Uno spazio comune dove il lavoro autonomo diventa sociale, dinamico, condiviso. Luoghi dedicati alle aziende, ai professionisti e alle nuove generazioni di freelance, per unire autonomia e contaminazione in un ambiente attivo e sostenibile. In puro spirito coworking.
Il territorio e l'ambiente, da promuovere, rendere più salubre, sicuro ed attrattivo valorizzando le sue eccellenze, parchi storici e verde urbano, parchi sportivi e parchi agricoli, difendendolo dall'attacco di interessi esterni alla città e dalla speculazione economica fondata sul continuo consumo di suolo.
La cultura, da intendere in modo moderno e metropolitano, non localista e dopolavoristico, come strumento fondamentale di integrazione della attuale città sconnessa. A Paderno Dugnano possono essere progettati e realizzati una serie di nodi culturali, attivi ed attrattivi, aperti e interconnessi, che messi in rete daranno vita alla nuova città virtuale la cui downtown, c'è già, la Biblioteca Tilane e l'Area Metropolis 2.0, un complesso che deve diventare la base della nuova infrastrutture da realizzare, centri di produzione e non solo di fruizione o meri contenutori di cultura.
Viabilità e trasporti, un nuovo modello che si basi non su nuove autostrade urbane, ma sulla integrazione positiva e sostenibile di diversi sistemi di trasporto basati sull'auto e sulla bicicletta, sulla pedonalita e sul trasporto pubblico affermando che sono tutti quanti alla pari, rifiutando la dittatura di una tecnologia (obsoleta e inquinante) qual è in motore a scoppio e creando nuove infrastrutture per l'intermodalità: parcheggi, percorsi dedicati, semafori, per auto, bus, ciclisti e pedoni.
 

4 commenti:

Valentina ha detto...

Ciao Carlo ottima relazione e ottime proposte ma…riguardo alla Partecipazione ti rimando ad un tuo articolo e precisamente questo http://padernoforum.blogspot.it/2013/11/la-politica-e-il-buco-nero-dellio.html
Sei partito da questa frase di un tuo giovane amico che ti faceva una proposta:Bisogna ripartire dall'aggregazione ad esempio unendo aspetti ludici e culturali per dare un’immagine del 'serio ma non troppo' che strappi i cittadini dal torpore e dalla rassegnazione e che li spinga ad interessarsi alla cosa pubblica". e hai fatto una critica ai giovani anche piuttosto antipatica. Oggi in questa relazione ritroviamo la stessa proposta anche se un po' rimaneggiata
Le sedi di quartiere devono venire gestite e tenute aperte dai nuovi organismi volontari (comitati di quartiere) per riunioni ed eventi politici, sociali e culturali...
Forse questi nuovi organismi volontari a cui ti riferisci sono solo over 50? O stai scrivendo di ripartire dall’aggregazione? No perché così sembra…
Mi torna alla mente quanto da te scritto Oggi i giovani ... guardano al mondo partendo dalle loro percezioni soggettive, credono che inseguire i propri "vorrei" in modo ludico, "serio ma non troppo", sia il modo nuovo e vincente di far politica.
In questa relazione segnali delle proposte politiche in cui parli di unire la cultura e la musica (vedi la voce centri commerciali naturali)un luogo dove le relazioni tradizionali tra cittadini si ricostituiscono naturalmente.
Praticamente cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia... Quindi sono i giovani che sono "viziati" che non capiscono come fare politica oppure questi stessi giovani hanno, infine, idee non lontane dalle tue?
Non mi è molto chiaro a questo punto il tuo pensiero. Vorrei capire com'è possibile che una stessa proposta fatta da persone diverse diventa una volta una cosa negativa (anzi peggio, degna di una critica alla classe giovanile) e un'altra invece una proposta da seguire....

Sai che hai la mia stima e il mio affetto ma sinceramente a volte proprio non ti capisco..
Valentina

carlo arcari ha detto...

Cara Valentina, nessuna critica ai "giovani" in quanto tali. C'è però da sottolineare una grande diversità di approccio che a me appare evidente. Aggregazione e partecipazione sono due cose diverse e la prima non produce l'altra, ma casomai è il contrario. La partecipazione democratica alla gestione delle risorse del territorio, che è il principale obiettivo politico da realizzare, non ha come fine l'organizzazione di iniziative ludiche di aggregazione nei quartieri. Queste si possono fare e si fanno anche senza l'istituzione di un organismo di partecipazione politica come quello da me descritto. Ci pensano già le associazioni e le altre forme di aggregazione esistenti.
Compito di una nuova politica della partecipazione è dare ai cittadini gli strumenti che li mettono in condizione di conoscere e deliberare direttamente sulle scelte che riguardano il loro territorio e la qualità della loro vita. C'è una grande differenza mi pare.
Il tuo accenno ai centri commerciali naturali e alla loro realizzazione ripropone lo stessa differenza di approccio. tu ti fermi alla musica, ma dietro questo modello di commercio di vicinato non c'è solo l'intrattenimento come tu sembri credere. C'è innanzi tutto la scelta urbanistica e amministrativa di realizzare un'area a traffico limitato o pedonale, servita da parcheggi di prossimità, animata da negozi che propongono un certo tipo di prodotti, insomma una proposta politica e un investimento finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei centri storici cittadini.
La politica viene sempre prima e se non c'è, non si fa niente. L'evento non è il fine, ma solo uno dei tanti mezzi di cui la politica si serve.

Valentina ha detto...

Il problema nel parlare con te è che dai per scontate troppe cose...e limiti l'intelligenza altrui..liimiti le proposte altrui e rimaneggi a tuo comodo molto di quello che altri scrivono...
Sembri sempre in guerra a prescindere.. peccato..

carlo arcari ha detto...

Cara Valentina, redo di avere risposto in modo esauriente e argomentato alle tue domande. Prendo atto che queste risposte non ti sono piaciute perché ritieni siano "manipolatorie" e "limitino la tua intelligenza". Mi spiace, ci vediamo alla prossima festa...