lunedì 21 ottobre 2013

Partecipazione: oltre i consigli, oltre i quartieri

Dopo i sommari delle proposte di Gianfranco Massetti e di Mauro Anelli, pubblico anche la mia per arricchire la riflessione prima del confronto di venerdì sera.

Il tema della partecipazione è centrale nel dibattito sul nuovo modello di relazione tra cittadini e istituzioni. La buona politica di cui la città ha bisogno e il successo della sua applicazione, dipenderanno direttamente dall’ampia partecipazione che si saprà assicurare lungo tutto il percorso degli atti amministrativi, dall'elaborazione all'esecuzione.
Attraverso la consultazione e la condivisione dei progetti, la futura amministrazione potrà confrontarsi con i cittadini,  acquisire le informazioni necessarie per la formulazione delle sue strategie, coinvolgerli nelle scelte e misurarne insieme la validità.
Io vedo la partecipazione come un percorso di cambiamento, una strategia e un metodo in continua evoluzione che procedendo innesca il processo di innovazione della democrazia in senso partecipativo e inclusivo, verso un modello di società aperta che risponda meglio alla complessità del nostro tempo. Complessità che riguarda allo stesso modo l'area metropolitana, la città, il quartiere.
La partecipazione si rivolge a tutti i cittadini in quanto tali (inclusi gli stranieri residenti), alle associazioni di categoria, di volontariato, sociali, culturali, sportive,  partendo dalla fase di iniziativa a quella decisionale di un progetto amministrativo, attraverso fasi successive definite e formalizzate ma al tempo stesso elastiche e aperte all’innovazione in cui le strutture politico rappresentative e quelle tecnico burocratiche delle istituzioni (Giunta, Consiglio comunale e Uffici comunali) interagiscono continuamente con i cittadini attraverso nuovi strumenti partecipativi che prendano il posto di quelli cancellati o rimossi.
A livello di Quartiere, ad esempio, non è possibile pensare di ricostruire Consigli i cui membri siano stati candidati da forze politiche ed eletti dai cittadini, per far parte di organismi che in quanto tali sono privi di ruolo e potere. Questo è quello che avveniva un tempo e l'esperienza ci ha insegnato che il modello non funziona.
Non mi convince nemmeno l'idea di ricostruire i Consigli chiamando a farne parte cittadini candidati da altri soggetti diversi dai partiti (associazioni, comitati, parrocchie, ecc.). Ad essere superato, a mio avviso è infatti il vecchio concetto di rappresentanza basata sulla delega di tipo elettivo.
Il modello che propongo si basa su strumenti di democrazia diretta che non negano quelli della rappresentanza, ma si affiancano ad essi, alla pari: l'Assemblea di Quartiere, il Comitato di gestione della Sede di Quartiere che eroga servizi di ascolto e informazione su base volontaria, i portavoce del quartiere nominati di volta in volta dall'Assemblea.
L'Assemblea si riunisce periodicamente a date fisse (ad es. ogni tre mesi) per discutere i problemi e le proposte avanzate dai cittadini, ma può venire convocata per necessità da 20 cittadini che ne fanno richiesta proponendo un Ordine del Giorno. L'Assemblea riunita è sovrana, elegge ogni volta il presidente, discute, propone soluzioni, vota. Le sue deliberazioni vengono affidate a un portavoce nominato dall'assemblea che porta le richieste all'Ordine del Giorno del Consiglio Comunale.
Lo strumento di confronto delle diverse assemblee di quartiere su tutti i temi di interesse che superano l'ambito locale (sanità, scuola, ambiente, casa, infrastrutture, servizi, ecc.) è l'Assemblea dei Quartieri che si riunisce prima delle gradi scelte amministrative quali la redazione dei Bilanci e dei Piani territoriali. In questa sede l'Assemblea dei Quartieri prende atto delle priorità e delle azioni proposte dalla Giunta, le discute, le emenda, le respinge o le approva e la loro decisione viene portata alla discussione del Consiglio Comunale.
Altri strumenti di partecipazione non focalizzati sul territorio e le risorse dei singoli Quartieri, ma che trattano temi che interessano tutta la città, sono le Consulte. Organismi frutto dell'impegno e del bisogno di esprimere cittadinanza manifestato della società civile, che hanno la funzione di coordinare, mettere in rete, far collaborare e sostenere le attività delle associazioni che attualmente si occupano di produrre e diffondere cultura (67), volontariato sociale (18), pratica sportiva (54), di categoria (6), nazionali (17).
Il loro ruolo diventa importante nella fase di consultazione che precede la progettazione e l'implementazione delle politiche culturali, sociali, per lo sport, la difesa della salute, le politiche sociali, per l'ambiente, il lavoro e lo sviluppo economico della città, soprattutto nei casi in cui la collaborazione tra amministrazione e associazioni consente di erogare servizi ai cittadini che il Comune in quanto tale e con le sue sole risorse ha difficoltà a garantire.
Assemblee di Quartiere e Consulte possono diventare così strumenti fondamentali per la crescita e la valorizzazione del capitale sociale di tutta la città.

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