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Segesta invece offre due splendidi resti del suo passato miracolosamente rimasti intatti: il
tempio dorico che si erge da 2.400 anni su una collina bassa di fronte alla città e il teatro del III secolo a.C. costruito sulla cima del monte Barbaro sopra la città. Ambedue i monumenti hanno una particolarità. Il tempio è stato costruito senza tetto né cella rituale (finiti i soldi a causa della guerra con Selinunte?) mentre il teatro è l'unico rivolto a Nord al contrario del solito.
La nostra giornata si è conclusa con una gita naturalistica alla scoperta della Riserva dello Zingaro, l'area protetta che si può visitare grazie a un sentiero pedonale lungo sette-otto chilometri che si snoda a mezza costa tra Scopello e Capo San Vito. La Riserva di 1.600 ettari è frutto di una imponente mobilitazione pubblica che ha coinvolto nel 1981 migliaia di persone. La sua vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea, carrube, rosmarino lentisco, ginestre, oliastri e palme nane.
Sopra le nostre teste mentre arranchiamo sulle pietre del sentiero volteggiano falchi e poiane e lo sguardo si allarga alle numerose calette, faraglioni e rocce a strapiombo della costiera. Dopo una mezz'ora eravamo stanchi e ci siamo buttati a mare nella prima caletta che abbiamo trovato, ovviamente la più affollata, ma il mare blu era meraviglioso.
In serata siamo poi arrivati a Palermo dove passeremo oggi la nostra ultima giornata in terra di Sicilia. Questa sera infatti prenderemo il traghetto per Napoli. Non prima però di avere visitato qualche meraviglia della città: la Cattedrale, Palazzo dei Normanni, la cripta dei Cappuccini e il duomo di Monreale.
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