mercoledì 5 giugno 2013

Se questo è un cittadino


Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni arrestato per droga il 16 ottobre 2009 e morto di fame e sete sei giorni dopo all'ospedale Pertini di Roma. L'immagine del suo cadavere dimostra che il giovane prima di morire è stato massacrato di botte mentre era nelle mani dello Stato che aveva il dovere di tutelarlo e invece lo ha ucciso. Per la sua morte non ha pagato nessuno, sono stati tutti assolti, come è accaduto in decine, centinaia di altri casi. E' per questo motivo che in Italia i cittadini hanno paura dello Stato e considerano giustamente la ferocia delle sue istituzioni il principale nemico e un serio pericolo per la loro incolumità.

6 commenti:

Gianni Rubagotti ha detto...

Ti correggo, non sono botte ma "cedimento strutturale"...

Anonimo ha detto...

Meglio tacere e dare l'impressione di essere sciocchi piuttosto di aprir bocca e togliere ogni dubbio.
Rubagotti anche qui ha perso un'altra occasione.

adriano tominetti ha detto...

Uva, ALdrovandi, Cucchi, il G8, la Diaz, quanti ce ne dovranno essere ancora prima che l'Italia contempli il reato di tortura?

Anonimo ha detto...

Caro anonimo,spiegami perché la feroce ironia di Rubagotti è da censurare,o forse pensi che stesse parlando sul serio.
pierino favrin

Gianni Rubagotti ha detto...

Anonimo, il detto vale per te.
Se conoscessi un po' di storia italiana sapresti che "cedimento strutturale" è stata una tesi usata per cercare non di trovare la verità ma di bloccare la sua ricerca.
Infatti sotto questo significato l'ha utilizzata anche Guzzanti in un suo monologo.
Hai fatto bene a non firmarti...

http://www.stragi80.it/rassegna/settimanali/Left_020207.pdf

Gianni Rubagotti ha detto...

Ad Adriano Tominetti ricordo che è in corso la raccolta di firme per una proposta di legge per introdurre il reato di tortura.
Abbiamo fatto avere i moduli al comune e raccolto le firme a tavoli annunciati da questo blog.
Hai firmato?