martedì 11 giugno 2013

Il Centrosinistra vince, ma a perdere è forse la democrazia

Ricevo da Gianfranco Massetti questo primo commento sui risultati delle elezioni amministrative che hanno visto la vittoria ovunque del centro sinistra in uno scenario dominato dall'astensione al voto.

Il centrosinistra vince dappertutto e intorno al PD: questo è un fatto. I successi a Treviso, Brescia, Roma e qui da noi Cinisello Balsamo e Bresso, solo per citarne alcuni, sono un fatto rilevante. Non era scontato, dopo la delusione della non vittoria alle politiche e l’esito che ha portato il PD al governo delle larghe intese con il PDL. 
Forse c’è ancora una grande parte dentro il centrosinistra (e dentro il PD) che non si rassegna e ha voglia di cambiamento. Sbaglia chi come il ministro Zanonato,  legge questi risultati come un via libera al governo delle larghe intese. Per il semplice fatto che, da nessuna parte, il PD e il centrosinistra si sono presentati con il volto del governo Letta, ma invece hanno puntato sul programma e l’immagine della coalizione di centrosinistra denominata “Italia Bene comune”. Ad una prima lettura, a caldo, c’è da segnalare anche la sconfitta del M5S un po’ dappertutto ma quello che più impressiona è il dato del non voto. 
Un italiano su due e anche un italiano su tre (a Cinisello) sono la certificazione lampante di un distacco largo dalla politica, anche locale. Insomma un dato non rassicurante per nessuno: né per chi ha vinto (il PD e il centro sinistra) né per chi ha perso (il PDL e il M5S).  E’ questo il dato a cui guardare con attenzione e con preoccupazione. Innanzitutto perché questo voto può considerarsi molto instabile: bastano poche decine di elettori per ribaltare le percentuali e il senso generale del sentimento cittadino e del quadro politico amministrativo conseguente. 
Il risultato ci dice che bisogna invece impegnarsi per recuperare un rapporto tra istituzioni locali e cittadini a partire dai territori. Se il centrosinistra ha vinto è perché ha presentato coalizioni e candidati più credibili di quelli della destra e del M5S, proprio nei Comuni. Come ha detto, su “Il manifesto” di domenica 9 giugno, un commentatore:  “è dalle trincee comunali che può iniziare la ricostruzione di una forma di partecipazione,la voglia di cambiare le cose. Su ogni aspetto della nostra vita, dai servizi (l’acqua,la casa,la salute), alla vocazione del genius loci (la cultura, la rete, i giovani), comincia dalla dimensione urbana, metropolitana. E’ tuttavia dalla dimensione locale che si può ricominciare a costruire l’alternativa”.
Un dato che dovrebbe spingere ancora di più tutti a rompere gli indugi e i tatticismi e a gettarsi, con generosità, nella costruzione di una coalizione e un programma innovativo per il futuro della nostra città. Non resta molto tempo al Centrosinistra e al PD per mostrare le sue credenziali alla titolarità di un cambiamento di una amministrazione cittadina ormai asfittica e impantanata nella gestione corrente degli interessi particolari.  

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