martedì 9 aprile 2013

Sviluppo: tenere bassa l'IMU non serve a fermare la decrescita

Lo studio "Indicatori fiscali e tariffari di attrattività del territorio", condotto da Assolombarda, che prende in esame la pressione fiscale cui sono sottoposte le imprese dislocate in 55 comuni dell'hinterland milanese (oltre 4.090), ha messo in agitazione l'Ufficio Stampa del sindaco Alparone. 
La notizia che Paderno risulta uno dei comuni con l'indice complessivo di fiscalità più basso del Nord Milano, ripresa dai giornali on line e dai blog, ha indotto il primo cittadino padernese (che alla scelta di tenere bassa l'IMU ha affidato tutta la sua iniziativa in tema di sviluppo e occupazione) a produrre e diffondere il solito comunicato autocelebrativo con il quale tentare di coprire il sostanziale nulla di fatto dalla sua amministrazione sul fronte del lavoro.
Un nulla di fatto, che le continue chiusure di aziende padernesi dovute a delocalizzazioni e fallimenti sottolineano. Tenere bassa la pressione fiscale, cioè l'IMU, la TARSU e l'IRPEF comunali, non è sufficiente a fermare il processo di decrescita né tantomeno ad attirare nuove imprese sul territorio e nuova occupazione. Lo dicono purtroppo i fatti, cioè il numero delle chiusure e dismissioni non compensate da nuove aperture. Diversamente il sindaco avrebbe avuto qualche cosa di più concreto da sbandierare per affermare che la sua politica paga.
A fronte della crisi di sistema che sta sommergendo il Paese, infatti, qualche punto di IMU in meno non serve a molto. Ci vuol ben altro per rimettere in moto il motore della crescita. Quello che la crisi impone, a Paderno come in molte altre parti d'Europa, è la definizione di un nuovo modello economico e produttivo che metta a reddito risorse di cui l'Italia abbonda, ma fino ad ora non ha riconosciuto come tali: cultura, storia, ambiente, life style.
Anche la nostra città le possiede, misconosciute e non valorizzate, ma pensare che possa essere la destra di governo a farlo è un'illusione. Prima, durante e dopo le elezioni comunali del 2009, infatti, l'attuale maggioranza non ha fatto altro che dileggiare e negare quanto di buono il centro sinistra aveva realizzato in questo senso, a partire dalla costruzione della Biblioteca Tilane che veniva definita "una cattedrale nel deserto" e ancora oggi è considerata una fonte di spesa e non un investimento da rendere produttivo. 
Se avrà la lungimiranza e la chiarezza di visione di porre queste risorse al centro della sua proposta elettorale nel 2014 il centro sinistra potrà farlo e aprire così la strada all'innovazione e allo sviluppo.

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