Di fronte a un ambiente
straordinario, quale il Parco Reale di Monza, realizzato due secoli
fa dall'architetto Canonica su commessa del Vicerè Eugenio
Beauharnais, con l'intento preciso di farne un parco monumentale, una
riserva naturalistica e faunistica, un'area agricola di fattorie
modello centro di sperimentazione di nuove colture, l'ente locale non riesce a
pensare ad altro che snaturarne l'identità per destinarlo a funzioni
"moderne".
Mentre invece dovrebbe amarlo, conservarlo, mantenerlo e valorizzarlo secondo le funzioni originarie che oggi più che mai sono preziose e apprezzate dai cittadini italiani ed europei. Perché il Parco di Monza non è dei monzesi, ma è un patrimonio storico naturalistico che appartiene a tutti.
Mentre invece dovrebbe amarlo, conservarlo, mantenerlo e valorizzarlo secondo le funzioni originarie che oggi più che mai sono preziose e apprezzate dai cittadini italiani ed europei. Perché il Parco di Monza non è dei monzesi, ma è un patrimonio storico naturalistico che appartiene a tutti.
La cosa deludente è che su questo
punto destra e sinistra sembrano davvero uguali, unite dal bisogno di "riempire"
con la loro paccottiglia consumista un luogo prezioso frutto di un
progetto originale lasciato in eredità da una storia e da una
cultura che non capiscono e dunque negano.
E' un'atteggiamento "plebeo"
quello che ha spinto in passato la giunta berluscoleghista monzese a
favorire l'allargamento di un Autodromo obsoleto e a tentare di
installare dentro al Parco un distributore di carburanti per
affermare la sua ideologia motorista, ma lo è anche quello delle
giunte di centro sinistra del passato e del presente che hanno preteso e pretendono
di usarlo come contenitore di mostre temporanee o permanenti e
manifestazioni di intrattenimento di massa molto discutibili e devastanti.
L'idea di "riempire" con le cose più disparate il Parco storico, considerato evidentemente un contenitore "vuoto" senza funzione e privo di valore in se, accomuna, insomma, i reazionari di destra quanto i democratici di sinistra.
Bene ha fatto il Comitato per il Parco
Antonio Cederna a dichiarare la sua totale opposizione alla
realizzazione di una rassegna musicale proposta dalla società Vivo
s.r.l. del Gruppo Warner. Il sindaco Scanagatti (PD), di fronte alla
protesta, ha rinviato una decisione in merito subordinandola alla
verifica della possibilità di tenere questa serie di manifestazioni
all’interno dell’autodromo. Si tratta , infatti, di un programma
di 3/5 grandi concerti con una presenza di 30.000/40.000 spettatori
ciascuno e con possibilità di campeggio. I concerti si terrebbero
nel prato del Roccolo ed il campeggio in quello della Gerascia. La
manifestazione si ripeterebbe negli anni successivi.
Il Comitato considera devastante
l'impatto di questa massa di spettatori sull'ecosistema fragile del
Parco e ricorda al Sindaco e agli altri componenti del Consiglio di
Gestione che l’area del Roccolo è stata riqualificata nel 2006
grazie ad un finanziamento di 6.000 dollari che il Comitato stesso
aveva ottenuto dalla società statunitense Patagonia e che aveva
devoluto all’amministrazione per i lavori di piantumazione. Tali
aree sono altresì prossime ad altre due, che sono state oggetto
pochi anni orsono di riqualificazione arborea e che necessitano
quindi di tutela.
Si farà invece (purtroppo) a marzo la
mostra "Dinosauri in carne e ossa", organizzata dal
Consorzio di gestione di Parco e Villa Reale di Monza, con la
collaborazione dell’associazione Paleontologica di Parma. Una
manifestazione di gusto discutibile che invederà il parco storico
con diversi mastodonti in vetroresina, T-Rex, Velociraptor, Mammout e
Triceratopi a grandezza naturale che verranno sistemati sui prati. Ma
è così difficile anche per i progressisti e i democratici capire
che un bene storico non è uno stadio per concerti rock nè un luna
park?
2 commenti:
Grande Carlo, sempre attivo.
Fa piacere rileggerti dopo tempo.
Qui a Monza è dura: cemento, cemento, cemento dappertutto.
E poi questo schifo dei concerti al Parco.
Noi del Comitato Parco e dei vari comitati locali facciamo il possibile, ma è davvero dura: uno dei momenti più brutti della storia del nostro gioiello verde.
Un saluto da Monza e grazie per il tuo articolo
Matteo Barattieri
Monza
Ciao Matteo, grazie dell'attenzione. Come vedi a mio modo porto avanti l'insegnamento di Peppino tenendo sempre d'occhio la "sua" Monza.
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