venerdì 22 febbraio 2013

Dopo il dolore, la riflessione

Habtamu, l'adolescente portato dall'Etiopia a Paderno Dugnano dalla sua famiglia adottiva si è tolto la vita. Non è stato un fulmine a ciel sereno come spesso capita nei suicidi e in particolare in quelli degli adolescenti. C'erano stati dei segnali prima, il più clamoroso dei quali era stata la fuga verso l'Africa tentata un anno fa che si era conclusa senza danni con il ritorno a casa.
Le reazioni della città alla notizia della sua morte sono state diverse. La prima è stata espressa dalla cerchia amicale e parrocchiale della famiglia del ragazzo suicida, riassunta dal messaggio dei capi scout di Cormano pubblicato sul blog La Scommessa: "Ci è giunta la notizia della nascita all’eternità di Habtamu, uno dei 'nostri ragazzi', uno scout del nostro Gruppo. Non ci sono parole adatte per esprimere il dolore che ciascuno di noi sente. Affidiamo il nostro dolore e sgomento al Signore, nella certezza che accoglierà Habtamu tra le Sue braccia".
La seconda, espressa dalla comunità più larga nella quale Habtamu viveva, è ben rappresentata da quanto pubblicato da Gianfranco Massetti sul suo sito, ripresa ieri da Padernoforum: "Non so nulla della sua vita ,della sua famiglia e dei tormenti che lo hanno portato sulle strade del cielo, verso la sua Africa. So che, come cittadino di una Comunità, mi sento sconfitto se questo esito è anche minimamente frutto di una nostra mancanza, di una nostra assenza, di una nostra esclusione".
La terza è quella di un messaggio anonimo giunto al mio blog che pubblico oggi perché rappresenta un sentire diffuso nella nostra comunità: "Forse ci si dovevano porre delle domande già dalla prima fuga, forse preferiva vivere con i suoi fratelli in Somalia e si poteva fare un'adozione a distanza, rispettando le scelte del ragazzo...".
La prima e la terza di queste reazioni esprimono la tendenza a mantenere l'episodio fuori dal contesto sociale, come se le ragioni alla base del gesto estremo del giovane siano da ritenere misteriose e insondabili "la nascita all'eternità", oppure all'estremo opposto, frutto di un errore banale nella modalità di adozione.
La seconda reazione, umana e laica: "Come cittadino di una Comunità, mi sento sconfitto se questo esito è anche minimamente frutto di una nostra mancanza", è quella che condivido.
Dopo il momento del dolore e del rispetto per le famiglie, credo anch'io, come scrive Massetti, che bisognerà trovare il modo di interrogarsi tutti, come comunità educante ed accogliente (tutte le "agenzie educative" padernesi sono infatti coinvolte in questo tragico fallimento),  per fare una riflessione più profonda sulla vita di queste nostre “nuove” famiglie. 
"Troppo male ha già causato l’indifferenza" e la crisi economica, sociale e morale nella quale viviamo non deve aggravare il danno.

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