Le reazioni della città alla notizia della sua morte
sono state diverse. La prima è stata espressa dalla cerchia amicale e parrocchiale della famiglia del
ragazzo suicida, riassunta dal messaggio dei capi scout di Cormano pubblicato
sul blog La Scommessa: "Ci è giunta la notizia della nascita
all’eternità di Habtamu, uno dei 'nostri ragazzi', uno scout del
nostro Gruppo. Non ci sono parole adatte per esprimere il dolore che
ciascuno di noi sente. Affidiamo il nostro dolore e sgomento al
Signore, nella certezza che accoglierà Habtamu tra le Sue
braccia".
La
seconda, espressa dalla comunità più larga nella quale Habtamu viveva, è ben rappresentata da quanto
pubblicato da Gianfranco Massetti sul suo sito, ripresa ieri da Padernoforum: "Non
so nulla della sua vita ,della sua famiglia e dei tormenti che lo
hanno portato sulle strade del cielo, verso la sua Africa. So che,
come cittadino di una Comunità, mi sento sconfitto se questo esito è
anche minimamente frutto di una nostra mancanza, di una nostra
assenza, di una nostra esclusione".
La
terza è quella di un messaggio anonimo giunto al mio blog che
pubblico oggi perché rappresenta un sentire diffuso nella nostra
comunità: "Forse ci si dovevano porre delle domande
già dalla prima fuga, forse preferiva vivere con i suoi fratelli in
Somalia e si poteva fare un'adozione a distanza, rispettando le
scelte del ragazzo...".
La prima e la terza
di queste reazioni esprimono la tendenza a mantenere l'episodio fuori
dal contesto sociale, come se le ragioni alla base del gesto estremo
del giovane siano da ritenere misteriose e insondabili "la
nascita all'eternità", oppure all'estremo opposto, frutto di un errore banale nella
modalità di adozione.
La seconda
reazione, umana e laica: "Come cittadino di una
Comunità, mi sento sconfitto se questo esito è anche minimamente
frutto di una nostra mancanza", è quella che condivido.
Dopo il momento del
dolore e del rispetto per le famiglie, credo anch'io, come scrive Massetti, che bisognerà trovare il modo di interrogarsi tutti, come comunità educante ed accogliente (tutte le "agenzie educative" padernesi sono infatti coinvolte in questo tragico fallimento), per fare una riflessione più
profonda sulla vita di queste nostre “nuove” famiglie.
"Troppo
male ha già causato l’indifferenza" e la crisi economica, sociale e morale nella quale viviamo non deve aggravare il danno.
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