mercoledì 23 gennaio 2013

Elezioni: Alparone chiede a Salgaro di dimettersi


Le elezioni si avvicinano e il momento della verità incombe. La destra cittadina è in fibrillazione e i boss locali del PdL hanno messo alla frusta i ragazzi del risorto megafonino comunale che, nelle ultime settimane, aveva pigolato sempre più piano. 
Da Natale alla metà di gennaio, infatti, avevano pubblicato quasi soltanto dei riempitivi: cartoline, ricette, comunicati sui servizi comunali, robetta. Poi, dopo la sortita del loro cavaliere nero in TV, si sono improvvisamente ringalluzziti: forse non tutto era perduto. 
Hanno cominciato a dare segni di vitalità pubblicando un sondaggio che mostrava Berlusconi in forte ripresa, naturalmente quello più spudoratamente ottimista tra i tanti disponili, poi hanno proseguito mettendo in scena la pantomima del "gran rifiuto" per amore della città del loro sindaco a una fantomatica candidatura "sicura" al Senato. Oggi confermano la ritrovata militanza pubblicando con grande evidenza la richiesta di dimissioni dell'assessore Salgaro da parte del segretario PdL, Elia Torraca.
La notizia dunque è la seguente: Alparone fa fuori Salgaro. Per quale motivo? Perché è assente, deludente, poco incisivo e privo di idee, inadeguato al compito, inaffidabile come amministratore, poco collaborativo ed estraneo? No, affatto, Salgaro deve dimettersi perché si è presentato alle elezioni regionali e politiche come candidato di un altro partito, la lista Fratelli d'Italia, messa in piedi a Roma da Crosetto-Meloni e a Milano dai fratelli Larussa. Una lista quasi civetta, di ex ministri ed esponenti fidati di Berlusconi, incaricati dal Cav di rastrellare qualche voto dell'elettorato di destra stanco del PdL. Come si vede la motivazione di questa richiesta di dimissioni non sembra proprio rispondere ad alte ragioni politiche. Tanto più che Salgaro non è un eletto dal popolo (nel 2009 non si era candidato), ma un assessore nominato direttamente dal sindaco.
La motivazione più probabile è forse un altra: Alparone vuole liberare in giunta una poltrona occupata da un personaggio incolore e inutile per assegnarla, in vista dei delicati passaggi elettorali che lo aspettano da qui all'anno prossimo, a qualche portatore di voti più interessante. E lo comunica alla città nel suo solito modo trasversale e ambiguo.
Quello che va sottolineato è che i boys di Paderno7, fino a ieri lamentosi e critici di fronte al degrado e allo sfacelo del loro ex partito, quelli che avevano inviato il 5 gennaio, via Twitter, a Mario Monti, una proposta di collaborazione, anzi una precisa richiesta di "venire coinvolti nel progetto", hanno risposto prontamente all'appello di Torraca, prestandosi alla bisogna quasi avessero ritrovato di colpo ruolo e identità perduti . In cambio di quali promesse non si sa, magari di nessuna. I giovani sono così generosi.

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