Al centro del piano di Giovanna Camusso
ci sono i giovani e la creazione di posti di lavoro, obiettivo al
quale possono essere destinati 50-60 miliardi di euro nel triennio.
Secondo la CGIL, la sua attivazione avrebbe un impatto, nel
2013-2015, di un +2,9% sull'occupazione, +3,1% sul Pil e riporterebbe
la disoccupazione ai livelli pre-crisi.
Il tasso di disoccupazione quindi
potrebbe scendere al 7% nel 2015 (9,6% nel 2013 e 8,5% nel 2014). Il
Pil, sempre sulla base delle stesse proiezioni, potrebbe segnare una
crescita cumulata del 3,1% e una forte spinta arriverebbe dagli
investimenti (+10,3% sempre nel triennio).
Queste misure porterebbero anche
all'aumento del reddito disponibile (+3,4%) e ai consumi delle
famiglie (+2,2%). Le risorse vanno destinate principalmente a un
piano straordinario di creazione "diretta" di posti di
lavoro (15-20 miliardi), al sostegno all'occupazione e agli
ammortizzatori sociali (5-10 miliardi), ad un nuovo welfare (10-15
miliardi), ai progetti operativi (4-10 miliardi) ma anche alla
restituzione fiscale (15-20 miliardi). Per recuperarle la strada è
quella della riforma organica del sistema fiscale, con un
allargamento delle basi imponibili, una maggiore progressività delle
imposte ed una patrimoniale sulle grandi ricchezze, insieme ad un
recupero strutturale dell'evasione con entrate previste in almeno 40
miliardi annui.
Altri 20 miliardi di risparmi
strutturali possono essere generati dalla riduzione dei costi della
politica e degli sprechi e dalla redistribuzione della spesa
pubblica. Insieme ad un utilizzo programmato dei Fondi strutturali
europei. Anche il riordino delle agevolazioni e dei trasferimenti
alle imprese può consentire il recupero di almeno 10 miliardi. Il
piano punta anche su un ritrovato protagonismo dell'intervento
pubblico come "motore" dell'economia basato sul ruolo della
Cassa depositi e prestiti.
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