sabato 20 ottobre 2012

Femminicidio: fermare la violenza maschile


Sono padre di tre figlie femmine e oggi, dopo l'ennesima uccisione "per amore" di una ragazza di 17 anni da parte del suo ex fidanzato incapace di accettare la sua piccola sconfitta di maschio insicuro, invito tutti a riflettere su questo fenomeno del nostro tempo che è il femminicidio. A riflettere e ad agire, come genitori, come educatori, come cittadini.
(Da il Corriere.it)  Un centinaio di donne uccise dall’inizio dell’anno (101), e parliamo quasi sempre di delitti che hanno a che fare con relazioni sentimentali finite o malate. Cento storie più o meno fotocopia: i litigi, i soprusi, la sopraffazione crescente fino alla violenza cieca. Fino all’omicidio. Fidanzati, mariti, amanti, spasimanti, ex. Persone che hanno scelto di uccidere invece di fermarsi, di armarsi e colpire lei invece di «curare» le proprie gelosie folli o il panico da abbandono. Una contabilità impervia dove i numeri non riescono mai a quadrare. E i volti non riescono sempre ad affiorare. Ci sono le storie delle quali raccontiamo dettagli qui (le abbiamo cercate negli schedari, negli archivi delle cronache, ci hanno aiutato i dati raccolti dalla "Casa delle donne per non subire violenza" di Bologna). Ciascuna corrisponde a una donna uccisa per mano di un marito geloso, un innamorato abbandonato, un corteggiatore respinto, un ex qualsiasi di tempi più felici e perduti. La lista è più lunga se contiamo le donne scomparse o quelle ammazzate per ragioni legate alla criminalità, si arriva quasi a una vittima ogni due giorni. Nel 2011 il numero delle uccise era 137 (dieci di meno nel 2010) e tutto lascia pensare che il 2012 si chiuderà, volendo essere ottimisti, con una cifra quantomeno simile.


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