Gentili lettori, vorrei sottoporre un
dubbio alla vostra attenzione.
Vivo in una casa di cooperativa
costruita negli anni ’70 su un terreno concesso in diritto di
superficie della durata di 99 anni.
Per poter comprare la casa costruitaci
sopra, tutti i proprietari nel 1979 pagarono circa 56 milioni di lire
per il diritto di superficie.
Nel 1998 a della sentenza protocollata
n. 15378 del 1990 che adeguava il prezzo del diritto di superficie,
furono pagati altri 425 milioni di lire (cioè 62.800 lire a mq.).
Ma i conti non tornano, quando nel 1979
il Comune espropriò il terreno ai proprietari lo pagò 3.000 lire al
mq. (prezzo di allora).
Oggi a distanza di 32 anni a seguito
delle varie legislazioni che lo hanno concesso, il Comune decide di
darci la possibilità di riscattare tale terreno, e decide che per
poter riscattare il terreno ormai strapagato, occorre corrispondere
un importo calcolato su 2.250 euro/mq. (valore immobile nuovo).
Ma se dai dati ricavati dall’Agenzia
del Territorio nel 2010 i prezzi degli immobili nelle aree
periferiche come la mia si attestano intorno a 1.250/1.500 euro a
mq.;
Perché dovrei pagare 1.000 euro a mq.
in più?
Pare che questo prezzo sia lievitato
perché riapprezzato a seguito del valore aggiunto dato dalla
costruzione che vi sta sopra. E poi siamo proprio sicuri che occorre
pagare il prezzo ad oggi e non quello dell’epoca? Non basterebbe
prendere il prezzo dell’epoca e rivalutarlo secondo gli indici
ISTAT?
Io sono un pensionato e le risposte non
le ho, so solo che dopo tutto ciò che ho speso per la casa
(abitazione in edilizia convenzionata di tipo economico popolare)
pagata allora 55 milioni di lire, nonostante il prezzo pattuito era
di 27 milioni di lire, il prezzo da pagare per riscattare il terreno
deciso dal Comune è di 7.707,00 euro.
Un condomino di
Via Agostino Novella 5
Paderno Dugnano
Al di la dei comunicati, delle prese di
posizione, dei parametri utilizzati, rimangono tante lettere
come queste che ci ricordano quanto i condomini abbiamo già
pagato, e che ne nessuno considera. E l’interrogativo di fondo
rimane, perché dobbiamo pagare ancora e perché, alle
condizioni imposte dalla Giunta Alparone e Bogani di Paderno Dugnano?
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