La cittadina padernese, Daniela Camorali (socia del Circolo Culturale Restare Umani) scrive sulla sua pagina Facebook questa storia di ordinario degrado che ci riguarda tutti. La foto è di Giovanna Baracchi (socia del Circolo Culturale Restare Umani).
Questa mattina, poliambulatorio del servizio pubblico vicino a casa. Vado per ritirare un esame medico e mi trovo davanti uno spettacolo davvero triste: l'ascensore che dalla strada porta all'edificio è fuori servizio e così pure quello che all'interno porta al piano, il primo, degli esami del sangue e altri ambulatori. Sono le 7.30 e io, con o miei 53 anni,sono l'utente di gran lunga più giovane...gli anziani sono i clienti di punta, diabete, cardiopatie, patologie varie che accompagnano questa nostra vita resa lunghissima dalla ricerca scientifica e da una spasmodica produzione farmacologica. Si spingono e aiutano a vicenda per cercare di vincere quelle due semplici ma ostili rampe di scale, unico accesso possibile. Nessun lamento, solo fiatone e sospiri di fatica.Nel mio cuore una tristezza infinita di fronte allo spettacolo dell'umiliazione dei basilari diritti civili inflitta a chi ha lavorato una vita e ci ha generato e sperato per noi e forse per se stesso un mondo migliore. L'ascensore è rotto, dicono, da tre settimane...e gli anziani? e i disabili? E' questa la riforma del welfare che pone al centro la persona? E' questo il prezzo dei tagli che nulla cambiano a chi continuerà a prendere stipendi d'oro, ma tutto cambiano a chi, come me oggi lavoratrice , anziana di domani, viene invitato a considerare lo spending review come una rivoluzione della concezione culturale delle abitudini socio economiche della nostra società??? Se qualcuno ha capito come questo possa farci stare meglio, per cortesia me lo spieghi!
La cittadina padernese, Daniela Camorali (socia del Circolo Culturale Restare Umani) scrive sulla sua pagina Facebook questa storia di ordinario degrado che ci riguarda tutti. La foto è di Giovanna Baracchi (socia del Circolo Culturale Restare Umani).
Questa mattina, poliambulatorio del servizio pubblico vicino a casa. Vado per ritirare un esame medico e mi trovo davanti uno spettacolo davvero triste: l'ascensore che dalla strada porta all'edificio è fuori servizio e così pure quello che all'interno porta al piano, il primo, degli esami del sangue e altri ambulatori.
Sono le 7.30 e io, con o miei 53 anni,sono l'utente di gran lunga più giovane...gli anziani sono i clienti di punta, diabete, cardiopatie, patologie varie che accompagnano questa nostra vita resa lunghissima dalla ricerca scientifica e da una spasmodica produzione farmacologica. Si spingono e aiutano a vicenda per cercare di vincere quelle due semplici ma ostili rampe di scale, unico accesso possibile. Nessun lamento, solo fiatone e sospiri di fatica.
Nel mio cuore una tristezza infinita di fronte allo spettacolo dell'umiliazione dei basilari diritti civili inflitta a chi ha lavorato una vita e ci ha generato e sperato per noi e forse per se stesso un mondo migliore. L'ascensore è rotto, dicono, da tre settimane...e gli anziani? e i disabili? E' questa la riforma del welfare che pone al centro la persona? E' questo il prezzo dei tagli che nulla cambiano a chi continuerà a prendere stipendi d'oro, ma tutto cambiano a chi, come me oggi lavoratrice , anziana di domani, viene invitato a considerare lo spending review come una rivoluzione della concezione culturale delle abitudini socio economiche della nostra società??? Se qualcuno ha capito come questo possa farci stare meglio, per cortesia me lo spieghi!
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