Il dibattito sul difficile, deludente o inesistente rapporto tra i giovani e la politica a Paderno Dugnano, dopo il mio intervento di ieri ha subito svelato le sue vere intenzioni e, nelle reazioni dei due blogger che lo avevano lanciato, il tema si è ridotto a una rituale critica della politica del PD e a me che ne sostengo le ragioni e credo nel suo valore come forza di governo.
Torno sull'argomento solo per osservare ancora una volta (ripetere giova) che a non piacermi non sono tanto i giudizi espressi dai due blogger (verbosamente uno e laconicamente l'altro), ma è l'approccio che respingo perché lo ritengo sbagliato.
Un partito che oggi si rivolge a 18-35enni non si rivolge ai "giovani", ma a degli adulti maggiorenni giunti i primi alle soglie del mondo del lavoro o dell'istruzione superiore, i secondi impegnati nelle professioni o nel loro ruolo di padri di famiglia. A questi soggetti non ci si deve rivolgere con un linguaggio o delle proposte ad hoc, ma semplicemente con il linguaggio e le proposte che si rivolgono a tutti i cittadini. Chi lo ha fatto in passato per fini esclusivamente elettorali ha creato aspettative e illusioni alle quali poi non ha dato seguito provocando delusione e disimpegno. Il PD giustamente non lo ha fatto e non lo farà in futuro.
Ai giovani, come a tutti i cittadini, il PD propone la sua carta degli intenti che è composta da 10 punti che vanno da "Visione" a "Responsabilita'', passando per "Democrazia", "Uguaglianza" e soprattutto "Lavoro". Li riprendo per comodità da una cronaca messa in rete dall'agenzia AGI.
Visione: "Noi non crediamo all'ottimismo delle favole, quello venduto nel decennio disastroso della destra. Crediamo, invece, in un risveglio della fiducia e soprattutto nel futuro degli italiani, a cominciare dai piu' giovani e dalle donne". E' il primo punto del documento del Pd, che punta su valori come "equita", la combinazione tra "rigore e cambiamento", ma soprattutto Europa, "lì dove Mario Monti ha avuto l'autorevolezza di riportarci dopo una decadenza che l'Italia non meritava. E poi, ridare credibilità alla politica, "colmare la faglia che si è scavata tra cittadini e politica".Democrazia: "In democrazia ci sono due modi di concepire il potere. Usare il consenso per governare bene. Oppure usare il governo per aumentare il consenso. La prima è la via del riformismo. La seconda è la scorciatoia di tutti i populismi e si traduce in una paralisi della decisione. Per noi il populismo è il principale avversario di una politica autenticamente popolare". Per il PD "la sola vera risposta al populismo è in una partecipazione rinnovata come base della decisione". Dunque, le parole chiave sono "difesa intransigente del principio di legalità, lotta decisa all'evasione fiscale, contrasto severo dei reati contro l'ambiente, rafforzamento della normativa contro la corruzione e un sostegno più concreto agli organi inquirenti e agli amministratori impegnati contro mafie e criminalità, vero piombo nelle ali per l'intero Paese. Sono questi gli impegni inderogabili e le coerenze richieste alla politica se vogliamo che i cittadini abbiano di nuovo fiducia nella democrazia".
Quanto alle riforme istituzionali, "siamo favorevoli a un sistema parlamentare semplificato e rafforzato, con un ruolo incisivo del governo e la tutela della funzione di equilibrio assegnata al Presidente della Repubblica. Riformuleremo un federalismo responsabile e bene ordinato che faccia delle autonomie un punto di forza dell'assetto democratico e unitario del Paese. Sono poi essenziali norme stringenti in materia di conflitto d'interessi, legislazione antitrust e libertà dell'informazione". Infine, "serve una politica sobria perchè se gli italiani devono risparmiare, chi li governa deve farlo di più. A ogni livello istituzionale non sono accettabili emolumenti superiori alla media europea. Ma anche questo non basta. Va approvata una riforma dei partiti, che alla riduzione del finanziamento pubblico affianchi una legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, e bisogna agire per la semplificazione e l'alleggerimento del sistema istituzionale e amministrativo".
Il terzo punto della Carta di intenti del PD è Europa: il progetto "va rilanciato". La ricetta è "il rafforzamento della piattaforma dei progressisti europei".
Lavoro: "Cuore del nostro progetto è la dignità del lavoratore da rimettere al centro della democrazia, in Italia e in Europa". Il primo passo da compiere "è un ridisegno profondo del sistema fiscale che alleggerisca il peso sul lavoro e sull'impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari. Quello successivo è contrastare la precarieta'". Il terzo passo "è spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti". Quarto passo "è mettere in campo politiche fiscali a sostegno dell'occupazione femminile".
Uguaglianza: "Per noi parlare di uguaglianza significa guardare la società con gli occhi degli 'ultimi'. Ma per il PD "nessun discorso sull'uguaglianza sta in piedi se non si rimette il Mezzogiorno al centro dell'agenda".
Sapere: "Non c'è futuro per l'Italia senza un contrasto alla caduta drammatica della domanda d'istruzione registrata negli ultimi anni". Bisogna quindi puntare sulla ricerca e la formazione.
Sviluppo sostenibile: "è tempo di cambiare spartito e ridare centralità alla produzione. Una politica industriale integralmente ecologica è la prima e più rilevante di queste scelte".
Beni comuni: "Per noi sanità, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non dev'esserci il povero nè il ricco. Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni - di tutti e di ciascuno - e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese. Ancora, l'energia, l'acqua, il patrimonio culturale e del paesaggio, le infrastrutture dello sviluppo sostenibile, la rete dei servizi di welfare e formazione, sono beni che devono vivere in un quadro di programmazione, regolazione e controllo sulla qualità delle prestazioni. Per tutto questo, introdurremo normative che definiscano i parametri della gestione pubblica o, in alternativa, i compiti delle autorità di controllo a tutela delle finalità pubbliche dei servizi".
Lavoro: "Cuore del nostro progetto è la dignità del lavoratore da rimettere al centro della democrazia, in Italia e in Europa". Il primo passo da compiere "è un ridisegno profondo del sistema fiscale che alleggerisca il peso sul lavoro e sull'impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari. Quello successivo è contrastare la precarieta'". Il terzo passo "è spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti". Quarto passo "è mettere in campo politiche fiscali a sostegno dell'occupazione femminile".
Uguaglianza: "Per noi parlare di uguaglianza significa guardare la società con gli occhi degli 'ultimi'. Ma per il PD "nessun discorso sull'uguaglianza sta in piedi se non si rimette il Mezzogiorno al centro dell'agenda".
Sapere: "Non c'è futuro per l'Italia senza un contrasto alla caduta drammatica della domanda d'istruzione registrata negli ultimi anni". Bisogna quindi puntare sulla ricerca e la formazione.
Sviluppo sostenibile: "è tempo di cambiare spartito e ridare centralità alla produzione. Una politica industriale integralmente ecologica è la prima e più rilevante di queste scelte".
Beni comuni: "Per noi sanità, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non dev'esserci il povero nè il ricco. Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni - di tutti e di ciascuno - e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese. Ancora, l'energia, l'acqua, il patrimonio culturale e del paesaggio, le infrastrutture dello sviluppo sostenibile, la rete dei servizi di welfare e formazione, sono beni che devono vivere in un quadro di programmazione, regolazione e controllo sulla qualità delle prestazioni. Per tutto questo, introdurremo normative che definiscano i parametri della gestione pubblica o, in alternativa, i compiti delle autorità di controllo a tutela delle finalità pubbliche dei servizi".
Diritti: "Per i democratici e i progressisti la dignità della persona umana e il rispetto dei diritti individuali sono la bussola del mondo nuovo e la cornice generale entro cui trovano posto tutte le nostre scelte di programma". Da qui "l'impegno a perseguire il contrasto verso ogni violenza contro le donne e a una legge urgente contro l'omofobia". Quanto ai diritti di cittadinanza "un bambino, figlio d'immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano". E ancora: "Daremo sostanza normativa al principio riconosciuto dalla Corte costituzionale, per il quale una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico".
Responsabilita': è l'ultimo punto della carta di intenti del PD. "L'Italia - viene sottolineato nel documento - ha bisogno di un governo e di una maggioranza stabili e coesi. Di conseguenza l'imperativo che democratici e progressisti hanno di fronte è quello dell'affidabilità e della responsabilità. Per questa ragione, nel momento stesso in cui chiamiamo a stringere un patto di governo movimenti, associazioni, liste civiche, singole personalità e cittadini che condividono le linee di questo progetto, vogliamo assumere insieme, dinanzi al Paese, alcuni impegni espliciti e vincolanti". E l'impegno che il Pd chiede agli eventuali alleati prevede il sostegno "in modo leale e per l'intero arco della legislatura l'azione del premier scelto con le primarie"; "un governo snello e sotratto a logiche di spartizione"; le "controversie su singoli atti si risolvono a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta"; infine, dal canto loro i democratici e i progressisti s'impegnano "a promuovere un patto di legislatura con forze liberali, moderate e di Centro, d'ispirazione costituzionale ed europeista, sulla base di una responsabilita' comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l'Italia e l'Europa dovranno affrontare nei prossimi anni".
Responsabilita': è l'ultimo punto della carta di intenti del PD. "L'Italia - viene sottolineato nel documento - ha bisogno di un governo e di una maggioranza stabili e coesi. Di conseguenza l'imperativo che democratici e progressisti hanno di fronte è quello dell'affidabilità e della responsabilità. Per questa ragione, nel momento stesso in cui chiamiamo a stringere un patto di governo movimenti, associazioni, liste civiche, singole personalità e cittadini che condividono le linee di questo progetto, vogliamo assumere insieme, dinanzi al Paese, alcuni impegni espliciti e vincolanti". E l'impegno che il Pd chiede agli eventuali alleati prevede il sostegno "in modo leale e per l'intero arco della legislatura l'azione del premier scelto con le primarie"; "un governo snello e sotratto a logiche di spartizione"; le "controversie su singoli atti si risolvono a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta"; infine, dal canto loro i democratici e i progressisti s'impegnano "a promuovere un patto di legislatura con forze liberali, moderate e di Centro, d'ispirazione costituzionale ed europeista, sulla base di una responsabilita' comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l'Italia e l'Europa dovranno affrontare nei prossimi anni".
A questo punto mi chiedo e chiedo ai miei interlocutori: cosa c'è nel programma citato che un "giovane" non può capire e valutare da solo con la sua testa? Perché mai il PD (che per comunicare usa da anni ormai social network, blog, siti internet, web TV, giornali, Twitter, sms, mailing list, avrebbe bisogno di una mediatore culturale o di un linguaggio diverso? Perché un "giovane" che condivide questi punti programmatici non dovrebbe aderire all'offerta politica del PD?
No, il problema non è correre dietro ai giovani (neanche in caso di elezioni) andando a stanarli nelle riserve indiane delle associazioni di volontariato. Il problema è caso mai responsabilizzarli subito e trattarli da adulti quando si avvicinano al partito. Ma, si osserva, i giovani hanno per loro natura bisogno di certezze e il PD non è ancora pronto a darle sotto forma di slogan e parole d'ordine univoci su tutti i fronti. Però un programma serio e credibile per l'Italia e dunque anche per i giovani italiani il partito ce l'ha. Ce l'ha a livello nazionale e locale e a Paderno Dugnano lo dimostra portando avanti l'opposizione in Consiglio comunale e nello stesso tempo facendo proposte alternative alla città su tutti i temi sensibili. Se poi si vuole insistere a negare tutto ciò e sostenere che non è abbastanza...
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