"Un Patto tra progressisti e democratici per l'Italia. Primarie aperte entro l'anno, mi candiderò". Questi in sintesi i contenuti della relazione alla Direzione nazionale del segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani. Era attesa la relazione di Bersani, dai militanti e dagli "alleati" e con questa il segretario del PD ha scoperto le carte del principale partito di opposizione in vista delle prossime elezioni politiche e alla fine il voto all'unanimità ha sancito l'unità del partito attorno al suo leader e al suo programma.
Egli ha disegnato così un percorso che si dovrà seguire anche a Paderno Dugnano dal partito di Coloretti e Figus, i due portavoce ufficiali del PD, uno in Consiglio Comunale, l'altro sul territorio.
I punti salienti del discorso di Bersani sono stati: innanzi tutto "il compito dei democratici" che non è giostrare sulla tattica o sui rapporti politici e nemmeno sui grandi temi programmatici. Il cambiamento, infatti, è stato molto, molto profondo.
"Si tratta di investire il nostro consenso sul punto principale della questione, il punto che sta fra politica e popolo, che sta nella faglia che si è aperta fra grande parte dei cittadini e il sistema e che nel profondo, secondo me, è un bisogno di sentirsi comunità e l’impossibilità di esserla: perché la grande traduttrice, colei che traduce l’individuo nella comunità, e cioè la politica, ha ormai un suono che tantissima gente non sente".
Il percorso che Bersani propone è organizzato su tre punti. Primo punto; per intervenire su quella profonda frattura bisogna cominciare dalla legge elettorale. "Noi siamo per un sistema parlamentare riformato, semplificato e rafforzato, per un ruolo forte del Governo e per una preziosa funzione di equilibrio del Presidente della Repubblica". Per Bersani la prossima legislatura che uscità dalle urne sarà costituente. "La legge elettorale sia quindi liberata da ogni condizionamento. Lo ripetiamo per noi (e non solo per noi!) il doppio turno di collegio ha una sua rinnovata attualità, dal punto di vista della percezione dei cittadini, della chiarezza politica, del contributo che può dare in termini di composizione e quindi di governabilità (questione che sta emergendo acutamente). Il doppio turno non è come è ovvio necessariamente connesso agli assetti costituzionali".
I paletti concettuali sdel PD sono chiari: 1) basta liste bloccate, la strada maestra sono i collegi. 2) massima attenzione alla governabilità e quindi alla possibilità dei cittadini di pronunciarsi utilmente sull’indirizzo di governo. Ai primi di luglio dobbiamo sapere con ragionevole certezza la soluzione.
Il secondo punto del percorso è un patto dei democratici e dei progressisti per l’Italia. "E’ un Patto che propongo di avanzare non solo ai partiti di un centrosinistra di governo ma ad associazioni, movimenti, liste civiche, sindaci e amministratori, singole personalità che si riconoscono nel campo democratico e progressista. Un Patto, e cioè una Carta di intenti per la ricostruzione e il cambiamento che delinei una idea di Paese alternativa alle pulsioni regressive e populiste a cui l’Italia e l’Europa sono esposte. Una carta di intenti in cui possano riconoscersi le chiavi essenziali del nostro progetto (la legislatura costituente e la riforma delle istituzioni e della politica; il lavoro e la conoscenza, la loro centralità; l’equità, il civismo, la legalità). Una carta di intenti che significhi per tutti una forte assunzione di responsabilità verso il Paese, verso la sua salvezza e le sue esigenze di cambiamento e di riforma e verso le speranze della nuova generazione. Quindi un passaggio non formale ma sostanziale che seguiremo assieme già dai prossimi giorni".
Terzo punto: primarie aperte entro l'anno per la scelta del candidato dei Progressisti e dei Democratici italiani alla guida del Paese. "Io mi candiderò, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo né coda; perché alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente".
Il Partito Democratico, sottolinea Bersani, è chiamato a fare un atto di generosità e accettare la sfida. Ci saranno probl.emi e contraddizioni ma il PD deve mettersi al servizio di un processo più grande per ribadire il suo ruolo di guida.
"Facciamo questo percorso con fiducia e sicurezza. La strada che abbiamo compiuto assieme dal Lingotto ad oggi ha avuto inciampi, problemi, difficoltà. Ma ci siamo – ha concluso -. Siamo il principale Partito del Paese; siamo un Partito centrale, ma non nella geometria politica; siamo centrali nel rapporto fra politica e Paese. E’ questa la responsabilità da prenderci per essere davvero utili all’Italia".
2 commenti:
Preferisco mangiare i Cannoli ripieni che prepara mia moglie a quelli del detenuto Cuffaro.
La riflessione mi è consentita o devo sottostare alla linea del Segretario?
Turco,D'alema,Melandri,Finocchiaro,Bindi,Franceschini,la moglie di Fassino e tanti altri da quanti anni sono in Parlamento e quanto percepiscono di pensioni anche in altri incarichi?
Basta,nuove generazioni non colluse con il vecchio sistema.
Pasquale
Caro Pasquale, le riflessioni si fanno per arrivare a delle conclusioni. La tua è disperata perché porta solo a negare tutto e anche se contiene delle verità non offre soluzioni. I giovani, d'accordo, ma chi riempie il vuoto che separa la società dalla politica, chi elabora un programma che ci porta a sostituire il modello malato e morente con quello sano e vitale? Un uomo senza politica è come un sacco pieno di vento. Quando piove si sgonfia e cade nel fango.
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