Il mio amico Giovanni Giuranna è una brava e cara persona, ma a volte mi fa cadere le braccia perché, pur essendo un cattolico impegnato e consapevole, pratica solo a metà la raccomandazione di Matteo (che avevo erroneamente attribuito a S. Paolo, grazie della correzione): è candido come una colomba, ma non riesce proprio ad essere astuto come un serpente. Insomma, si rifiuta pervicacemente di guardare la realtà per quella che è e tenerne conto.
Sul suo blog ha scritto un post in cui amaramente prende nota che migliaia di padernesi hanno inscenato una manifestazione piena di rabbia davanti alle telecamere di "Striscia la Notizia", per protestare contro i titolari di una palestra che ha chiuso dopo avere intascato i loro abbonamenti. Giovanni si chiede, accorato e candido, perché i nostri concittadini non hanno sentito il bisogno di protestare allo stesso modo contro la tragedia Eureco, o la minaccia di costruzione di un inceneritore, o per la perdita del posto di lavoro a causa delle truffe dei padroni delle fabbriche, oppure per reagire alla infiltrazione mafiosa?
Caro Giovanni, basta con il candore e con le domande retoriche, è arrivato il momento di aprire gli occhi di fronte alla realtà e di porsi il compito di dare qualche risposta. I cittadini di Paderno si sono mobilitati perché i soldini che ci hanno rimesso con la palestra di Calderara sono usciti dalle loro tasche. Questa volta sono loro personalmente i truffati e quello della soddisfazione dei consumi individuali è il loro legittimo interesse primario.
Questi cittadini non protestano per le morti ingiuste e tragiche alla Eureco, per le truffe odiose a danno degli operai di Lares e Metalli Preziosi, per l'inceneritore al Villaggio Ambrosiano. Loro mica sono morti bruciati vivi, o hanno perso il lavoro in Lares, non vivono al Villaggio Ambrosiano e non si sentono minacciati dalla 'ndrangheta.
Questa è la realtà padernese e se così non fosse non si capirebbe perché nel 2009, dopo 15 anni di buon governo del centrosinistra, la nostra città ha votato a destra. Quelli come Giovanni e come me che si pongono il problema di costruire una Paderno diversa e fondata su valori più sociali e solidali, devono tenerne conto e trovare il modo, magari cominciando a volare un po' più in basso, vicino ai marciapiedi, di far capire ai manifestanti palestrati che il loro problema individuale è invece collettivo; si chiama "rispetto della legalità" e non si rivolve chiamando "Striscia la Notizia", mettendosi in posa o urlando davanti alle telecamere e al microfono di Capitan Ventosa.
Ma per farlo comprendere a tutti questo concetto bisogna faticare e lavorare duramente perché il collegamento tra le due cose, il rispetto della legalità e l'abbonamento truffato, non viene spontaneo ai padernesi e va pazientemente costruito. Bisogna trovare un linguaggio comune, serve una mediazione culturale da mettere in campo al più presto con gli occhi ben aperti, con la consapevolezza cioè che questa impresa di trasformazione culturale e sociale insieme della coscienza cittadina, è un'impresa Politica, con la P maiuscola.
2 commenti:
Caro Carlo,
citazione a parte (non è di S.Paolo ma del vangelo di Matteo), non sbagli. Potevo passare sotto silenzio l'episodio di Capitan Ventosa senza rilevare la distanza che c'è tra la manifestazione dei clienti truffati nel portafoglio e dei cittadini che si impegnano con fatica per una città migliore. Invece ho ritenuto utile evidenziare lo "spread" di partecipazione. Tendo a guardare in verso alto, è vero: anche perché ho l'impressione che il pragmatismo della politica recente non abbia dato risultati positivi. E' vero: occorre riuscire a parlare alla maggioranza dei padernesi (molti dei quali si muovono solo di fronte ai "soldini che sono usciti dalle loro tasche") e io probabilmente non sono la persona giusta per farlo. Tornando alla citazione, per non usarla in modo improprio bisogna leggerla nel contesto (Mt 10,16-20), ma ciò esula dal nostro discorso. Un caro saluto, ciao. Giovanni
L'ho detto che sei un cattolico più preparato di me che sono e resto un orecchiante. Vado subito a leggermi il Vangelo di Matteo. Ciao
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