venerdì 2 marzo 2012

Governo tecnico: la politica ne approfitti per rifondarsi

"Indubbiamente il decreto sulle liberalizzazioni è un significativo progresso nello sforzo di rendere l'Italia un Paese più forte, più competitivo, più eguale nell'accesso alle opportunità economiche, più efficiente nella tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti.... siamo di fronte ad un Governo che governa e ad un Parlamento che svolge la funzione legislativa. Il testo che licenziamo non è quello originario, lo giudichiamo migliorato in molte parti, è il frutto del lavoro parlamentare.... tutto questo fa giustizia di troppo affrettate, per quanto suggestive considerazioni sulla morte della politica e sull'inutilità del Parlamento di fronte alla forza del Governo tecnico". 
Così la senatrice Finocchiaro, capogruppo del PD al Senato, commenta l'approvazione del decreto sulle liberalizzazioni. La politica non è morta e il parlamento fa bene il suo lavoro sostenendo, emendando e correggendo le proposte del governo tecnico. Tutto a posto, va bene così? Non mi sembra proprio; i partiti non hanno di che essere soddisfatti perché gli italiani, gli elettori, ma anche i militanti iscritti alle diverse formazioni politiche non lo sono per niente.
Il governo Monti non è il futuro, ma una pausa di supplenza, approfittando della quale i partiti hanno il dovere di trasformare e innovare profondamente se stessi pena la sconfitta definitiva della politica e della democrazia rappresentativa. Sono molti a pensare che  dalla politica siano arrivati finora solo segnali di chiusura rispetto alla società civile. Lo si vede anche dal dibattito sulla legge elettorale dove i partiti, tutti, sembrano solo interessati a corazzare il sistema politico esistente. Ma ci sono anche altri segnali che non ci piacciono. Il più grave è l'incapacità della politica di intervenire facendo il suo lavoro di mediazione in una vicenda drammatica come quella della Tav. Anche nel PD finora nessuno sembra in grado di entrare nel merito. C'è una enorme difficoltà di dialogo. Non ci si può limitare a dire che le decisioni sono state già prese, o a stigmatizzare la violenza. Non si può certo rimanere a guardare e aspettare che il movimento No Tav venga a discutere con noi.
Lo schieramento progressista dovrebbe saper cogliere il segnale legato al risultato delle primarie del centrosinistra di Milano e Genova che hanno visto l'irruzione della società civile nella politica. Questo segnale va colto in positivo aumentando le aperture dei partiti a questa società civile che vuole impegnarsi per il bene comune, e il PD che è quello che ha inventato e realizzato le primarie in Italia, che ne ha fatto una strategia di crescita e innovazione del partito, deve andare avanti coerentemente su questa strada anticipando le scadenze, coinvolgendo la società civile nelle sue iniziative politiche, chiamandola a un'assunzione di responsabilità. 
Da questo punto di vista a Paderno Dugnano il PD ha fatto un buon lavoro e il partito ha partecipato  e condiviso tutte le iniziative che movimenti, associazioni, soggetti sociali, comitati, hanno promosso in città, dall'interramento della Rho-Monza, alla lotta dei condomini 167, dalla Lares all'acqua pubblica, dai comitati genitori, al comitato di sostegno per le vittime dell'Eureco, al coordinamento per la Legalità. Ora è venuto il momento di costruire insieme a questi soggetti diversi un programma condiviso sulla base del quale prepararsi a cambiare lo scenario politico di Paderno Dugnano.

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