La riforma dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori mette a rischio anche la libertà di stampa perché riduce le tutele del giornalista, oggi più che mai anello debole della catena dell'informazione, consentendo agli editori di liberarsi più facilmente dei giornalisti "troppo liberi" e dunque scomodi. Questo il comunicato diffuso dai giornalisti dell'ANSA.
Roma, 24 marzo 2012. Il Cdr dell'Ansa condivide la posizione della Federazione nazionale della stampa sulla riforma del lavoro ed esprime allarme, in particolare, per le modifiche previste all'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ritenendo pericolose variazioni strutturali a uno strumento giuridico che tutela i dipendenti da possibili illegittimi licenziamenti. In particolar modo la riforma appare inaccettabile laddove consente licenziamenti per motivi economici: questo potrebbe concedere alle imprese l'opportunità di applicare un'impropria e arbitraria riduzione del personale adducendo problemi gestionali e di costi e di liberarsi in particolare dei contratti maggiormente onerosi. Altrettanto grave appare, nell'ipotesi di licenziamento disciplinare, consentire al giudice di risolvere il contratto anche soltanto con un indennizzo, invece del reintegro previsto dalla norma attualmente in vigore. Inoltre nel settore dell'informazione l'applicazione della modifica dell'art.18 potrebbe trasformarsi in un mezzo di pressione sui colleghi. Per questo il Cdr dell'Ansa ritiene che questa riforma possa avere pesanti ricadute, oltre che sui livelli occupazionali, anche sull'autonomia dei giornalisti, costituendo un grave vulnus per la libertà di stampa e la democrazia. Come Cdr dell'Ansa sollecitiamo quindi l'Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa a intervenire subito, con i metodi che si ritengano più opportuni ed efficaci, per mettere in campo un'azione forte, ciascuno nel proprio ruolo, a tutela della professione giornalistica. (ANSA).
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