lunedì 13 febbraio 2012

Diritti di superficie: i condomini minacciano una "class action"

Il Comitato "Caraterramia" che riunisce i condomini padernesi degli immobili 167, contrari alle condizioni imposte dal Comune per il riscatto dei diritti di superficie, continua a chiedere tramite il suo blog chiarimenti al vicesindaco Bogani e all'amministrazione sulla differenza evidente che passa tra le dichiarazioni ufficiali espresse in Consiglio comunale il 28 giugno 2011 e gli atti che ne sono seguiti
In quella occasione Bogani dichiarava stando alla registrazione della seduta visibile sul sito comunale:
"Anziché applicare, per la determinazione del valore venale, i valori ICI, facciamo una stima analitica puntuale di quelle che sono queste aree. Quindi, andiamo a valutare la situazione reale, e non stime che non sono più attuali con la realtà. Questa situazione ci evita di raddoppiare questi costi, che, con delibera della Corte dei Conti, come dicevo prima, ci porterebbe a questo,  con una stima puntuale ed analitica, oltre ad avere una stima reale,   riduciamo questo aumento e lo portiamo più o meno all’ incirca, perché poi va fatto caso per caso, viene applicato un aumento  che si aggira tra il 10% e il 15%".
L’aumento dichiarato si sarebbe dunque dovuto aggirare tra il 10°% e il 15%, ma dalle lettere che l'amministrazione ha inviato ai cittadini interessati nel mese di luglio 2011, questa percentuale come è stato più volte documentato dai condomini corrisponde in realtà ad un aumento che mediamente è del 90/110%.
Il Comitato a questo punto chiede tramite il blog al vicesindaco di spiegare i motivi di questo modo di comportarsi e lo avverte, nel caso continui a fare orecchioo da mercante, che: "la dichiarazione rappresenta un documento (essendo protocollato) impugnabile ai fini di una un'azione collettiva (class action), condotta da tutti i  condomini di Paderno Dugnano per  la soluzione della questione in atto" E annuncia un salto di qualità nella comunicazione del Comitato che d'ora in avanti si rivolgerà per denunciare la situazione a giornali, televisioni locali e nazionali, ANCI, le Associazioni  di categoria e inviare una lettera aperta al Presidente della Repubblica.

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