Perché in un momento di crisi come questo che ha comportato una manovra "lacrime e sangue" da 25 miliardi di euro dobbiamo spenderne 15 per comprare 131 discussi caccia bombardieri ai quali altri Paesi come Canada, Australia, Norvegia e Turchia hanno già rinunciato per via dei troppi problemi tecnici emersi e rilevati anche dal Pentagono?
Possibile che dobbiamo accettare di fare sacrifici, ma non possiamo ritornare su questa decisione presa nel 2002 dall'attuale ministro della Difesa, ammiraglio Di Paola, quando era Segretario generale per la Difesa e gli Armamenti? Non è serio e non è accettabile ascoltare le bugie che il neoministro, deciso a difendere le sue scelte del passato, ci racconta su inesistenti "penali" da pagare in caso di ritiro dal programma. Inoltre è inaccettabile investire una cifra così rilevante, frutto di sacrifici dolorosi, in armamenti non indispensabili e producendo solo 200 posti di lavoro, mentre se ne potrebbero creare molti di più se si investissero in tecnologie innovative nel settore delle energie rinnovabili. Un comparto industriale che decisamente è per noi più strategico di quello degli armamenti.
La campagna per bloccare questa spesa insostenibile è sostenuta a livello nazionale dai partiti PD, Fli, IdV, Sel, Verdi, da un network di associazioni cattoliche e pacifiste, ed è arrivata anche a Paderno Dugnano per iniziativa del blog la Scommessa e di Mauro Anelli, capogruppo della Federazione della Sinistra (RC e PdCI) in Consiglio Comunale che ne ha fatto oggetto di un Ordine del Giorno da porre in discussione alla prossima seduta dell'assemblea.
Si tratta di un gesto simbolico che in pratica chiede al governo di tagliare le spese militari e usare i fondi resi così disponibili a favore dello sviluppo, ma può essere l'occasione per rilanciare in città la discussione su questo tema: come investire sul futuro le poche risorse che abbiamo per favorire l'uscita dalla crisi?
Personalmente sono favorevole a questa discussione e, a questo proposito, vorrei ricordare ad Anelli di dar corso alla sua proposta fatta durante la seduta pubblica di presentazione del Piano industriale della Nuova Lares: chiedere al Sindaco di concedere in uso gratuito al presidio dei lavoratori impegnati nella definizione del progetto, di locali comunali attualmente vuoti da usare come sede provvisoria dell'Ufficio di Piano. Sarebbe un primo segno concreto di adesione dell'amministrazione a questa iniziativa.
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