La manovra del governo Monti "era necessaria, ma poteva essere più equa, si è fatto ancora poco. Si sono fatti passi, ma potevano essere ancora più equanimi, si poteva fare di più sui redditi alti”.
Lo ha dichiarato all'Ansa monsignor Giancarlo Bregantini, responsabile della Commissione Cei per i Problemi sociali e il Lavoro. Come i partiti anche la Chiesa ha preso posizione sulla manovra di Monti per criticarne la carenza di equità. Ed è proprio su questo punto che anche il PD esprime l suo malessere. Ieri sera c’è stato l’attivo del partito milanese dove, alla presenza dei segretari regionale e provinciale, Martina e Cornelli, i militanti democratici si sono confrontati sull’atteggiamento da tenere nei confronti di questo provvedimento. La maggior parte degli intervenuti hanno dichiarato la loro adesione, senza se e senza ma, al governo Monti che viene considerato “una scelta poltica” del partito, condizione sine qua non per liberarsi di Berlusconi e del berlusconismo che hanno portato l’Italia al disastro. Ma nel comportamento da tenere sulla manovra i toni sono stati diversi. “Non è la nostra manovra – hanno sottolineato i più - non è quella che avremmo fatto noi, non c’è equità e di conseguenza non c’è sviluppo”. Perché è proprio questo nesso equità-sviluppo che i democratici hanno ben chiaro: senza la prima non ci può essere il secondo.
Lo ha dichiarato all'Ansa monsignor Giancarlo Bregantini, responsabile della Commissione Cei per i Problemi sociali e il Lavoro. Come i partiti anche la Chiesa ha preso posizione sulla manovra di Monti per criticarne la carenza di equità. Ed è proprio su questo punto che anche il PD esprime l suo malessere. Ieri sera c’è stato l’attivo del partito milanese dove, alla presenza dei segretari regionale e provinciale, Martina e Cornelli, i militanti democratici si sono confrontati sull’atteggiamento da tenere nei confronti di questo provvedimento. La maggior parte degli intervenuti hanno dichiarato la loro adesione, senza se e senza ma, al governo Monti che viene considerato “una scelta poltica” del partito, condizione sine qua non per liberarsi di Berlusconi e del berlusconismo che hanno portato l’Italia al disastro. Ma nel comportamento da tenere sulla manovra i toni sono stati diversi. “Non è la nostra manovra – hanno sottolineato i più - non è quella che avremmo fatto noi, non c’è equità e di conseguenza non c’è sviluppo”. Perché è proprio questo nesso equità-sviluppo che i democratici hanno ben chiaro: senza la prima non ci può essere il secondo.
Anche il PD di Paderno Dugnano ha portato il suo contributo al dibattito con un intervento del coordinatore Oscar Figus secondo il quale il programma di Monti, così com’è, è iniquo e per di pù non spiega come e dove trovare le risorse per creare nuovo lavoro e rilanciare l’economia. Egli in sintesi ha detto:
Non discuto il radicale cambiamento di stile rispetto a un recente passato di ministri sopra le righe e di bunga bunga e non discuto neppure il fatto che la manovra sia necessaria, ma io pur non essendo un economista (al limite sono un laburista) trovo che sia sostanzialmente iniqua.
E’ iniqua perché, ad ora, tutto il peso grava su chi ha meno e non su chi ha di più. E’ iniqua perché non c’è la patrimoniale, ma se tutti dobbiamo fare sacrifici si dovrebbe cominciare da chi ha di più.
E’ iniqua perché sono stati tolti gli interventi sull’irpef, che a me non piacevano, ma anche qui se dobbiamo fare sacrifici l’intervento si poteva fare.
E’ iniqua perché l’intervento sulle pensioni, se ha il merito di tentare di riportare una forma di equità generazionale verso i più giovani, non tiene conto di chi il lavoro lo ha perso e con le nuove condizioni rischia in pensione di non arrivarci mai.
A Paderno Dugnano c’è il presidio di lavoratori più lungo d’Europa, 1100 giorni, oltre cento lavoratori che senza interventi per il lavoro alla pensione rischiano di non arrivarci mai e non per colpa della crisi ma per colpa di un imprenditore ed un commissario governativo disonesti, ci sono i lavoratori della Eureco dove, dopo quattro morti bruciati, i sopravvissuti hanno perso il lavoro, per loro questa manovra non è equa.
E’ iniqua perché chiede un misero 1.5% ai capitali scudati ed ho sentito proposte per portarlo al 2, al 3, al 5%, quelli sono capitali sottratti alla fiscalità generale da un condono vergognoso, se parliamo di equità bisogna prelevare il 20 o il 30%, tra l’altro dando un messaggio chiaro all’evasione fiscale.
Evasione fiscale contro cui non ci sono interventi sufficienti, come non ci sono interventi sufficienti per la crescita e sul lavoro va bene affrontare il problema, se bisogna farlo, ma prima è necessario definire le garanzie per i lavoratori perché non possono essere sempre loro a pagare il prezzo delle richieste del mercato.
E, sia chiaro, non condivido neppure la riforma delle provincie fatta in questo modo, dieci consiglieri eletti dai comuni con funzioni di indirizzo mentre le funzioni attuali passano ad altri enti, così si è riusciti in un colpo a togliere una ente comunque vicino ai cittadini con una riduzione di costi della politica risibile.
Io spero che si riesca a emendare questa manovra prima della sua approvazione, introducendo gli elementi di equità necessari, dove equità non è, come insiste a dire qualcuno, tutti pagano uguale ma è, invece, paghi di più chi ha di più.
Nella sua conclusione il segretario regionale, Martina, ha tenuto conto di queste osservazioni dicendo che “compito del partito sarà lavorare in Parlamento per far salire il livello di equità e dunque migliorare la qualità della manovra. Il PD dovrà spiegare agli italiani che il sostegno al governo Monti non è una cessione di sovranità della politica ai tecnici, ma l’inizio di una vera svolta politica”. Svolta che porrà mano alle riforme che dovranno rilanciare il Paese: patto intergenerazionale, nuovo mercato del lavoro, nuovo welfare, ma soprattutto ripresa di iniziativa verso l’obiettivo strategico della costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Perché se dobbiamo cedere a Bruxelles il potere di stabilire come e quando andare in pensione, vogliamo che a farlo sia un governo europeo eletto da noi.
1 commento:
Condivido l'intervento di O.Figus e aggiungo:
La manovra di Monti è necessaria e iniqua.Non voglio qui entrare nella discussione sulla qualità recessiva o meno ma solo fare
una valutazione politica.
Se questo è il giudizio prevalente nel PD e tra i suoi elettori, il PD non può votarla così come’è.
Deve ottenere dei miglioramenti che devono essere,secondo me:
1.l’aumento della tassazione sui capitali scudati di altri punti
2.IMU o ICI prima casa proporzionale al reddito
3.l’innalzamento più graduale dell’età pensionabile (dentro l’orizzonte Fornero)
4.l’equiparazione dei versamneti contributivi per tutte le categorie produttive,altrimenti
penalizzate sull’entità delle pensioni
5.garanzie e ammortizzatori per i lavoratori (50/60) che non raggiungeranno la pensione o
che saranno licenziati(crisi aziendali.mobilità,ci..)
Se non si otterranno significativi miglioramneti,che possono essere condivisi anche da altri partiti in parlamento,il PD non può votarla,nemmeno con la fiducia ma dovrà astenersi, sottolinenado l’iniquità della manovra.
gianfranco massetti.
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