venerdì 18 novembre 2011

L'Italia povera che non può pagare l'ICI

Il nuovo governo di “impegno nazionale” guidato da Mario Monti ha ricevuto oggi il definitivo via libera dalla Camera e si appresta a varare i suoi primi provvedimenti per fronteggiare la crisi. Tra questi c’è, pare, la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, una misura necessaria per restituire ai Comuni i fondi con i quali erogare i servizi di base ai cittadini che la politica del governo Berlusconi aveva tagliato.
C’e però un problema di cui tenere conto: è vero che l’80% delle famiglie è proprietaria di una casa, ma non tutte le famiglie sono uguali, non tutte hanno lo stesso patrimonio e lo stesso reddito. Non tutte infine a parità di reddito devono fronteggiare lo stesso costo della vita perché vivono in luoghi diversi. Pertanto l’ICI dovrà a mio avviso venire imposta solo alle famiglie che hanno un patrimono e un reddito che, rapportato al luogo di residenza,  le colloca lontano dalla soglia di oggettiva povertà. Chi più ha, più deve dare.
Ogni mese, ad esempio, le famiglie milanesi spendono in media 3mila euro, cento euro in più rispetto al 2009. È quanto emerge dall'annuale ricerca di Camera di Commercio e Comune sui consumi dei milanesi. La crisi ha messo in serie difficoltà almeno una famiglia su cinque, che non è in grado di far fronte a una spesa imprevista di mille euro.  Dati della ricerca pubblicati dal Corriere della Sera affermano che: “nel corso del 2010 il 16% delle famiglie intervistate è stata costretta a chiedere aiuto economici ai genitori o suoceri (62,3%), ad altri parenti o amici (23,8%) e ai figli (22,2%). In particolare difficoltà sono le famiglie che hanno un reddito annuo fino a 15mila euro. La loro spesa media mensile è di 1.473 euro, il 7,8% in più rispetto al 2009. Spendono più di quel che guadagnano e a fine anno si ritrovano con un buco di oltre 2.500 euro”.
A queste famiglie, molte delle quali pagano un mutuo per la prima casa, non si può chiedere di accollarsi una tassa in più. Sacrifici sì, ma con grande equità se si vuole avere il necessario consenso dai cittadini.

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