mercoledì 26 ottobre 2011

Eureco: primo non dimenticare, secondo cambiare

A un anno di distanza dal rogo che ha provocato la strage dei lavoratori alla Eureco di Palazzolo, il Comitato di sostegno alle famiglie dei quattro operai bruciati vivi e ai superstiti rimasti senza lavoro e senza reddito si mobilita con  una serie di iniziative per ricordare le vittime, sostenere economicamente familiari e lavoratori e far discutere cittadini e amministratori del problema del lavoro. Che non c’è, e che quando c’è è spesso mortale perché fatto in condizioni di totale insicurezza per garantire agli imprenditori il massimo profitto, violando e aggirando leggi e norme che nessuno fa rispettare.
Il 4 novembre 2011, cittadini, familiari e lavoratori si ritroveranno per portare dei fiori in via Mazzini, davanti ai cancelli di quell’azienda dove è scoppiato l’inferno. Un momento per ricordare Leonard Shehu (37 anni ), Harun Zekiri (44 anni ), Salvatore Catalano (55 anni ), Sergio Scapolan (63 anni). Il 17 novembre si terrà un’Assemblea sulla sicurezza nel Nord Milano, il 19 novembre una cena con sottoscrizione per i dipendenti Eureco, a fine mese un concerto per la raccolta di fondi a favore dei dipendenti Eureco.
“In attesa del processo che si aprirà presso il Tribunale di Monza, non possiamo però soprassedere sulla dinamica del rogo scaturito da un errata concezione del lavoro, sull’imprenditore abituato a processi e sanzioni per il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, sul ricorso al ribasso estremo sul costo del lavoro, appellandosi a cooperative i cui operai sono costretti a compiti per i quali non sono formati. Per non parlare degli enti pubblici certificatori, che danno permessi e non fanno controlli - scrive il Comitato in un comunicato -. Abbiamo distribuito finora circa diecimila euro, raccolti con la solidarietà tra i lavoratori e ricevuto in cambio rapporti umani ricchissimi. Ci rammarichiamo soltanto che l’Amministrazione di Paderno Dugnano, abbia parlato molto, ma fatto molto poco. Anche queste sono scelte, visto che altri Comuni hanno parlato meno, ma sostenuto di più i lavoratori e le famiglie coinvolte”.
Su questi due fatti occorre riflettere e devono farlo tutti i cittadini, ma in primo luogo le forze politiche e le istituzioni padernesi: il sistema non è più accettabile né sostenibile. Il profitto massimo non può essere più consierato il fine che giustifica tutto. La vita umana deve essere posta al di sopra degli utili di qualsiasi azienda e tra la sicurezza del lavoratore e la sopravvivenza dell’azienda deve essere chiaro chi dei due soggetti ha il diritto alla vita e questo venga riaffermato e dichiarato un valore indisponibile.
Bisogna cambiare, non le norme che ci sono, non le sanzioni, non i controlli che ci sarebbero, ma gli enti, le istituzioni, gli uffici e i responsabili che non le attuano o le applicano con troppa discrezionalità e indulgenza, consentendo – come dimostra la vicenda Eureco, che vengano aggirate da imprenditori pluricondannati, che non controllano come dovrebbero sulle condizioni reali in cui vengono svolte le attività nelle aziende a rischio, che non vigilano sulla sicurezza di lavoratori e ambiente.
Insomma bisogna punire, sanzionare e togliere gli incarichi agli inadempienti. Alcuni di questi soggetti, che fanno capo a istituzioni elette dai cittadini devono essere denunciati pubblicamente e i loro responsabili politici che guidano gli enti da cui dipendono devono venire puniti esemplarmente  con il voto alle prosssime elezioni amministrative, oltre a venire perseguiti penalmente e civilmente con severità dove si ravvisino responsabilità o negligenze. Quindi per iniziare a cambiare bisogna in primo luogo avviare e sostenere una grande campagna di denuncia dei responsabili dei mancati controlli e delle certificazioni troppo indulgenti a partire dai fatti fin qui emersi dall’inchiesta Eureco.
Delle inadempienze e delle reticenze del Comune di Paderno e della sua giunta non vale la pena discutere perché quello che ha fatto e non ha fatto il sindaco Alparone è agli atti. Quando qualcuno ha cominciato a chiedere notizie delle autorizzazioni e dei controlli rilasciati al titolare della Eureco, pluricondannato e plurinquisito per reati ambientali ha dichiarato al Corriere della Sera: "Sono indignato che di fronte al dolore umano si faccia polemica politica. L'azienda era in regola ed era in possesso di tutti i regolari permessi per operare in sicurezza su questo sito" e successivamente, sempre in un’altra intervista al Giorno dando degli “sciacalli” a chi chiedeva conto a politici e amministratori delle autorizzazioni facili, dei mancati controlli. Alle parole ha fatto seguire i fatti negando una sala pubblica ai Verdi che volevano fare una grande assemblea cittadina sulla strage e rimandando di tre mesi un Consiglio comunale aperto sulla tragedia.
Un comportamento che mi auguro i cittadini non dimenticheranno quando si tratterà di votare e sanzionare.

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