venerdì 29 luglio 2011

Politica nei quartieri: il Consiglio non funziona, facciamo il Comitato

Due anni fa in autunno, il sindaco Alparone liquidò l’esperienza del Bilancio Partecipato, commissariò di fatto i Consigli di Quartiere e chiuse a Paderno Dugnano la lunga stagione del decentramento. 
Questo è stato uno dei suoi primi atti di governo e da allora i parlamentini, nati dalla voglia di partecipazione popolare espressa dai cittadini, che la sinistra aveva sempre sostenuto e appoggiato coerentemente con la sua visione politica, hanno cessato progressivamente di avere un ruolo. 
Da allora sono stati usati solo come passerella degli assessori e dal primo cittadino, i quali presidiando le riunioni hanno impedito di fatto con la loro presenza lo svolgersi naturale delle assemblee, marginalizzato gli eletti e allontanato i cittadini. Per questo, come hanno rilevato quelli che hanno voluto seguirne le attività, le riunioni spesso vengono convocate senza un ordine del giorno credibile e non lasciano tracce nei verbali che nessuno fa più. Questi organismi non funzionano nemmeno come sportelli perché la gente non li frequenta né vi si reca per esporre problemi e molto spesso restano chiusi anche quando dovrebbero aprire per ricevere il pubblico.
La giunta Alparone è riuscita in questo modo a convincere molti della inutilità dei Consigli al punto che, se qualcuno proponesse di chiuderli definitivamente (del resto non sono previsti da nessuna legge), molti sarebbero d’accordo. L’opposizione, per denunciare a tutti i padernesi questa miserabile e vergognosa politica antidemocratica del sindaco e della sua maggioranza, era tentata da un gesto clamoroso: far dimettere per protesta tutti i suoi eletti nei parlamentini. “Ci abbiamo ripensato – dice Oscar Figus, coordinatore del PD -. Dimettendoci in massa gli avremmo fatto solo un favore perché Alparone poteva accusare noi di avere sabotato la partecipazione popolare, una cattiva azione che invece è tutta opera sua. Noi la politica nei quartieri vogliamo farla davvero, che gli piaccia o meno. Vogliamo incontrare regolarmente e ascoltare i cittadini, far emergere i loro problemi e trovare insieme le soluzioni”.
Per  questo non servono organismi istituzionali privati di ruolo e svuotati di ogni funzione. Bastano le libere assemblee popolari e queste il centro sinistra, se lo vorrà, potrà sempre organizzarle dov'è necessario. Insomma se i Consigli di Quartiere sono stati sabotati e occupati dall’amministrazione, il centro sinistra non deve perdere tempo a discutere con chi vuole affossarli, ma dar vita a organismi di base quali i Comitati di Quartiere dove la partecipazione e la politica potranno ritrovare il loro giusto spazio.

2 commenti:

Giovanni Giuranna ha detto...

Sull'argomento Consigli di Quartiere" va assolutamente letta sul NOTIZIARIO di oggi la "tentata intervista" di Daniela Salerno con i presidenti di quartiere, che si sono dati irreperibili e hanno risposto con un comunicato stampa congiunto in cui affermano - a una sola voce - cose piuttosto comiche... Il titolo dell'articolo e le osservazioni personali della giornalista riflettono l'imbarazzo del giornale di fronte a questo comportamento: I PRESIDENTI DI QUARTIERE NON SI LASCIANO INTERVISTARE, MA CI RACCONTANO INSIEME QUESTI ULTIMI DUE ANNI. La giornalista, da parte sua, ha fatto di tutto per ottenere un'intervista ma uno di questi le ha rilasciato una dichiarazione delirante: "Siamo come una grande azienda, dobbiamo seguire cosa ci indica il vertice e avere una linea comune". Ma vi rendete conto???? Leggete l'articolo!!!

carlo arcari ha detto...

Grazie Giovanni per la segnalazione, leggeremo questa nonintervista di gruppo.