mercoledì 13 luglio 2011

PGT: accordo possibile senza Alparone

Ricevo dal consigliere del PD, Gianfranco Massetti, questa riflessione sulla seduta di ieri sera del Consiglio Comunale. Una seduta che, a causa del solito comportamento del Sindaco, si è risolta in un'ennesima occasione perduta per la città e il suo futuro. Alparone ha ormai stancato e deluso tutti, anche la sua maggioranza?
Non è facile governare e neppure fare l’opposizione. La riflessione nasce dal dibattito sulle  “linee guida del PGT” portate in assemblea dal vicesindaco Bogani. Se l’opposizione avesse voluto polemizzare e fare comizi  avrebbe avuto mille  argomenti e la maggioranza, se avesse voluto ascoltare, mille vantaggi. Il PD invece ha scelto, sia in Commissione  che in Consiglio, anche su richiesta del vicesindaco, di dire le proprie ragioni, fare delle proposte alternative e cercare il dibattito.
Cosa che è avvenuta nel rispetto delle differenti posizioni. Bogani ha letto e difeso le sue proposte, Coloretti ha letto il documento del PD e offerto le osservazioni del partito perché se ne tenga conto. Ha chiesto un confronto aperto alla città e non solo al  Consiglio rinunciando a qualsiasi ipotesi dilatoria o ostruzionista: “a noi preme che si faccia un buon PGT, non che non lo facciate” ha dichiarato. Rimoldi, come Bogani, ha sottolineato come non ci siano distanze abissali tra le proposte del PD  e le linee guida nelle quali ha detto: ”ci si può riconoscere tutti”. Io sono intervenuto per ribadire che la città ha un’occasione nuova, che c’è una  fase economica diversa, e che si ci sono certamente delle assonanze tra le proposte del PD e le linee guida dell’Amministrazione Comunale, ma che alcuni “temi” sono già maturi per tutti (maggioranza e opposizione) e non si capisce  perché non siano già divenuti patrimomio della Giunta  comunale. Perché non fare di questi il punto di partenza per il nuovo PGT.

Come esempi ho citato: l’interramento della Rho-Monza, la proposta di fare regionale il Parco Grugnotorto, l’edilizia sociale e il cohousing, lo stop al consumo di territorio libero. Esempi non accuse. Occasioni su cui riflettere, tutti. Tutti, così è sembrato, hanno colto la difficoltà del momento e compreso la responsabilità delle scelte che si dovranno fare. Ma, come spesso accade, non appena ha preso la parola il Sindaco, il confronto e il dialogo che si erano oggettivamente aperti, sono bruscamente terminati. Ormai si può dire che il dialogo in Consiglio Comunale termina sempre prima dell’intervento del sindaco Alparone.
E’ un fatto rituale e scontato. E ha stufato molti. Le persone, i partiti, i tecnici cercano di confrontarsi, spiegare, dialogare, trovare un canale di discussione in aula, ma, puntualmente, alla fine del dibattito l’intervento del Sindaco, invece di cogliere gli spunti, i segnali, le novità, le disponibilità cosa fa? Distrugge tutto. Alparone recita sempre il solito comizio che ripete tal quale dal 2009, con le solite offese all’opposizione che esprimo solo la paura di confrontarsi veramente. Il suo è stato un intervento inutilmente duro, fuori luogo, che chiude, spegne, serra le file della maggioranza. Un intervento da cane da guardia, non da primo cittadino.  Da uomo di partito che non ha a cuore la soluzione dei problemi della città ma quelli della sua maggioranza e della sua propaganda personale.
Un intervento, il suo, che ieri sera ha sconcertato gli ascoltatori, ma anche molti consiglieri della maggioranza, che apertamente uscendo sorridevano amaro e scuotevano la testa sconsolati.
Perché? Perché un Sindaco che ha una maggioranza così schiacciante ha paura del confronto,
perché insulta sempre, perché è incapace di parlare a tutti?
Forse perché le critiche cominciano a diventare forti, perché la maggioranza non è più così  granitica, perché il consuntivo di due anni di governo è proprio misero? Peccato, ieri sera è andata perduta un’altra buona occasione per la città di Paderno Dugnano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Can che abbaia non morde. Alparone se la sta facendo sotto perchè il terreno sta franando sotto i suoi piedi. Ancora due colpettini e Paderno va giu' come Senago. Con buona pace dell'Anonimo ottimista sulla durata di qs nefanda giunta.

Federico