giovedì 21 luglio 2011

Penati si autosospende dagli incarichi regionali

Filippo Penati con una lettera inviata al presidente del Consiglio Regionale, Davide Boni, e al presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha annunciato la sua autosospensione dalla vice presidenza del Consiglio Regionale “per rispetto dell'istituzione”.
Nella lettera l’esponente del PD milanese scrive: “A seguito del mio coinvolgimento nella vicenda giudiziaria relativa all'area Falck di Sesto San Giovanni desidero ribadire la mia totale estraneità ai fatti. In merito anche alle notizie apparse sulla stampa voglio precisare che non ho mai chiesto e ricevuto denaro da imprenditori. Voglio altresì ribadire la mia assoluta fiducia nell'operato della magistratura. Per profondo rispetto dell'istituzione nella quale sono stato eletto e per evitare ogni imbarazzo al Consiglio, mi autosospendo dall'esercizio e dalle prerogative di vicepresidente, certo che tutto verrà completamente chiarito e confido a breve. Da subito rinuncio alle prerogative connesse alla vicepresidenza, non parteciperò più all'ufficio di presidenza e già dal prossimo consiglio siederò tra i banchi dei consiglieri di minoranza. Sono certo di interpretare anche i sentimenti di chi mi ha eletto nel voler garantire in queste circostanze il massimo rispetto delle istituzioni”. 
Come ho già scritto ieri, tra certi politici di sinistra e certi politici di destra c’è una grande differenza che si più misurare concretamente dai comportamenti. Da un lato ci sono indagati che strillano subito al complotto e delegittimano i magistrati, dall’altro c’è invece chi si mette a disposizione degli inquirenti, ribadisce la sua estraneità alle accuse ma anche conferma la sua fiducia nella Giustizia senza sottrarsi in alcun modo ai procedimenti giudiziari. Pertanto chi di fronte alle notizie di corruzione e tangenti che riguardano esponenti politici afferma “sono tutti uguali” si sbaglia e i fatti lo smentiscono. 
L’autosospensione dagli incarichi in Regione da parte di Filippo Penati è un altro gesto di rispetto e correttezza istituzionale che sottolinea la diversità di uno stile che diventa sostanza politica e per me fa la differenza.

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