martedì 17 maggio 2011

Le analisi politiche del “fotomodello”

“Milano si può ancora riconoscere nella Moratti, Pisapia non fa parte della storia di questa città”. La gente che parla così il giorno dopo avere preso una sberla dagli elettori mi fa sganasciare dalle risate che mi riconciliano con l’umanità. Fa proprio ridere l’analisi sul voto milanese fatta dal “fotomodello”, Marco Alparone. Che ne saprà di Milano, della sua storia e della sua anima, lui che è nato a Catania ed è cresciuto tra Paderno e Cassina Amata, vorrei proprio saperlo. Milano è la mia città (non la sua) e io l’avvocato Pisapia lo conosco dagli anni ’70, e posso affermare senza tema di smentita che fa più parte lui della storia di Milano di Letizia Bricchetto Arnaboldi, una signora che è emersa come personaggio pubblico solo a metà degli anni 80, prima come principale sostenitrice, insieme al marito Gian Marco Moratti, della Comunità-istituzione  di S. Patrigniano, poi come donna-manager di successo.
A parte questo, quello che mi fa più divertire della illuminante lettura sociopolitica del voto milanese fatta dal sindaco di Paderno, è  questa sentenza: “I toni accesi non aiutano”. Da che pulpito viene la predica! verrebbe da dire. Proprio lui che ha fatto dell’attacco continuo e al limite della calunnia alla giunta che l’ha preceduto e all’opposizione in Consiglio Comunale, la sua unica politica di governo.  E poi l’immancabile ricetta della nonna: “Dobbiamo tornare tra i cittadini”. Sì, ma a fare cosa? Verrebbe da chiedergli dal momento che finora da sindaco non ha combinato niente.
Insomma secondo Alparone, “la conflittualità non ha pagato”. Bene, si dicono speranzosi i suoi elettori “moderati”, forse si è ravveduto, ha capito di avere finora sbagliato tono, e  che andare avanti a fare la guerra a quella metà della città che non ha votato per lui, forse non conviene.
Quanto dureranno questi buoni propositi? Lo vedremo presto. Ma temo che, come nella storiella della rana e dello scorpione, chi si fida di queste pacate e banali parole resterà deluso.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ritornare fra la gente? Ma quando mai ci è stato fra la gente? Qualcuno lo ha forse mai visto alle manifestazioni di svariate centinaia di persone contro le 14 corsie della Rho-Monza, contro la disoccupazione, alle iniziative dei lavoratori delle aziende in crisi o alla feste nazionali? Prima, della gente se ne fregava, adesso pensa che potrebbe tornargli utile. Troppo tardi.