In passato ho avuto modo di commentare più volte la scorrettezza degli articoli che ”Il Giorno” ha dedicato alla Commissione Speciale istituita dal Consiglio Comunale dopo la famosa cena al Centro Falcone e Borsellino. Uno strumento di indagine che il giornale ha sempre chiamato “Commissione Antimafia”, inventandosi scopi e finalità inesistenti di una commissione che invece aveva esclusivamente il compito di verificare gli atti dall’amministrazione relativi agli appalti.
I miei commenti hanno provocato il gelo nei rapporti personali tra me e i colleghi autori di quegli articoli, i quali si erano sentiti ingiustamente criticati e offesi dai miei giudizi sul loro lavoro. Oggi leggendo il blog di Giovanni Giuranna vedo che non sono il solo a pensarla così. Giuranna commentando l’articolo di Daniela Salerno sulla relazione conclusiva della “Commissione Consigliare”, definisce titoli e contenuti dell’articolo: “un caso di mala informaciòn che induce il lettore a credere una cosa diversa rispetto alle conclusioni offerte dalla Relazione della Commissione. Invece di fare chiarezza Il Giorno alimenta i sospetti: cui prodest?”. Già a chi giova la cattiva informazione del quotidiano locale che parla di inesistenti “rivelazioni inquietanti” fornite dalla relazione che invece non rivela niente?
La redattrice de “Il Giorno” (perché i giornali non si scrivono da soli) non ha fatto, secondo Giuranna, il suo dovere, perché avrebbe invece dovuto raccontare ai lettori la verità e cioè che la Commissione non ha rivelato nulla che già non si sapeva, che gli atti amministrativi relativi agli appalti erano perfettamente regolari e nessun rilievo poteva venire mosso alla giunta di centrosinistra allora in carica. Che l’opposizione dichiarata dal PD alla sua prosecuzione oltre i termini stabiliti, era più che giustificata. Che questo rimestare nel torbido, infine, non aiuta a capire quello che invece sta succedendo davvero nel Nord Milano dove la ‘ndrangheta cerca di mettere le mani su ben altri appalti.
Queste cose però “Il Giorno” non le ha pubblicate perché quello che un tempo fu il quotidiano del primo centrosinistra italiano, oggi è solo un foglio locale accodato al carro della neo destra lombarda, un giornaletto al basso servizio degli Alparone di turno.
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