lunedì 16 maggio 2011

In Svizzera l'eutanasia, in Italia neanche il testamento biologico

Vittoria dei diritti civili in Svizzera al referendum che chiamava i cittadini a pronunciarsi su due nuove leggi: la prima per proibire l'eutanasia, la seconda per limitarla ai cittadini elvetici. La prima proposta ha ottenuto solo il 15% dei consensi. La seconda, che invitava a dire "No al turismo della morte nel cantone di Zurigo", ha ottenuto il 20%. Entrambe le richieste sulle quali i principali partiti politici non avevano preso posizione, erano state lanciate dall'Unione democratica federale (UDF), un partito di matrice cristiana,
"Uno schiaffo morale a chi non voleva consentire a queste persone sofferenti di poter ottenere i servizi che medici e associazioni elvetiche davano loro accompagnando e assistendo i malati a porre fine ai propri giorni di sofferenza nel modo più dignitoso". Ha commentato Emilio Coveri, presidente di Exit Italia, Centro di studi e documentazione sull'eutanasia. "Quella che veniva formulata era una proposta indecorosa, indecente che discrimina enormemente le persone che soffrono e che per fortuna è stata bocciata a grandissima maggioranza".
Il fallimento del tentativo referendario di fermare l'eutanasia legale nel cantone di Zurigo conferma che quando la gente può informarsi e dibattere su un tema così delicato, sceglie la legalità e il controllo invece della illegalità e della clandestinità. Naturalmente molti cattolici non sono d’accordo. Per la parlamentare ex PD, Paola Binetti, bisognerebbe sconfiggere “la figura del self made man, autosufficiente e padrone di sé, per far vincere una cultura sociale dove ogni persona sappia che rappresenta un valore in sé in ogni stadio della vita. Se non si fa un investimento del genere, si favorisce un'inaccettabile cultura del suicidio che non è solo anti-cristiana ma va anche contro i principi della medicina".
Di altro parere è ovviamente Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e dirigente di EXIT-Italia. Per il quale da Zurigo è venuta “una grande lezione di civiltà, i cittadini di Zurigo hanno dimostrato di avere un senso di pietà maggiore di coloro che avevano proposto i due referendum. Bisogna ringraziare i zurighesi per avere lasciato questa porta aperta ai non residenti, quindi anche agli italiani. Rimane solo l'amara constatazione che se anche gli italiani potessero votare sui temi d fine vita e sull'eutanasia, i risultati non sarebbero diversi. Per questi motivi è importante non mollare la battaglia sul testamento biologico ed evitare che il tutto finisca ipocritamente nel limbo”. 

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Arcari, da sostenitore dei diritti civili le invio i miei ringraziamenti per aver dato spazio a questa notizia. In Italia siamo prigionieri di una logica maggioritaria e spesso partiticamente trasversale che impone il silenzio intorno ai temi legati all'etica. Gli italiani sono considerati eternamente dei minorenni la cui libertà di coscienza viene costantemente conculcata da un Stato dai connotati paternalistici in cui ancora permangono i residui di una cultura gentiliana.
Gianluca Mercuri

Andrea ha detto...

Da sostenitore dei diritti civili ritengo che la vita sia un diritto e un dovere a cui tutti dobbiamo adempiere. Ritengo che la morte sia un dovere a cui purtroppo dobbiamo adempiere tutti. La Svizzera, Paese non laico ma laicista e infatti SENZA ALCUNA IDENTITA', promuove il diritto alla morte, cioè il diritto a perdere ogni diritto. Fate un po' voi.
Grazie
Andrea Cipriani

carlo arcari ha detto...

Diritti, doveri..Personalmente ritengo che la vita non sia né una cosa né l'altra. La vita è un dono. Io non ho scelto di vivere, sono nato, la vita mi è stata data con un gesto d'amore dai miei genitori. Da quel momento, la mia vita è appartenuta solo a me e mi apparterrà sempre. Se per un caso questa condizione di controllo e potere sulla mia vita dovesse venirmi tolta da una malattia o da altro incidente io vorrei essere messo in condizione di scegliere se continuare a viverla da schiavo di macchine, tecnologie mediche e altre persone, oppure no. Per questo voglio poter disporre fin d'ora che sono in condizione di farlo del diritto di scegliere. Rivendico l'esercizio, fino all'ultimo respiro, di questa libertà, che mi è stata data in dono con la vita. Porre termine alla propria vita è una decisione intima che nessuno ti può impedire di prendere, tanto meno una legge. Infatti il suicidio è un atto legittimo; secondo le nostre leggi non è un reato e nemmeno lo è il tentativo di suicidio. Un atto legittimo.

Andrea ha detto...

Se la vita mi è stata donata, vuol dire che Qualcuno me l'ha donata e per amore o per rispetto verso questo Qualcuno il mio compito è quello di preservarla. Nelle condizioni estreme non posso né voglio giudicare il singolo. Ma sono convinto che la libertà non si limiti solo al potersi muovere o fare qualcosa. Anche l'ergastolano può essere libero offrendo la sua vita e fidandosi di Chi gliel'ha data. Non limitiamo la libertà con il suicidio.
Andrea

Giovanna B. ha detto...

Andrea mi permetto di ribadire che vi sono altri paesi in cui le scelte individuali(relative a questo tema) vengono tutelate e non solo nella SVIZZERA SENZA ALCUNA IDENTITA' come la definisci tu.A mio modestissimo parere ognuno è libero di pensarla come vuole ed è proprio per questo che un "sostenitore di diritti civili"(come ti definisci) dovrebbe tollerare i pensieri di tutti...o sbaglio?...

Andrea ha detto...

E' tutto vero Giovanna quello che dici.
Sarà perchè ho 24 anni e quindi la vita mi appassiona sia nei momenti belli sia nei momenti brutti, ma non credo che sia una cosa bella l'"auto-annientamento", quindi non appoggerò mai una legge che permetta ad un altro di fare una cosa contro se stesso e contro quelli che gli stanno attorno.
Per quanto riguarda i casi estremi,inoltre, io credo che sia difficile misurare chi sia "degno" di morire e chi sia invece da "condannare" alla vita sofferente.
Solo un opinione basata sulla mia esperienza personale, che mi dice che scegliere per la morte non è scegliere per la libertà.
Comunque non critico te nè Arcari, che secondo me ha fatto bene a dare rilievo a questa notizia.

carlo arcari ha detto...

Caro Andrea, ringrazio io te per avere avuto il coraggio di discutere un tema così difficile e profondo come questo. Qui stiamo parlando in realtà dell'uomo e della sua libertà di fonte al dono misterioso della vita. Una riflessione molto antica, la prima forse che l'uomo ha fatto guardando nel buio le stelle fredde.

Giovanna B. ha detto...

Concordo che nonostante la giovane età Andrea abbia le idee chiare e giustamente rispetto la sua posizione ,anche se personalmente vorrei che lo Stato legiferasse in merito al testamento biologico , poichè molte persone (compresa la sottoscritta)la pensano come già esposto da Carlo in questo post.
Sempre democraticamente....

Anonimo ha detto...

Nessuno può sapere a priori come si comporterebbe, se lui/lei stesso/a o qualcuno dei propri cari dovesse venire a trovarsi in una situazione limite come quella ma è proprio perchè non lo si può sapere in anticipo che bisognerebbe mantenere la porta aperta. Chi oggi è convinto della propria scelta perchè in salute e pieno di entusiasmo per la vita probabilmente di fronte ad una vita senza speranza nè futuro e nel dolore che si rinnova un giorno dopo l'altro, quando la malattia toglie ogni dignità alla persona, forse cambierebbe opinione e allora pregherebbe che ci fosse un modo per avere un pò di pace. Io chiedo a queste persone se hanno mai avuto contatti con malati terminali, se li hanno mai guardati negli occhi e visto quella sofferenza infinita che va oltre il dolore fisico, che è la consapevolezza che per loro non esiste più nè un futuro o la speranza di guarire e se hanno mai assistito senza poterli minimamente aiutare, alla loro lenta agonia. Nell'eventualità che qalcosa di così terribile ci possa colpire, lasciamo che almeno ci possa essere data una scelta.

A.F

Anonimo ha detto...

Ma perchè lo Stato dovrebbe legiferare in tal senso ? Che si lasci ogni decisione al libero arbitrio del singolo individuo.