martedì 3 maggio 2011

Falcone e Borsellino, una sentenza a favore di Baldassarre

Tutti i mezzi di informazione locale hanno parlato della recente sentenza del Tar della Lombardia che ha respinto il ricorso degli ex aderenti all’associazione Centro Falcone e Borsellino contro lo scioglimento del loro sodalizio deciso dalla giunta Alparone. Ma quasi nessuno ha saputo che nei giorni scorsi un’altra sentenza di un altro Tribunale, quello di Monza, si è pronunciata in merito a un procedimento penale avviato nel 2010 dal presidente del Consiglio Comunale, Annunziato Papaleo, contro Arturo Baldassarre.
Papaleo aveva querelato l’ex dirigente dell’associazione per via delle dichiarazioni rese ai giornali nell’estate scorsa in merito ai suoi rapporti di conoscenza con Vincenzo Mandalari, imprenditore, presunto boss e organizzatore della famosa cena tenutasi nel centro sociale padernese. Baldassarre in quella occasione aveva riferito che Mandalari era una persona molto nota a Paderno, in particolare al Villaggio Ambrosiano, e aveva citato tra le altre cose la sua parentela con il presidente dell’assemblea cittadina.
La querela di Papaleo era stata archiviata dal magistrato e contro questa archiviazione egli aveva fatto opposizione. Il 30 marzo scorso si è tenuto il procedimento in camera di Consiglio alla fine del quale il GIP, Giovanni Gerosa ha disposto nuovamente l’archiviazione con una motivazione che merita di venire riportata per esteso anche perché si esprime sulle cose scritte dai blog locali.
“La richiesta di archiviazione è fondata e va accolta. La circostanza relativa al rapporto di parentela tra il querelante e Mandalari Vincenzo è veritiera e, nel contesto dell’esposizione censurata, non può ritenersi espressa maliziosamente allo scopo di insinuare torbidi o illeciti rapporti tra il querelante ed il cugino. Piuttosto, pare fondato ritenere che tale circostanza –comunque in sé inoppugnabile – sia stata espressa allo scopo di rafforzare il giudizio sulla impossibilità di immaginare che una sala comunale fosse stata utilizzata per svolgervi una riunione malavitosa. Anche i commenti apparsi sui blog, per quanto opinabili, non travalicano i confini del diritto di libera manifestazione del pensiero sub specie diritto di critica, sostanziandosi nel discutibile, ma non illecito, accostamento tra parentela ‘mafiosa’ ed impossibilità di occuparsi della cosa pubblica”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...infatti tutti gli altri blog sono in "silenzio"....sssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss
Camilla