C’era una sedia vuota ieri sera dietro al banco della giunta padernese. Una sedia vuota che attirava gli sguardi di tutti i presenti perché era l’unica che invece avrebbe dovuto essere occupata dal suo titolare: l’assessore al Personale, Giovanni Di Maio.
Fuori dal palazzo comunale una piccola folla di dipendenti volantinavano in attesa di entrare ad ascoltare la risposta che la giunta avrebbe dato all’interrogazione presentata dal Capogruppo di RC-PdCI, Mauro Anelli, sulla vertenza scoppiata nel settore Urbanistica a seguito di movimenti immotivati di dipendenti e promozioni offensive di neoassunti in prova, diventati da un giorno all’altro dirigenti, ed altre questioni che da tempo agitano i lavoratori. Nel volantino i dipendenti denunciavano la chiusura totale opposta dall’amministrazione alle loro richieste e il clima di pesante di intimidazione e di scontro che erano costretti a subire (nella foto i lavoratori in aula consigliare).
Insieme a loro anche il PD di Paderno Dugnano distribuiva un volantino nel quale si ricordavano le scelte sbagliate dell’amministrazione che erano all’origine del conflitto e che si riassumevano per i Democratici padernesi in questo mix: improvvisazione, favori e ritardi. Servizi importanti come l’Urbanistica e i Lavori Pubblici, sono stati prima accorpati ostentando obiettivi di risparmio e di ottimizzazione, un anno dopo di nuovo separati con sdoppiamento di incarichi. Si è annunciato il ricorso a consulenze esterne e ruoli affidati a professionisti di chiara fede politica, la stessa del vicesindaco e assessore al territorio leghista.
Una confusione che ha toccato l’apice con l’ingiustificato trasferimento del dirigente dell’ufficio e la sua sostituzione con una neoassunta di livello C, amica del nuovo dirigente “padano”, alla quale è stata attribuita una posizione organizzativa contestata dai sindacati.
Una confusione che ha toccato l’apice con l’ingiustificato trasferimento del dirigente dell’ufficio e la sua sostituzione con una neoassunta di livello C, amica del nuovo dirigente “padano”, alla quale è stata attribuita una posizione organizzativa contestata dai sindacati.
Dopo la lettura in aula dell’interrogazione nella quale si chiedeva conto alla giunta di questo sconquasso, i lavoratori, in assenza dell’assessore titolare del personale, hanno dovuto ascoltare con crescente fastidio e delusione la non risposta data dal sindaco, che con un discorso sconclusionato e involuto a base di io non c’entro, si è sempre fatto così, la riorganizzazione era necessaria, ho ereditato dalla giunta precedente un servizio non all’altezza e altre delle sue solite fanfaluche, in cui si ribadivano che le nomine “le fanno i dirigenti”, che tutto era stato fatto in modo regolare e seguendo la prassi, che gli spostamenti e la riorganizzazione del servizio “non si dovevano discutere né concordare con il sindacato” e che si augurava (chissà come) il ritorno ad un clima più sereno.
Naturalmente Anelli si dichiarava insoddisfatto e ribadiva le critiche, chiedeva il ritiro dei trasferimenti, il congelamento delle nomine e l’avvio di un dialogo diretto tra sindaco e dipendenti. Chiedeva anche che il rappresentante del sindacato potesse fare una comunicazione al Consiglio per illustrare le loro ragioni e qui è scoppiata la bagarre, perché alla risposta negativa del sindaco e del presidente dell’assemblea, la sindacalista della CGIL presente in aula ha tentato di replicare e Papaleo ha invitato i vigili ad allontanarla dall’aula, cosa che i 50 lavoratori presenti hanno contestato rumoreggiando e uscendo per protesta in massa alla sala (vedi foto sopra).
“Di fronte a questo atteggiamento, non ci resta che dichiarare aperto lo stato di agitazione dei dipendenti comunali secondo il mandato che l’assemblea dei lavoratori ci ha già affidato – ha affermato Alexandra Bonfanti della CGIL -. Se continuerà questa chiusura da parte dell’amministrazione chiederemo un incontro con il Prefetto e se anche così non si troverà un accordo cominceremo a scioperare”.
E’ il caso di ricordare che nella sua risposta reticente e insignificante, piena di sviolinate e ipocriti richiami allo spirito di servizio al fantasma dl bene comune, Alparone, ha chiesto all’opposizione di “non soffiare sul fuoco” della protesta dei lavoratori, come se questa bella situazione di sfascio e di degrado non fosse il frutto della sua incapacità amministrativa e della evidente confusione della sua politica. A “soffiare sul fuoco”, a provocare conflitti assurdi e inutili, a guastare il clima e dividere la città a tutti i livelli infatti è sempre e solo lui.
1 commento:
.....l'arroganza è la virtù dei folli!!!.... e gli amminstratori di questo comune ne sonmo l'esempio!!!!!!
svegliatevi...gente...sveglaitevi!!!!
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