giovedì 14 aprile 2011

Il 25 aprile dei reazionari al potere

Ricevo da un lettore questa nota di commento al programma comunale della celebrazione del 25 aprile, Festa della Liberazione, che la giunta di destra padernese ha deciso di fare a pezzetti e commemorarla a rate, per diluirne e ridurne i contenuti storici, civili e politici che essa racchiude e tramanda.
"Devo dire con molta franchezza che il sindaco si sta dimostrando per quello che è, sordo ed esponente di una destra pericolosa. Di fronte ad un anniversario, il 25 aprile, che non dovrebbe portare a nessuna censura, il nostro primo cittadino ha un prurito irresistibile. Preferisce ragionare su date che non hanno nulla a che vedere con la ricorrenza, e regala all’ANPI un’alza bandiera che sembra più un contentino (per farli stare zitti) che una cerimonia degna di un giorno che tutti i libri di storia ricordano come memorabile per la democrazia e la liberazione dall’invasore nazista. Che peccato, dice di rappresentare tutti, ci chiama 'i miei cittadini', credo invece che rappresenti solo se stesso e le istanze o richieste del centrodestra padernese".
Il tema è penoso e non avrei voluto riparlarne, ma devo farlo. Alparone per me è solo un tipico piccolo borghese italiano, liberale a parole, ma antidemocratico nell’intimo, che nasconde la sua naturale avversione per la democrazia fatta dal popolo per il popolo e dovendo scegliere preferisce di gran lunga la figura di Mussolini a quella di Gramsci. Proprio come molti “liberali”, anche famosi, fecero a suo tempo.
Il sindaco padernese porta avanti dunque un disegno politico preciso che consiste nel tentare di riscrivere quella storia che i fascisti nostalgici e i reazionari sconfitti e disonorati, non hanno mai accettato e ancora non accettano: la storia che afferma vittoriosa l’Italia della Resistenza su quella nazifascista, quella che condanna i servi di Hitler e Mussolini senza appello, per sempre.  Ma questa della Resistenza è una verità che nessun Alparone potrà mai cancellare, una verità che ci ha dato l’Italia democratica, repubblicana e antifascista e che dobbiamo sempre riaffermare.
Io il 17 aprile non andrò al Villaggio Ambrosiano e non parteciperò alla manifestazione del sindaco, perché non approvo la scelta di cambiare le date alla storia per diluirne la memoria e la considero per quello che è; una squallida provocazione. Da non accettare. Invito pertanto quelli che come me non approvano tale imposizione, di astenersi dal partecipare a una finta celebrazione. Andrò invece in piazza il 25 aprile per riaffermare e testimoniare la verità storica, politica e civile che i fascisti rifiutano, e spero di incontrarvi numerosi per dare vita tutti insieme a una manifestazione di libertà e democrazia. 

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Domenica 17 aprile è la Domenica delle Palme.

Andrò quindi alla Messa delle 10.00, come sempre, anche per prendere un ramoscello di ulivo benedetto.
Non parteciperò ad una ricorrenza che non esiste... intendo dire che il 17 aprile in italia non è successo niente, e non so quindi cosa si debba andare a commemorare..

Il 25 aprile (... anche se "è già il lunedì dell'Angelo" come ha detto qualcuno..) ovunque sarò, festeggerò e manifesterò per la vera festa della Liberazione che è il 25 aprile ..appunto!!! W L'ITALIA
Ciao!
CAROLA

Anonimo ha detto...

Arieccoci, ci stanno a riprovare ancora.Due volte su due non possono essere un caso, è proprio un'intenzione! Vogliono rifare la Costituzione, stanno facendo leggi a loro uso e consumo, stravolgendo la morale, vogliono perfino modificare la Storia!Questa gente è pericolosa. Tutto questo continuerà a far salire la tensione sociale che a causa della crisi e di ciò che succede nel mondo è già abbastanza alta. Nutro il fondato timore che a breve ci aspetteranno tempi drammatici.
Aldo

Anonimo ha detto...

io che "sento" e commemoro il 2 giugno e il 4 novembre, vorrei poter anche festeggiare il 25 aprile, ma ahimè mi riesce ancora difficile a causa del significato che per troppi anni è stato attribuito a questa ricorrenza: una festa nella quale i comunisti (e solo loro) si sentivano in diritto di autoproclamarsi liberatori d'Italia; una festa alla quale cattolici e liberali, che pure avevano contribuito in maniera determinante, checchè ne dica il sig. Arcari, alla liberazione, non erano ammessi; una festa nella quale non vi era posto per nessun segno di gratitudine per gli alleati anglo-americani, quasi non fossero stati loro i veri artifici della liberazione( a proposito di mistificazione della storia).
grazie al cielo da una decina di anni a questa parte, il 25 aprile è tornato ad essere, come è giusto, una festa più condivisibile e più condivisa; anche se, ne sono certo, anche quest'anno non mancheranno gli idioti e gli arroganti che cercheranno di zittire con fischi e rumoreggiamenti i rappresentanti delle istituizioni sprovvisti del pedigree "social-comunista".
non importa: dopo aver visto la sinistra rivalutare l'importanza della rivoluzione liberale e borghese del risorgimento, di cui abbiamo appena ricordato il 150° annversario, credo che presto o tardi cadrà anche il velo ideologico che ha sempre coperto la festività del 25 aprile... io ci spero.

un cordiale saluto
andrea favrin

carlo arcari ha detto...

Favrin, la tua invettiva è fuori bersaglio e parte da un'affermazione falsa. Non è corretto sostenere che non riconosco il contributo di cattolici e liberali alla Resistenza, per il semplice fatto che non è vero, come non nego che per liberare l'Italia ci sono voluti gli eserciti alleati. Questo è ovvio sul piano militare che però non è l'unico di cui tenere conto. La guerra di Liberazione è stata combattuta infatti su due terreni: in campo, tra gli eserciti tedesco e quello alleato, dietro le linee da partigiani (rossi, bianchi e azzurri) e brigate nere. La prima è stata una guerra regolare tra soldati in divisa, la seconda è stata una guerra civile, combattuta dagli antifascisti contro i servi delle SS che con il loro aiuto (non dimentichiamolo) hanno fatto funzionare per altri due anni i forni crematori.
La prima guerra si è conclusa con la liberazione dallo straniero invasore. La seconda con piazzale Loreto e la liberazione dalla dittatura fascista. Il 25 aprile non sarà mai una festa condivisa finché ci saranno quelli come te che negano la sua necessità storica e vorrebbero rimuoverla. Che ti piaccia o meno i comunisti italiani hanno fatto insieme a cattolici e liberali, la guerra civile, la Repubblica e infine la Costituzione. La guerra civile antifascista è stata guidata dalle stesse forze politiche. Prova ne sia che la fucilazione di Mussolini è stata decisa dal cattolico Mattei la sua esecuzione dal comunista Audisio e l'esposizione del suo cadavere in Piazzale Loreto dal socialista Pertini. L'Italia repubblicana e democratica nasce da tutto questo. Che ti pioaccia o meno, i comunisti fanno parte a pieno titolo della storia di questo Paese, mentre i partiti che oggi malgovernano l'Italia e Paderno Dugnano sono pieni di personaggi che disprezzano apertamente la Costituzione democratica e odiano la Resistenza proprio per il suo carattere antifascista. Io con loro non ho e non avrò mai nulla da condividere.

Anonimo ha detto...

il 17 aprile è la domenica delle palme e col cavolo che non vado in chiesa per assistere ad una cerimonia artificiale.
Mi dicono poi, che c'è uno spazio celebrativo comunale anche giovedì 21 aprile. Al di là dei contenuti, che mi significa rispolverare il 21 aprile? La restaurazione del "Natale di Roma"? Memorie del "ventennio", forse ???

Per la cronaca: il 25 dicembre (Natale) sarà domenica. Va bene la data per questa amministrazione oppure cozza con le vacanze in montagna? Potremmo chiedere al Padreterno se per lui va bene celebrare il Natale, che so, il 22 dicembre per questa volta; tanto sono più di duemila anni che la ricorrenza cade il giorno 25: se per una volta la spostiamo, chi vuoi che se accorga?