Ieri sera all'Auditorium Tilane, l'incontro realizzato dall'Associazione Genitori dell'Istituto Comprensivo Gramsci con la collaborazione del Comune di Paderno Dugnano, ha registrato il tutto esaurito grazie alla partecipazione di famiglie e insegnanti .
All'introduzione del prof. Pietro Boggia (insegnante della Gramsci e consigliere comunale del PD), del presidente dell’Associazione Genitori, Stefano Gallieni e dell’assessore alle Politiche Sociali, Alberto Ghioni, è seguito l'intervento di Federico Colombo, psicologo-psicoteraupeta che da anni si occupa del fenomeno bullismo nelle scuole di Milano e provincia. L'argomento particolarmente interessante è stato illustrato e analizzata con parecchi esempi che hanno catturato l'attenzione del pubblico presente sfociata poi in una nutrita serie di interventi e domande. Ne è emerso che il fenomeno del bullismo è in aumento, ma non viene affrontato nella maniera adeguata dal nostro sistema scolastico che non invoglia a creare progetti fin dalla scuola primaria come invece avviene in altri Paesi. Inoltre gli insegnanti molto spesso fanno fatica a riconoscere il problema proprio in virtù della famosa "tolleranza" insita in un carattere nazionale che ci porta a minimizzare i conflitti e rimuovere i problemi difficili al posto di affrontarli. Ieri sera, Boggia, nella sua introduzione ha criticato senza nominarlo il nostro blog reo di avere dato la notizia del recente episodio di bullismo avvenuto alla scuola media Gramsci.
Avrei gradito di più invece qualche dato di fatto per dare a tutti la percezione del problema, magari una relazione qualitativa e quantitativa del fenomeno nelle scuole padernesi dove i casi di bullismo ci sono e stanno aumentando, me non se ne parla. Lo aveva fatto nel febbraio 2009 con una piccola indagine condotta su un campione molto ridotto di studenti, la scuola media Allende-Croci in collaborazione con l’associazione Alberio. Stando a quei dati circa la metà dei ragazzi dichiarava di avere subito aggressioni e violenze verbali e fisiche. Il 20% dei ragazzi dichiarava di avere preso parte ad atti di bullismo nella scuola, nella metà dei casi la vittima frequentava la stessa classe del bullo, nel 25% dei casi il bullo era un ragazzo di una classe superiore. Dalle interviste emergeva che il bullismo è uno “sport” individuale e non di squadra, i luoghi dove avvenivano le aggressioni erano i corridoi, il cortile e le classi, spessissimo durante l’intervallo o all’uscita. Ma i dati più importanti emersi erano che nel 76-85% dei casi la vittima taceva e non denunciava il bullo, mentre l’insegnate presente al fatto "solo ogni tanto" interveniva (vedi slide della ricerca). Che cosa è seguito sul piano pratico a questa rilevazione, che politiche sono state messe in atto dalla scuola Allende e dalle altre scuole padernesi per contrastare il fenomeno e che risultati hanno dato? Forse i cittadini genitori avrebbero gradito e gradirebbero saperlo.
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