L’architetto Fabrizio Allegro sul suo blog Osservatorio PGT si occupa della “scuola di formazione politica” organizzata da un gruppetto di giovani padernesi con il massiccio ed entusiastico supporto dell’amministrazione. Il suo commento critico è relativo alla modalità scelta dagli organizzatori che hanno diviso il percorso fomativo in due fasi: la prima affidata a lezioni frontali tenute da funzionari e tecnici comunali la seconda dedicata a incontri e tavole rotonde con i politici di maggioranza e opposizione.
“Se penso al prossimo evento in programma, ossia l'ultimo del primo modulo a tema Piano di governo del Territorio, mi chiedo come si possa condensare in 2 ore di lezione il tema del governo del territorio. Forse è facile, e sarebbe utile proiettare un film del 1963, di Francesco Rosi, Le mani sulla città, per capire tutto quello che i giovani in politica non dovranno mai fare”, dice Allegro. Una perplessità condivisibile, come è condivisibile l’osservazione sul procedimento formativo che egli giudica non corretto. “La politica è l'arte di governare la città e non l'esercizio tecnico dell'atto di governare. Essa nasce dal confronto tra le persone, i movimenti, valori, idee e le soluzioni e presenta una opportunità per chi ha la capacità di condensare le richieste di un tessuto economico e sociale portando alla luce proposte certe, attuabili per la polis, per il bene comune. Auguri a questi ragazzi, ma l'invito è di scendere in piazza tra la gente per capire cosa siano le istanze del territorio e non solo come sia strutturato il pachiderma amministrativo”.
Sono più che d’accordo con Allegro perché questi sono rilievi che anch’io e altri (Giovanni Giuranna) avevamo subito sollevato fin dalla presentazione dell’iniziativa che personalmente giudico un po’ troppo “istituzionale” per essere “giovane e nuova”. L’invito di Allegro, tanto più significativo perché viene da un tecnico e non da un politico, a: “scendere in piazza tra la gente per imparare e capire” è infatti destinato a cadere nel vuoto dal momento che per far questo i giovani non avevano assolutamente bisogno di organizzare un'iniziativa rivolta più al potere che alla città. Potevano farlo benissimo, anzi avrebbero dovuto farlo, dal momento che alcuni di loro (gli organizzatori) sono iscritti ai partiti padernesi. Ma fare politica con i piedi, cioè scarpinando in giro per i quartieri, tenendo aperte le sezioni per acoltare e capire i problemi dei cittadini, è una cosa che questi giovani considerano evidentemente superata e poco interessante. La lezione sul campo è troppo faticosa, meglio la comoda poltroncina della Tilane.
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