"La linea italiana rispetto al programma nucleare chiaramente non cambia" ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo da Bruxelles dove si è riunito il Consiglio dei Ministri dell'Ambiente dell'UE. Mentre in tutta Europa, il disastro nucleare giapponese sta provocando doverosi ripensamenti e fondati dubbi sulla sicurezza delle centrali, in Paesi che di centrali ne hanno tante, il nostro che di esperienze ne ha poche e non può certo vantare tradizioni di sicurezza elevati anche per impianti molto meno rischiosi, mostra la presuntuosa e supponente sicurezza dei parvenue. Una sicumera che viene poi smentita sul territorio dove i più importanti governatori delle Regioni di destra, quelli di Lombardia e Veneto, hanno già detto che di centrali non ne apriranno mai.
Atteggiamento più serio è quello che per fortuna si sta imponendo nel resto d'Europa. La Cancelliera Angela Merkel ad esempio, ha deciso di spegnere subito le due centrali più obsolete e ha deciso di sospendere per tre mesi l'inizio dei lavori di ammodernamento degli altri 17 reattori tedeschi. Anche la Svizzera ha bloccato la costruzione di tre nuovi impianti, mentre l'Austria ha chiesto un riesame a livello europeo. E anche la Francia, portabandiera dell’atomo con 59 reattori attivi è scossa dalle notizie giapponesi e gli ecologisti francesi hanno già chiesto un referendum.
In Italia i referendari che vogliono fermare la politica del governo sono in movimento (vedi il sito www.fermiamoilnucleare.it). Il principale partito di opposizione, il PD, sta rompendo gli indugi rispetto a quello presentato dall'Italia dei Valori. Il segretario Bersani ha dichiarato: “Siamo stati, siamo e saremo contro il piano nucleare del governo". E i militanti del partito democratico a livello locale si stanno mobilitando per aderire ai Comitati per il referendum che si stanno costituendo in vista della scadenza di giugno.
L’obiettivo principale è raggiungere il quorum perché il risultato del voto è dato per scontato: la stragrande maggioranza degli italiani è contro il nucleare, lo è stato ai tempi di Chernobyl e a maggior ragione lo è oggi. A Paderno Dugnano il PD, come tutti i partiti dell’opposizione, ha aderito all’appello dei Verdi e parteciperà all’incontro di fondazione del Comitato referendario padernese che si terrà il 23 marzo alle 21 nella sede di Legambiente presso la scuola Allende. Sarà interessante vedere come si schiererà su questo fronte la maggioranza dal momento che la Lega non sembra molto compatta sul fronte dell’atomo.
7 commenti:
Io non sono contrario al piano nucleare del governo,bensì a qualsiasi piano che prevede lo fruttamento nucleare mediante fissione dell'atomo.Il vero problema non è quello che si è verificato in America,in Russia e ora in Giappone benchè già più che sufficienti a indurre a riflettere molto seriamente,ma il problema delle scorie radioattive che lasceremo ai posteri sembra per migliaia di anni.Abbiamo già problemi a smaltire l'umido,il secco,lo speciale figuriamoci il nucleare.
Pierino Favrin
io non sono contrario al nucleare in modo preconcetto,ma vorrei che mi si spiegassero i costi i tempi e i rischi di un ritorno all'atomo.....inoltre c'è il problema delle scorie in uno stato dove non si riesce a smaltire nemmeno i rifiuti............perdonatemi poi ma un altro rischio è che a capo del progetto legato al nucleare venga messo l'ennesimo raccomandato(o l'ennesima escort promossa ministro)e allora siamo veramente fritti.Antonello Queirolo
pensa un pò: a capo di tutta la baracca nucleare un altro genio come Giovanni De Nicola e per l'edilizia delle centrali il cemento delle cosche...
In più: lo smaltimento del plutonio lo faranno a prezzi stracciati nei campi di San Cipriano d'Aversa.
Questo del nucleare è un altra prova che la destra non sa mettere in campo niente di nuovo: come la Rho-Monza a cielo aperto o il "piano casa", il programma nucleare a fissione è una cosa vecchia e bocciata dalla storia, dove i rischi sono sempre troppi. Con una complicanza in più: le radiazioni ed il materiale radiattivo saranno mortali insidie per millenni per chiunque. Quando valutate i costi del nucleare nel suo complesso, queste cose non contano? Vengono scorporate con qualche artificio contabile?
Anche la storia di queste ore non insegna proprio nulla?
Icaro
Cari amici, sono d'accordo con voi. Il governo Berlusconi ha fatto sul nucleare una scelta solo ideologica. Basterebbe riflettere su questo elementare dato economico: che senso ha investire 30 miliardi per ottenere forse il 4% dell'energia prodotta tra 20 anni?
Come scritto nel post tra poco saremo chiamati ad esprimerci sul nucleare con un referendum, dove oltre che votare il nostro disaccordo sul nucleare dobbiamo riuscire a portare a votare almeno il 50%+1 degli elettori. Per ottenere ciò è importante la mobilitazione di tutti, per questo invito chi ha voglia di impegnarsi nella campagna referendaria a partecipare mercoledì 23 marzo alla formazione del comitato “Vota SI per fermare il nucleare” a Paderno Dugnano.
Giorgio R.
sono in sintonia con il commento espresso dal sig. Favrin ed aggiungo semplicemente che oltre al VOTA SI PER FERMARE IL NUCLEARE bisognerebbe "spingere" per lo sfruttamento delle energie alternative.....
ovviamente NO al nucleare ma prima di tutto dobbiamo metterci in testa che è assolutamente necessario consumare meno. La terra non è + in grado di reggere i ritmi imposti dal genere umano
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