martedì 15 marzo 2011

Alparone: Riaprire il Centro? "Non è mio compito"

Ricevo da un valente collaboratore la cronaca della conferenza stampa che si è tenuta stamattina presso il Centro Falcone e Borsellino.Anche le fotografie che illustrano il servizio sono dell'autore.
Alparone eroe dell'antimafia per un giorno. Così almeno si deve essere sentito il sindaco di Paderno Dugnano leggendo le scritte che campeggiavano questa mattina su alcuni pilastri esterni all'ingresso del Centro di Aggregazione Sociale Falcone e Borsellino, eccezionalmente riaperto per ospitare una conferenza stampa di presentazione di un progetto di legalità promosso da Arci, Acli e Auser. "Vergogna il Centro è ancora chiuso" e ancora " Sindaco e Lega vergogna" dicevano le scritte. Parole che il sindaco non ha esitato a bollare come avvertimenti dal sapore mafioso e che davanti alle quali ha fermamente asserito: " Ma io non ho paura". "Quando sono diventato sindaco" ha continuato " di tutto mi sarei aspettato tranne che di dover combattere la 'ndrangheta". La platea, composta da una cinquantina di soci del Centro, attendeva notizie sulla sua riapertura quando Alparone ha sferrato l'affondo finale "non si può demandare all'amministrazione quello che non è suo compito. Siete voi che dovete prendervi queste responsabilità stando più attenti e vigilando di più".
L'intervento del sindaco ha concluso la conferenza stampa ma è con le sue parole che abbiamo voluto iniziare questa cronaca. Eppure l'assessore alle Politiche sociali Alberto Ghioni poco prima aveva auspicato un'unità di intenti, pur partendo da orientamenti politici diversi, per troncare i tentacoli della piovra ormai ben piantati nel territorio lombardo.
Hanno illustrato il progetto in rappresentanza delle Associazioni promotrici Paolo Ricotti (vicepresidente provinciale Acli Milano); Antonio Lagrotteria (Presidenza Acli Milano); Emanuele Patti (presidenza Arci Milano e Presidenza Arci Lombardia) e Ideanna Giuliani. Inoltre erano presenti, con i già citati Marco Alparone ed Alberto Ghioni, Jole Garutti (Direttrice Associazione Saveria Antiochia Omicron) e Ilaria Ramoni (Presidente di Libera Milano).
Il progetto sulla legalità parte dal principio che troppo spesso prevale l'idea che il contrasto alla criminalità organizzata sia prerogativa esclusiva delle istituzioni mentre risulta essenziale che, attraverso scelte responsabili verso se stessi e verso gli altri, ci si chieda "cosa posso fare per contribuire alla mia libertà di uomo?". Le associazioni di Volontariato e di Promozione sociale hanno così sentito l'urgenza di impegnarsi concretamente in una nuova stagione di educazione alla legalità per far diventare l'impegno civico collettivo il naturale anti-virus con cui contrastare la malattia rappresentata dall'illegalità.
Per descrivere efficacemente la proposta delle associazioni è stato stilato un "cahier de verbs della legalità”. Esso prevede un impegno nell'informazione (aumentando la conoscenza del fenomeno mafioso; promuovendo la presentazione di libri sul tema; dando testimonianze di vita e di esperienze antimafiose); nella produzione (utilizzando i beni confiscati alla mafia); nel mondo del lavoro (contrastando il lavoro nero; promuovendo la sicurezza); nel mangiare (consumando consapevolmente; promuovendo la diffusione di prodotti coltivati nei terreni confiscati alla mafia); nell'educazione (per mezzo di percorsi permanenti di educazione alla legalità nelle scuole e fra i giovani, anche coinvolgendoli nei luoghi di aggregazione; creando campi di lavoro per i giovani nei terreni confiscati alle mafie); Nella partecipazione (diffondendo la conoscenza della Costituzione italiana come madre di tutte le regole; promuovendo la cittadinanza attiva e il principio di sussidiarietà); nella creatività (promuovendo concorsi creativi nelle varie arti che mettano a tema la legalità).

1 commento:

lorenzo ha detto...

Non è compito dell'amministrazione riaprire il Centro, ma è stato compito suo chiuderlo.
Lorenzo