giovedì 9 dicembre 2010

Lares e MP: tre mesi in più di sussidio, poi il vuoto..

Né Babbo Natale, né Gesù Bambino. Il “regalo” ai lavoratori di Lares e Metalli Preziosi di altri tre mesi di Cassa Integrazione in deroga l’hanno fatto i sindacati che con una trattativa sono riusciti a ottenere un po’ di ossigeno (l’ultimo probabilmente) dalla Regione Lombardia che ha accettato di spostare a marzo la scadenza che aprirà la porta alla mobilità per i circa 170 dipendenti delle due aziende rimasti senza lavoro a seguito del fallimento della proprietà.
Il quotidiano il Giorno di oggi riporta la notizia ma sottolinea come solo il 20% circa dei dipendenti sono riusciti in questi due anni a trovare una nuova occupazione più o meno precaria. Quelli rimasti hanno tutti dai 45 ai 55 anni e oggettivamente hanno poche speranze di trovare da soli qualche soluzione in un mercato del lavoro prosciugato dalla crisi e dalle delocalizzazioni. Quello che nessuno vuol ancora accettare è il fatto che l’illusione mercatista degli ultimi vent’anni sia irrimediabilmente fallita e che senza un nuovo mirato e fortemente condiviso intervento dello Stato o dei governi locali non usciremo mai da questa situazione. Le piccole medie imprese di cui abbiamo tutti favoleggiato (esagerando) in passato successi e primati, dimostrano ormai abbondantemente di non avere la forza e soprattutto la visione per investire nella ricerca e nella innovazione le risorse necessarie a creare il futuro. Sono troppo piccole, hanno pochi soldi, non dominano tecnologicamente, se non in rarissimi casi, i mercati in cui operano e fanno prodotti “maturi”, cioè esposti alla concorrenza dei Paesi emergenti.
Alla fine degli anni 90, quando la globalizzazione già galoppava, in Italia c'erano economisti che difendevano l'idea secondo la quale il made in Italy delle scarpe e della moda poteva sostituire il made in Italy dell'hi tech, della robotica e dell'information technology che veniva lasciato andare alla deriva a seguito dell'entrata in linea delle fabbriche del nuovo proletariato mondiale pronto a lavorare per 1 dollaro al giorno. E' così che da produttori di telefonia siamo diventati solo consumatori di telefonini. 
Solo un organismo forte come lo Stato potrebbe oggi decidere sulla base di una visione globale, svincolata dal qui e ora, individuare i settori e le filiere sui quali investire una massa di risorse tali da farci riguadagnare quei vantaggi competitivi, sotto forma di vere innovazioni di prodotto, che le nostre imprese potrebbero produrre e lanciare sul mercato mondiale.
Fino a quando non ci sarà un governo capace di fare questa scelta e di mettere in campo un progetto di medio lungo periodo a questo scopo, legando il suo destino politico al successo dell’iniziativa, non riusciremo a riavviare l’Azienda Italia sulla strada dello sviluppo e alla fine degli ammortizzatori sociali le aziende spariranno una dopo l'altra e resterà solo il deserto, come già sta avvenendo.

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