sabato 27 novembre 2010

Eureco: chi garantisce la sicurezza di lavoratori e cittadini?

La manifestazione che si è svolta oggi pomeriggio a Palazzolo per ricordare i due morti sul lavoro, i feriti che ancora lottano per la vita e per chiedere chiarezza su quanto accaduto, si è svolta nella sconsolante indifferenza della città. Poche decine di persone, infatti, hanno partecipato al presidio e questo non è certo un segnale positivo.
Non tanto per i partiti e i movimenti che hanno organizzato l’evento, ma per tutti. Se due morti non bastano per scuotere le coscienze e far sorgere la consapevolezza che, per evitare il ripetersi di nuove tragedie, è necessario mettere in discussione un sistema che produce disastri e vittime, cosa deve mai succedere per far sì che gli ignavi finalmente capiscano che non possono continuare a scegliere l’egoismo di chi spera di “non essere coinvolto”?.

E’ triste constatarlo, ma l’amministrazione di destra che governa la città continua a cercare di minimizzare gli effetti e la portata del tragico evento del 4 novembre. Lo fa con i suoi comportamenti dilatori che emergono da atti concreti, il più eclatante dei quali è la decisione di rimandare alla fine di gennaio del prossimo anno il Consiglio Comunale aperto per informare la città. Una cosa che un amministratore meno schiacciato sotto la politica regionale, quella per intenderci che ha imposto a Paderno la pericolosa presenza della Eureco, avrebbe già sentito il dovere di fare. Ma evidentemente Alparone ha delle altre priorità e obbedienze da soddisfare, lo sappiamo.

La crescente indifferenza  che i cittadini ormai dimostrano nei confronti di tutto ciò che riguarda la vita collettiva, i problemi e i rischi comuni, è anche il frutto di questa politica. L'amministrazione ha partecipato con manifesti listati a lutto e presenziato ufficialmente, con il gonfalone comunale, al funerale del primo operaio ucciso dall'ìncendio della Eureco, ma non ha speso molte parole per il secondo morto (albanese). Cordoglio sì, ma il calo della tensione è palpabile. Sembra totalmente indifferente poi delle possibili conseguenze che l'evento può avere provocato sull'ambiente.
Perché l’incendio dell’azienda che, ricordiamolo, trafficava (cioè trasportava, stoccava e “trattava”) in veleni industriali, ha avuto sicuramente delle conseguenze, ancora da chiarire nella loro effettiva portata, non solo sulle vittime, ma anche sull’ambiente circostante e i suoi abitanti. Nonostante le rassicurazioni dell’Arpa, che non risponde ai cittadini, ma dall’ente Regione dal quale dipende, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei terreni c’è sicuramente stato. Damiano Ricci, ex assessore padernese all’ambiente, a nome dei Verdi ha chiesto che sulla vicenda di Eureco sia fatta la massima chiarezza. "I cittadini devono sapere qual è il grado di insicurezza cui si è esposti, in termini di salute e di qualità ambientale. E' un loro diritto ed un dovere delle istituzioni onorare questo diritto". Ha chiesto che venga fatto un aggiornamento della mappatura dei siti a rischio presenti a Paderno Dugnano, perché i cittadini devono essere coscienti dei pericoli dell'attività produttiva e delle lavorazioni presenti sul territorio, devono sapere a cosa potrebbero andare incontro e soprattutto devono sapere cosa fare in caso d'incidente. Ha chiesto infine che l'autorizzazione alla Eureco venga cancellata e che questa attività venga dislocata altrove, in un territorio adeguato e con tutte le tutele e le sicurezze necessarie.

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