Quante e dove sono le bombe ecologiche padernesi? A questa domanda ha cominciato a rispondere Alessandro, ex tecnico Lares, che ci manda l'elenco delle sostanze potenzialmente pericolose che a sua conoscenza giacciono abbandonate, senza che nessuno se ne curi o le metta in sicurezza, dentro l'impianto obsoleto dell'azienda da circa due anni. Fabbrica che si trova come a tutti noto immediatamente a ridosso del centro cittadino. Ecco il testo del suo messaggio:
7.000 lt acqua ossigenata 130 vol, 2.000 lt acido cloridrico 37%, 6.000 lt acido solforico 50%, 3.000 lt cloruro ferrico 40%, 8.000 lt cloruro ferroso 11 %, 7.000 lt ammoniaca 250 gr/lt, 10.000 lt ac. nitrico 10%, 12.000 lt rame chimico esausto, 26.000 lt clururo rameico, 57.500 lt rame solfato 25 gr/lt, 9.200 lt stagno elettrolitico, 18.712 tonnelate di rifiuti vari, tra cui oli esausti, solventi esausti,sali di tiurea, tutto rigorosamente all'aperto da due anni. E poi rimane la fabbrica con tutte le linee, circa 12, piene di prodotti chimici, il laboratorio chimico con tutti i reagenti, e il reparto di depurazione delle acque, e tutti i magazzini di prodotti sia chimici, che di materiali di base. Spero di non aver dimenticato nulla. Per bonificare l'area ci vogliono i soldi; la curatela non gli ha (non ci hanno pagato neanchè un'euro delle quattro mensilità arretrate) non solo, ma per averne, deve vendere le macchine, ma se sono piene come fa? La proprietà dell'area avrebbe un'interesse, ma loro hanno acquistato con la clausola che gli venisse consegnata l'area completamente vuota, cioè solo i muri, come successo dove attualmente stanno costruendo. Quindi, penso, nelle sedi opportune, faranno valere questo loro diritto. Sarò pessimista, ma chi rimane con il cerino in mano, se non la comunità?
Alessandro che ringraziamo, ci ha informato di questo grave rischio, ma gli operai della Lares mi assicurano che da tempo hanno provveduto a denunciare a chi di dovere, cioè sindaco, curatore fallimentare, Tribunale, l'esistenza di questa realtà. Finora nessuno ha dato loro risposta nè ha fatto qualcosa per mettere in sicurezza la bomba ecologica rappresentata dalla Lares. Cosa si sta aspettando? Un'altra tragedia?
1 commento:
Mettere in sicurezza la fabbrica, significa anche individuare la responsabilità di chi ha causato il tutto. Ciò porterebbe anche alla luce le responsabilità politiche che hanno accopagnato la vicenda Lares/Metalli, fin dall'inizio. Ed è per questo che tutti stanno ben zitti, e che nessuno, di fronte all'elenco nudo e crudo dei veleni li depositati, ha detto o scritto niente.
A questi signori dico che ormai vi manca poco per portare a compimento il vostro compito; a dicembre finisce la cassa integrazione e inizia la mobilità (licenziamento)e quel pugno di lavoratori che ancora resistono, non avranno in mano più niente, e scompariranno.
A voi rimmarrà, forse, il sospetto di aver sbagliato qualcosa, ma non preoccupatevi, con il tempo passerà.
A loro invece, una vita distrutta.
Alessandro
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