Acqua all’arsenico. E’ quella che esce dai rubinetti di 128 comuni in Lazio, Toscana, Umbria, Trentino e Lombardia. Negli acquedotti di queste località è stata trovata una percentuale di arsenico che arriva in certi casi a 50 microgrammi per litro, 5 volte di più di quanto consentito dalla legge. Dall’Unione Europea è giunto un ordine tassativo: niente deroga all’innalzamento dei limiti chiesti dall’Italia sulla concentrazione di arsenico nelle acque a uso alimentare. Perché in taluni casi possono provocare malattie, perfino l'insorgere del cancro. Risultato, migliaia di famiglie potrebbero rimanere senza l’acqua potabile.
L’emergenza riguarda soprattutto il Lazio, con 91 città e borghi (sparsi tra le provincie di Roma, Latina e Viterbo). Nell’elenco - pubblicato da Corriere.it – c’è poi la Toscana, con 16 città e paesi; 10 sono in Trentino, 8 in Lombardia e 3 in Umbria. Secondo le autorità, queste acque sarebbero fuori norma perché inquinate da stratificazioni geologiche di origine lavica, come nel caso dei Castelli Romani e del Viterbese, la Ue però non ci sente e ammette il ricorso solo per sostanze meno preoccupanti, quali borio e fluoruri. Stando al documento ufficiale inviato al ministero della Salute, l’inquinamento da arsenico riguarda la fornitura idrica di circa 250 mila famiglie che vivono sia in grandi capoluoghi che frazioni. Nel Lazio l’emergenza riguarda Latina con 115.490 utenze, Aprilia 66.624, Viterbo 62.441 e altre 28.000 tra Albano e Sabaudia. In Toscana le acque a rischio sono a Piombino, Cecina, Porto Azzurro e Porto Ferraio, Foiano della Chiana, Montevarchi, Campo nell'Elba, Rio Marina, San Vincenzo. Problemi anche a Orvieto in Umbria. Acque non salubri vengono identificate nella tabella del documento Ue nelle province di Mantova (Marcaria, Roncoferraro, Viadana), Sondrio (Valdidentro e Valfurva) e Varese (Maccagno, Sesto Calende, Dumenza). Il comune di Cava Manara, in passato con problemi, ora ha acque «perfettamente potabili» grazie all’apertura di nuovi pozzi. In Trentino, risultano non a norma le acque di Laste/Cantanghel, Canal San Bovo, Fierrozzo, Frassilongo. Cosa succederà adesso non è chiaro anche se alla fine tutto dipenderà dai sindaci che dovranno firmare le ordinanze di divieto del con sumo d’acqua aresniosa. I gestori degli acquedotti nel frattempo stanno correndo ai ripari installando speciali filtri per ridurre la presenza dell’inquinante o miscelando le acque di diversi pozzi per ridurre le percentuali di arsenico.
Nessun commento:
Posta un commento