La stampa italiana non ha ancora una memoria condivisa della figura professionale di Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere della Sera, uccisa a 39 anni in Afganistan nel 2001, sulla quale si continuano a raccontare cose non vere anche ai massimi livelli della categoria. Lo ha denunciato, stupita e amareggiata, Barbara Stefanelli, vicedirettore del quotidiano di via Solferino, intervenendo alla proclamazione dei vincitori della sesta edizione del Premio internazionale intitolato alla collega. “Pochi giorni fa durante un corso di giornalismo organizzato dalla Federazione della Stampa e dal Ministero della Difesa, rivolto ai giornalisti che operano nelle aree di crisi, si è parlato di Maria Grazia come di una freelance che era andata in Afganistan alla disperata ricerca di uno scoop per ottenere un contratto dal Corriere. Morta, insomma, a causa della sua imprudenza. Questo è totalmente falso – ha dichiarato -. Maria Grazia era stata assunta con contratto a tempo indeterminato nel 1999, ed è assurdo, incredibile e penoso dover ribadire ancora oggi, dopo tutto questo tempo, la verità su fatti che chiunque può verificare. E’ stata nominata ‘inviato’ dopo la sua morte in omaggio al suo coraggio e alla sua professionalità, ma già da due anni Maria Grazia era una giornalista del Corriere della Sera. Anche il suo ultimo viaggio verso Kabul era stato programmato con la redazione la sera prima”
L’edizione 2010 del premio ha riservato una sorpresa: per la prima volta la giuria presieduta da Ferruccio De Bortoli, ha premiato solo donne. Quello per la stampa estera è stato assegnato a Cécile Hennion, corrispondente de Le Monde per il Medio Oriente con base a Beirut. Nel 2008, inviata in Irak, è stata aggredita in albergo e ferita a coltellate da uomini armati.
Il premio per la stampa italiana è andato alla giornalista di SkyTG24 Tiziana Prezzo, brillante esempio di giornalismo multimediale. Un suo servizio da Haiti le è valso il premio Ilaria Alpi. Tiziana ama molto il suo lavoro al punto da dedicare le sue vacanze alla conoscenza dei Paesi di cui non si sa niente. “Quest’anno sono andata in Ecuador al confine con la Colombia dove sono ammassati migliaia di profughi colombiani di cui nessuno parla” ha detto.
Il premio dedicato al giornalista siciliano emergente (Maria Grazia Cutuli era nata a Catania) è stato assegnato infine a Donata Calabrese, una freelance che vive e lavora a Gela dove collabora con il Giornale di Sicilia, l’AGI e due emittenti televisive locali. Per i suoi servizi sulla guerra tra mafia e stidda che ha insanguinato la sua città, è stata fatta oggetto di un attentato che le ha distrutto l’automobile. “Finora non abbiamo premiato nessun giornalista del Corriere – ha osservato Antonio Ferrari, editorialista del quotidiano -. Lo abbiamo fatto per non dare l’impressione di fare le cose in famiglia, ma dalla prossima edizione guarderemo anche in casa nostra e mi auguro che qualche giovane talento del Corriere emerga. Le tre giornaliste premiate quest’anno con Maria Grazia hanno in comune una dote rara, il coraggio, che nel nostro lavoro diventa voglia e bisogno di testimoniare, anche assumendosi dei rischi”.
L’edizione 2010 del premio ha riservato una sorpresa: per la prima volta la giuria presieduta da Ferruccio De Bortoli, ha premiato solo donne. Quello per la stampa estera è stato assegnato a Cécile Hennion, corrispondente de Le Monde per il Medio Oriente con base a Beirut. Nel 2008, inviata in Irak, è stata aggredita in albergo e ferita a coltellate da uomini armati.
Il premio per la stampa italiana è andato alla giornalista di SkyTG24 Tiziana Prezzo, brillante esempio di giornalismo multimediale. Un suo servizio da Haiti le è valso il premio Ilaria Alpi. Tiziana ama molto il suo lavoro al punto da dedicare le sue vacanze alla conoscenza dei Paesi di cui non si sa niente. “Quest’anno sono andata in Ecuador al confine con la Colombia dove sono ammassati migliaia di profughi colombiani di cui nessuno parla” ha detto.
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