Il Consiglio regionale ha dato il via all'iter di approvazione di una legge regionale contro le mafie. Il Partito Democratico ha già compiuto un tratto di strada, depositando una propria proposta che sarà presto incardinata in commissione affari istituzionali, dove è stato istituito un gruppo di lavoro ad hoc che dovrà valutare le proposte in campo: quella del PD e quelle, con un taglio più culturale ed educativo, di Sinistra e Libertà e IDV.
Ecco invece le proposte del PD, contenute in un pacchetto di undici articoli illustrati lunedì scorso in un conferenza stampa dai proponenti, in primis il vicepresidente del Consiglio regionale Filippo Penati e il capogruppo PD in commissione Affari istituzionali Carlo Borghetti: - l'istituzione, per ogni appalto pubblico, da parte dell'azienda aggiudicatrice, di un conto corrente unico da cui effettuare tutti i pagamenti legati ai lavori, dai materiali alle maestranze, fino agli eventuali subappaltatori. Un modo per garantire la tracciabilità dei pagamenti e dunque la trasparenza degli appalti;
- la costituzione di un fondo, pari a 5 milioni di euro annui, per i Comuni che hanno sul proprio territorio beni confiscati alle mafie, perché abbiano le risorse per utilizzarli e adattarli agli scopi civici e sociali nell'interesse dei cittadini;
- la formazione non solo degli operatori sociali ma anche della polizia locale, che si trova a dover fare i conti con problematiche molto diverse rispetto solo a pochi anni fa.
Il PD propone inoltre che la Regione si costituisca parte civile in tutti i processi di mafia verificatisi in Lombardia e che siano favoriti gli interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati di tipo mafioso. A questo scopo la proposta di legge prevede uno stanziamento di 1,5 milioni di euro.
"La Lombardia - spiega Penati - è la quarta regione italiana e la prima del Nord per beni confiscati alla criminalità organizzata; su 9188 sequestri, 610 sono stati compiuti qui. La nostra regione è la nuova terra della 'ndrangheta che qui si presenta in giacca e cravatta per riciclare i proventi del traffico di droga. Come è stato detto è killer, azionista e manager. Di fronte a questo quadro e con l'avvicinarsi di Expo 2015, non possiamo stare a guardare. Per questo abbiamo elaborato un progetto di legge che contiene proposte concrete ed efficaci di vero contrasto alle infiltrazioni mafiose. Tra i punti centrali del nostro documento l'obbligo del conto corrente unico per chi si aggiudica un appalto pubblico il che consente la tracciabilità del denaro, fa sì che si possa controllare il flusso delle operazioni. Ci auguriamo che il progetto possa essere approvato e non ci si comporti in Consiglio regionale come in altre istituzioni in cui non si è voluta dimostrare alcuna attenzione per il dilagare del fenomeno della criminalità organizzata".
"La Lombardia - aggiunge Borghetti - deve reagire all'infiltrazione delle mafie e può farlo anche dotandosi di una legge che promuova la legalità e introduca strumenti per la massima trasparenza a partire dagli appalti pubblici. Oggi registriamo finalmente una volontà condivisa da parte di tutte le forze politiche, e proprio in questa fase il PD vuole mettere avanzare le sue proposte, pur assicurando uno spirito assolutamente costruttivo. La formazione degli operatori, che si trovano a dover contrastare fenomeni sin qui poco conosciuti in Lombardia, la destinazione ai comuni lombardi di fondi per i beni confiscati, per mostrare alla gente anche visivamente i frutti della lotta alle mafie, e il conto corrente unico, nel segno della trasparenza massima negli appalti pubblici, sono tre proposte qualificanti da cui non possiamo derogare
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