domenica 25 aprile 2010

25 aprile 2010, una bella manifestazione di centro sinistra

Alla fine l’hanno suonata e l’abbiamo cantata Bella Ciao. Il primo 25 aprile dell’era Alparone si è caratterizzato in senso innovativo anche senza inutili e provocatorie censure “politiche”. La manifestazione è cominciata allegramente con i palloncini del mago-clown Lulù, un ultraottantenne padernese che ha colorato prima dell’avvio del corteo la piazza del Comune con la sua presenza. “Mio fratello è stato ucciso dai tedeschi nel ‘44 e io, allora avevo 17 anni, non volevo più vivere, non mangiavo più, non avevo più fiducia. Poi al mio paese vicino a Mantova ho incontrato il Mago Lulù che mi ha insegnato a fare il clown e mi ha lasciato i suoi attrezzi. Da allora, nel mio tempo libero, mi sono dedicato a far felici i bambini, negli ospedali, nelle prigioni e dovunque mi chiamano”. Dentro l’aula del Consiglio Comunale si è svolta la cerimonia ufficiale con l’esibizione del corpo bandistico di Palazzolo. Hanno suonato anche Bella Ciao, tra We are the World e Trentasoldi. Non a lungo però, 15 secondi in tutto, al punto che il pubblico è andata avanti a cantare la seconda strofa senza la musica, mentre la giunta ridacchiava. Si vede che loro si divertono così.
Il corteo quando si è messo in moto, ha rivelato la sua anima: l’80% dei partecipanti, poco più di un centinaio se si esclude la banda, le autorità e le associazioni d’arma, ha sfilato sotto le bandiere dei partiti dell’opposizione, dall’UDC a Rifondazione Comunista. Il resto della città non c’era o era minimamente rappresentata, tra i componenti della giunta mancava il vicesindaco Bogani, mentre sventolava con bel gesto deciso la sua bandiera tricolore la signora Ruzzon che marciava a fianco al sindaco. Il quale ha recitato bene la sua parte. Si è impegnato in gesti “toccanti”, da tavola di Beltrame, come quando ha offerto a una bambina e alla sua giovane mamma una bandiera tricolore. Tornati in piazza ha recitato una preghiera e si è inginocchiato davanti al monumento ai partigiani, poi ha lasciato spazio ai discorsi commemorativi annunciati dalla presidente del Quartiere Villaggio, promossa speaker ufficiale dell’evento. Discorsi di diverso tenore fatti dal presidente dell’Anpi che ha ricordato giustamente la crisi economica e i lavoratori in difficoltà (c’era ben visibile in prima fila la delegazione della Lares) e dal presidente dell’associazione nazionale alpini, Fisogni (iscritto al PD), che ha raccontato due storie di uomini, uno, suo padre, non fascista che è andato con i fascisti repubblichini e l’altro (l’architetto Caccia Dominioni) non comunista che ha scelto di andare con i partigiani della Garibaldi. Fisogni ha tentato di dimostrare che erano tutti e due dalla stessa parte, quella dell’Italia, ma non ha convinto. Chi è andato con Hitler si è reso complice degli assassini che mettevano i bambini nei forni o li massacravano con le loro mamme a Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema.
Chi è andato con i partigiani comunisti invece cercava di fermarle le SS e i repubblichini che le aiutavano nei rastrellamenti e nelle uccisioni. C’è e ci sarà sempre una bella differenza. E' seguito il discorso del capogruppo della Lega, Caldan, che a nome della associazione Carabinieri ha ricordato il contributo dell'Arma alla lotta di Liberazione e ha concluso gridando al microfono, da Carabiniere, "Viva l'Italia". Dopo questa innovazione, ce ne sono state altre. La più interessante e applaudita è stata la parola lasciata ai ragazzi delle scuole medie (organizzati dal prof. Santagada, iscritto al PD) che hanno letto poesie, pensieri, lettere, loro riflessioni sul tema della Resistenza, della lotta al fascismo, della guerra. Poi il discorso del sindaco ha chiuso la manifestazione. Un discorso non memorabile, blandamente patriottico, apolitico. Il suo vero pensiero che non ha espresso al microfono, era forse racchiuso nella mostra sulla Resistenza esposta in piazza dove si afferma che insomma l’Italia è stata liberata non dai partigiani, ma dagli Alleati. Che poi è l’argomento che, da Guareschi in poi, i reazionari ripetono da 60 anni nel tentativo di dimostrare che la Resistenza non è servita a niente ed è solo un’invenzione dei comunisti.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Manca di dire che il centrodestra ha distribuito le bandiere Tricolore ed ha marciato in testa al corteo sventolandole con orgoglio e commozione.
Il centrosinistra ha esibito le bandiere di partito, che può starci dentro con i counisti, ma non col PD, il quale, storicamente, non c'entra nulla.
Sarebbe stato di buon gusto che anche questi signori avessero deciso di lasciar da parte i loro vessilli, così come ha fatto il PDL.

Per il discorso del Sindaco, ho personalmente sentito militanti di sinistra che non l'hanno definito in mal modo, quindi, è un aspetto soggettivo.
Con probabilità, chi ha scritto l'articolo è molto di parte e ha un obbligo politico a riguardo.

Tutto sommato, non è stata organizzata male la giornata.

Michele Iannotti

Anonimo ha detto...

Gentile signor Arcari,
le scrivo in quanto autore e artefice della mostra.
Sostenere che con il mio lavoro si volesse trasmettere l'idea che la Resistenza sia stata un "fatterello" concomitante alla liberazione della penisola da parte degli alleati mi indigna e mi offende.
La Resistenza è stata parte fondamentale di quel processo che ha portato alla liberazione della nostra nazione dall'oppressione del nazifascismo.
Tuttavia, è innegabile, se si vuole dare un resoconto il più possibile storico e lineare, riconoscere che una grande mano è arrivata da tutti quei giovani stranieri che ora riposano nei cimiteri di Cassino, Nettuno, Firenze e via discorrendo.
Con la mia mostra, fatta esclusivamente nel tempo libero per passione e desiderio di omaggiare italiani e non che versarono il proprio sangue per il nostro paese, ho cercato nelle mie possibilità di schematizzare per quanto possibile i complessi avvenimenti svoltisi sul suolo italiano.
Tutto è perfettibile, probabilmente con la sua grande esperienza di cronista avrei sicuramente fatto un lavoro migliore e più completo, ma le assicuro che nel caso in cui il lavoro presentasse delle lacune non è certo per intenti politici.
Queste cose le lascio ad altre persone e ad altri blog.

Andrea Tempella

carlo arcari ha detto...

Gentile signor Tempella, mi spiace per la sua indignazione, ma l'impressione che io e altri abbiamo avuto guardando la sua mostra è stata quella che ho espresso. E' una nostra opinione che spero varrà almeno quanto la sua. Non si offenda. Dovrebbe sapere che quando si fa qualcosa e la si espone al pubblico (come faccio anch'io con questo blog) ci si deve aspettare qualche critica, non sempre favorevole. Nel merito, non mi risulta che gli alleati siano sbarcati in Italia per "liberarci dalla dittatura", ma per sconfiggere gli eserciti italiano e tedesco. Di noi e della nostra forma Stato(monarchia, repubblica, democrazia, dittatura)gli fregava poco e niente. Quella, la forma Stato intendo, è nata come tutti sanno dalla Resistenza e dalle forze politiche che l'hanno combattuta e guidata. Tanto per la Storia. Cordialmente.

Anonimo ha detto...

Gentile signor Arcari,
anzitutto, la ringrazio della sua celere risposta.
Concordo pienamente con lei sul fatto che le critiche, se costruttive, sono sempre le benvenute.
Così come ritengo imprescindibile la libera espressione di qualsiasi opinione in merito.
Domenica mattina ho avuto modo e fortuna di discorrere con alcune insegnanti riguardo le medesime perplessità e farò tesoro di quello che mi hanno detto.
Altra questione è quando si vuole dare un'interpretazione forzatamente di parte alle cose, come quando lei sostiene, e cito, che nella mostra "si afferma che insomma l’Italia è stata liberata non dai partigiani, ma dagli Alleati".
L'Italia è stata liberata da tutti coloro che hanno combattuto e sono morti sulla nostra penisola.
L'intento della rassegna non è stato altro che omaggiare costoro, le persone senza gradi, stellette o cariche di vario genere che hanno mischiato il loro sangue col fango di Cassino, di Rimini o delle Langhe.
Partigiani, soldati alleati, militari italiani della rinata Repubblica, civili vittime delle vessazioni della guerra e delle rappresaglie.
Non cadiamo sempre nel solito giochetto delle parti, è banale oltre che scontato.

La ringrazio per la conversazione.

Andrea

Musiteo ha detto...

Signor Arcari, mi spiace contraddirla, ma la banda ha suonato Bella ciao (in versione integrale) durante il concerto e poi, durante il corteo almeno quattro volte ripetendo due volte il brano in ogni esecuzione (quindi 8 in tutto).
La critica va bene se è costruttiva, ma credo non abbia senso ogni volta cercare di trovare il marcio in tutto, altrimenti anche quando si dicono cose intelligenti nessuno le ascolta o le considera di parte a prescindere.
Matteo Brescianini

carlo arcari ha detto...

Caro Brescianini, la durata ridotta della versione suonata nell'aula consigliare, mi è stata confermata da più testimoni presenti e non ho ragione di dubitarne. Prendo atto anche della sua testimonianza. Per quanto riguarda quello che la banda ha suonato e quello che abbiamo cantato durante la manifestazione io l'ho scritto chiaramente nella prima riga della mia cronaca.
Ps le critiche "costruttive" sono solo quelle che si è disposti ad accettare

Musiteo ha detto...

Beh sa, il tanto o il poco sono concetti relativi.
Io, da musicista so che quando si suona uno spartito dall'inizio alla fine si è suonato tutto.
E io, come sa, c'ero sia dentro che fuori.
La critica costruttiva è quella che porta a un confronto intellettualmente interessante.
Io ho, con la mia lettera, innescato la miccia su Bella ciao e sono felice che la banda l'abbia potuta suonare, come sono felice che ci fossero tante persone (tra cui mia moglie col cane col foulard arancione e mia nipote con il suo vestitino rosso e la bandierina tricolore) a testimoniare il loro affetto a quelli che hanno lottato perchè potessimo esprimere liberamente la nostra opinione (ho ricevuto personalmente dal signor Evangelisti i ringraziamenti, di cui sono molto fiero).
La saluto e le do appuntamento a molto presto (28 maggio)