martedì 22 dicembre 2009

Scelte di campo

"Gerno di Lesmo, 21 dicembre 2009 - La direzione della Yamaha ha comunicato questa sera al Ministero del Lavoro la propria disponibilità ad esaminare un ricorso alla cassa integrazione straordinaria per le 66 persone oggetto della procedura di mobilità, al fine di trovare una soluzione concordata di tale procedura, avviata a causa delle chiusura del reparto produzione".
Ieri sera ho ricevuto questo comunicato stampa. A inviarmelo è stato un mio ex collega, nel senso che lavoravamo fino a due anni fa nella stessa agenzia di comunicazione internazionale. Una di quelle che "coprono" in Italia i grandi clienti multinazionali seguiti a livello mondiale dall'agenzia. Lui in particolare lavora per  il crisis management di Yamaha Italia cioè consiglia, scrive e invia ai giornali i comunicati dell'azienda impegnata nel braccio di ferro con gli operai saliti sul tetto della fabbrica brianzola.

Il comunicato però non ha raggiunto il risultato atteso. Gli operai di Lesmo, infatti, hanno respinto l'offerta dell'azienda giapponese, perché non si fidano. "Yamaha ha reso nota la propria decisione a Roma e alla stampa, ma non ai diretti interessati", fa notare Gigi Redaelli, segretario della Fim Cisl Brianza
Quando due anni fa ho perso il contratto di "director" che avevo con l'agenzia di cui lui continua a fare il vice president l'ho invidiato pensando "io sommerso, lui salvato". Abbiamo anche litigato perché lui cercava di convincermi che era colpa mia, che io ero rimasto estraneo all'agenzia, non mi ero fatto coinvolgere abbastanza. Ma oggi, leggendo il suo comunicato, invnato a tutti meno che ai lavoratori, non lo invidio più. Preferisco di gran lunga fare il comunicatore gratis per gli operai della Metalli Preziosi e della Lares che fare il consulente per la "crisi" dei padroni della Yamaha.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il mio cuore è con tutti quei lavoratori di cui condivido la stessa terribile preoccupazione, lo stesso timore del futuro e la stessa aspettativa. Non posso fare altro che mandargli tutta la mia solidarietà e un grande augurio.

Lavoratrice Lares