venerdì 11 dicembre 2009

Lettera di Natale

Istituzioni, c'è posta per voi. I lavoratori di Lares e Metalli Preziosi a un anno dall'inizio della loro lotta per il lavoro e la dignità scrivono a tutte le istituzioni e gli enti interessati e coinvolti nella loro vicenda richiamandoli agli impegni presi e ai loro doveri istituzionali, politici e personali. E' una lettera innazitutto dignitosa che puntualizza e sottolinea le responsabilità di tutti. Nella lettera (il testo integrale è qui sotto) i lavoratori ricordano che le due aziende sono state messe in questa condizione non dal mercato, ma dall'incapacità e dalla sostanziale irresponsabilità dei manager ai quali erano state affidate dalle istituzioni stesse che se ne erano fatte garanti e oggi non possono dimenticare il loro dovere. La storia di queste due storiche aziende padernesi, leader nei rispettivi settori, che non producono beni qualsiasi, ma prodotti ad alta tecnologia ed eseguono lavorazioni esclusive, è emblematica del declino italiano che non è industriale o tecnologico, ma purtroppo sociale, politico e amministrativo. In questo senso il loro destino riguarda tutti noi, è il nostro destino. Oggi rilanciare la Lares e la Metalli Preziosi vuol dire dimostrare che siamo in grado come Paese di salvare, rilanciandola, la nostra economia, di difendere le nostre leadership e uscire a testa alta dalla crisi che ci ha colpito. Occorre una dimostrazione di dignità e di orgoglio. Sulla risposta che daranno le istituzioni si misurerà il valore della nostra classe dirigente e in definitiva il nostro valore come comunità. Siamo tutti coinvolti, nessuno escluso. (http://blog.libero.it/Laresblog/view.php?nocache=1258397809 )

Da: Lavoratori Lares e Rsu Fim e Fiom Metalli Preziosi

A: Ministero delle Attività Produttive, Dott. Claudio Scaiola
A: Prefetto di Milano, Avvocato Gian Valerio Lombardi
A: Presidente Regione Lombardia, Dott. Roberto Formigoni
A: Presidente Provincia di Milano, Dott. Guido Podestà
A: Sindaco Paderno Dugnano, Dott. Marco Alparone
A: Tribunale di Monza, Presidente Dott.ssa Alida Paluchowski
A: Tribunale di Monza, Giudice Delegato Dott. Mirko Buratti
A: Curatrici Fallimentari, Dott.ssa Nadia Farina e Rag. Cristina Affatato
A: Curatrici Fallimentari, Dott.ssa Alessandra Peronetti e Dott.ssa Patrizia Riva

Oggetto: Per non dimenticare.
Egregi Signore e Signori,

i lavoratori di Lares e Metalli Preziosi di Paderno Dugnano, essendo oramai passati 9 mesi dal loro ultimo giorno lavorativo, ed essendo entrambe le aziende dichiarate fallite dal Tribunale di Monza, chiedono alle Istituzioni un maggior impegno affinché tutti i lavoratori possano ritornare ad avere una dignità, ovvero chiedono con tutte le loro forze di poter lavorare, in quanto le aziende non hanno chiuso per mancanza di ordini, commesse o clienti.

Poter lavorare perché! Per quanto riguarda Lares, è vero che entro la fine di questo anno solare l’azienda non ha più nemmeno un sito dove produrre, ma è anche altrettanto vero che, in tutti gli accordi e i documenti che fino ad ora sono stati redatti nei vari incontri tenuti sui tavoli istituzionali, non si è inteso tutelare seriamente i lavoratori, che alla fine sono il sale e il cuore pulsante dell’azienda.
I lavoratori dicono a gran voce, che ora è giunto il tempo di passare dall’impegno all’obbligo di mantenere questa azienda in Paderno Dugnano, rispettando questa volta seriamente quegli stracci di impegni (recuperando i denari destinati al trasferimento in un nuovo sito produttivo in Paderno Dugnano, come indicato nella delibera comunale che ha di fatto modificato la destinazione d’uso dell’area dell’azienda da produttiva a residenziale), facendo in modo che i suoi sessanta anni di storia industriale, non vengano cancellati, veicolando così la rinascita di un’azienda che ha contribuito alla storia dell’elettronica Italiana e diventando anche una delle aziende leader europee nel suo settore.
Per quanto concerne Metalli Preziosi, l’area del sito produttivo è attualmente industriale, ma gravata da un’ipoteca con Banca Intesa. I lavoratori chiedono garanzie maggiori rispetto alla destinazione d'uso dell'area, proponendo alla regione Lombardia di acquisirla. Ricordando alle Istituzioni che gli impegni presi vanno mantenuti perché cinque lavoratori sono saliti su una fornace per rivendicare il posto di lavoro e la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali antecedenti al fallimento, convinti che l'azienda sia ancora nella condizione di ricollocarsi sul mercato, in quanto unica in alcune sue lavorazioni.
Da allora ad oggi solo qualche tavolo concertativo che è servito più che altro ad allungare i tempi.
Chiediamo alle Istituzioni, di poter tornare a lavorare, non vogliamo pagare gli errori di un imprenditore incapace, pretendiamo che si aprano subito tutti quei tavoli che possano garantire e favorire il fare impresa, veicolando così un nuovo o nuovi imprenditori, seri e capaci, che abbiano la volontà di offrire lavoro ai 250 lavoratori (famiglie) che componevano queste realtà produttive, dando così la possibilità di tornare a credere che in Italia ci sia ancora una classe politica con la P maiuscola, in grado di generare benessere e sviluppo per tutti i cittadini Italiani e non, ridando dignità e non costringendo le famiglie a vivere di ammortizzatori sociali e di sostegno Caritas.
Comitato lavoratori Lares e Rsu Fim – Fiom Metalli Preziosi

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